“Producendo film, il nome di Saint Laurent è ancorato nel tempo. Quando viene messa su una campagna pubblicitaria di moda, è così veloce che un mese dopo, ce ne dimentichiamo”, ha detto Anthony Vaccarello il designer belga di Saint Laurent con la passione per il cinema. Lui è il direttore artistico della Saint Laurent Productions, la società costola della maison di moda che è stata la prima a lanciarsi nel finanziamento cinematografico.
Sabato 18 maggio c’è stata la première del primo dei tre film di Saint Laurent in concorso a Cannes 77: Emilia Perez di Jacques Audiard. Gli altri due sono Parthenope di Paolo Sorrentino, The shrouds di David Cronenberg.
L’idea, che ha preso il via un anno fa con il corto western queer di Pedro Almodovar, Strange Way of Life con Pedro Pascal ed Ethan Hawke, ha una doppia valenza. Diversifica rispetto al puro fashion e ha un ritorno di visibilità sul pubblico cinematografico, oltre a creare spesso i costumi del casting. Come accade in Emilia Perez con un abito sirena rosso che indossa la coprotagonista Zoe Saldana.
Lo stilista belga e ora produttore, che si autodefinisce cinefilo, fan di Pasolini o Fassbinder, ha scelto lui stesso i registi, tra i nomi del cinema e ha chiesto di essere associato a loro fin dalla fase di scrittura della sceneggiatura. Vaccarello dice anche di voler “collaborare con giovani registi” in futuro.
Il marchio di moda fondato da Yves Saint Laurent e Pierre Bergé appartiene dal 1999 al gruppo Kering, il colosso del lusso di François-Henri Pinault ed è uno dei partner storici del festival di Cannes dove ha il premio Women in Motion, che premia donne che si distinguono nel mondo del cinema. Pinault e la moglie messicana Salma Hayek sono stati ospiti alla premiere mondiale di Emilia Perez.
(Ansa)
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