Cannes 77, Paolo Sorrentino: “Parthenope è un film sulla mia giovinezza mancata”

Il regista a Variety: "Un eroe moderno non poteva che essere un'eroina". Stefania Sandrelli "l'ho scelta perché conserva ancora quel dolore imperscrutabile che si prova da adolescenti"

Di THR ROMA

“Nel pensare a un eroe moderno, mi è venuto naturale che fosse un’eroina, non un uomo” ha detto a Variety Paolo Sorrentino a proposito dell’epica femminile in Parthenope, in concorso per la Palma d’oro a Cannes. Il 21 maggio è il giorno della première mondiale e si attende tutto il cast con la straordinaria esordiente Celeste Dalla Porta, Luisa Ranieri, Stefania Sandrelli, Gary Oldman (“uno dei cinque migliori attori al mondo”, dice), Beppe Lanzetta e molti altri.

In un certo modo seguito di È stata la mano di Dio, Parthenope, ancora lettera d’amore a Napoli, è anche dedicato alla sua “giovinezza mancata”. Segue dalla nascita Parthenope (Dalla Porta e poi Sandrelli), bellissima giovane affamata di conoscere la vita in ogni suo aspetto. “Come tutti i registi – ha detto Paolo Sorrentino a Variety – faccio sempre i conti con quanti film ho dentro di me. E pensando a quali film mi restavano da fare, a partire da È stata la mano di Dio, ho cominciato a scegliere quelli che puntavano all’essenza di ciò che mi interessa. Ho iniziato con La mano di Dio dove mi interessava descrivere la mia giovinezza, e ho continuato con quest’altra cosa che è parlare della mia giovinezza mancata, una giovinezza sognata, più che vissuta”.

Su Stefania Sandrelli, Sorrentino che dice di non essere particolarmente cinefilo, (“non ho questa sorta di mitologia del cinema, questo tipo di smisurata idolatria per il cinema”) a Variety ha detto di averla scelta perché “conserva ancora quel dolore imperscrutabile che si prova da adolescenti e che ebbe in quel film – La conoscevo bene (1965) di Antonio Pietrangeli, ndr – e che probabilmente ebbe anche come persona e che ha ancora adesso”.

La Partenope di Sorrentino è una donna nata nel 1950 la cui “lunga vita incarna l’intero repertorio dell’esistenza umana: la spensieratezza della giovinezza e la sua fine, la bellezza classica e le sue inesorabili permutazioni, amori inutili e impossibili, flirt stantii e passione vertiginosa, baci notturni a Capri, lampi di gioia e sofferenze persistenti, padri veri e inventati, finali e nuovi inizi”, aveva detto il regista.