Cannes 77, Limonov: la ballata russa di Kirill Serebrennikov sul poeta sovversivo. “Purtroppo il cinema non ferma la guerra ma apre gli occhi”

Da Stalin a Putin nella furia del regista dissidente che ha scritto il film con Pawel Pawlikowski e con Ben Hopkins. L'attore inglese Ben Wishlow interpreta il protagonista. Nove minuti di applausi

Di THR ROMA

Poeta maledetto, divorato da un’energia rivoluzionaria che ondeggia al servizio di molti, Limonov dal best seller omonimo di Emmanuel Carrere (Adelphi) sullo scrittore e militante morto nel 2020 dopo una vita avventurosa, vola oggi sul concorso del festival di Cannes come trascinato da una furia iconoclasta con la trasposizione del regista russo Kirill Serebrennikov.

Il dissidente che torna per la quarta volta in competizione per la Palma d’oro e lo fa con il suo primo film in inglese, porta una ballad epica percorrendo la Storia del dopoguerra fino ad oggi, da Stalin a Putin, smontando gli stereotipi dell’intellettuale dissidente russo che si rifugia tra Parigi e New York e richiamando personaggi rivoluzionari della cultura come David Bowie e Lou Reed.

Limonov ha ricevuto nove minuti di applausi. Il regista ha ringraziato: “Purtroppo il cinema non può fermare le guerre. Realizzare il film è stato un viaggio molto lungo e finalmente siamo qui. Spero che ognuno di noi, che l’arte e che il cinema in particolare possano aiutare le persone a capire e a fermare la violenza che travolge il mondo oggi. Probabilmente sono un romantico ma io ci credo ancora”, ha detto.

Limonov è Ben Whishaw

L’attore inglese Ben Whishaw è il camaleontico Eduard Limonov cui sta stretto il destino di operaio nato a Dzerzhinsk, sul confine ucraino, all’epoca parte dell’Urss, perché è la poesia, la scrittura il suo pane quotidiano, una urgenza fagocitante. Ma è solo l’inizio di una storia, con una bellissima colonna sonora, che letteralmente cavalca tra le epoche trascinando poi lo spettatore nella New York degli anni ’70-’80, nell’underground di sesso droghe e punk per poi riportarlo in Europa e poi di ritorno in Russia nell’ambiente para rivoluzionario, pronto a diventare leader della neo-bolscevica nazionalista Altra Russia, avversario di Putin, detenuto. Innamorato della giovane modella Ekaterina Volkova (Viktoria Miroshnichenko), formerà con lei una coppia dannata dell’arte della Grande Mela ritratta da Serebrennikov come un set di Helmut Newton.

Poeta, delinquente, barbone, tossico, politico, artista e attivista, Limonov vive i suoi tempi da outsider, oppositore, intellettuale sempre contro qualcosa, ai margini, ma non per questo li evita.

Serebrennikov, che lavora in Europa, forse a Berlino, dedica un’immagine espressionista a Limonov (non a caso l’ha scritto con Pawel Pawlikowski, Oscar nel 2015 per il film Ida oltre che con Ben Hopkins) e lo rende però moderno come The Serpent, la serie tv con Tahar Rahim premiata nel mondo.

Reinvenzione romanzesca, verità – il vero Limonov è stato un mistero e ci ha pensato il bestseller di Carrere (che appare in una scena) a farlo conoscere al mondo – poco importa per un film che lascia un bel segno anche visivo.

Prodotto da Wildside, Chapter 2 e Fremantle Spain, ossia Italia, Francia e Spagna con Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa il film uscirà in Italia prossimamente con Vision.

(Ansa)