Venezia 80, il bilancio di Barbera: “Ebbene sì, il cinema italiano sta vivendo un momento felice”

Un record di presenze - tra cui di moltissimi giovani "che gridavano il nome dei registi" - la qualità dei film e la capacità di ricostruire rapporti internazionali. Il direttore tira le somme di un'edizione diversa da tutte le altre: "Oggi la Mostra corrisponde alla diversità e alle contraddizioni dei tempi". E mette a tacere le voci su un addio anticipato: “Non mi dimetto prima che scada il mio mandato, questo è certo"

I dolcetti, il caffè, la luce calda della mattina che filtra dalle finestre del Casinò. Venezia 80 si è conclusa e il bilancio della penultima edizione di Alberto Barbera, durante l’ultimo incontro in programma del direttore e del presidente Roberto Cicutto con la stampa, è positivo.

La giuria non è stata unanime

Per la Mostra, ma anche per il cinema italiano: due premi per Io, Capitano di Matteo Garrone, un trionfo nella sezione Orizzonti, (quattro premi: vincono El Paraiso, Una sterminata domenica e Felicità) e la sensazione, confermata da Barbera, che si sarebbe potuto ottenere di più. “La giuria non è stata unanime. Fino all’ultimo si è discusso anche di Enea (di Pietro Castellitto, ndr). Non mi pento della quantità di film italiani selezionati: la loro qualità, e la ricezione positiva qui alla Mostra, ci dicono che il cinema italiano sta attraversando un momento felice, anche grazie a una nuova generazione di registi con talento e coraggio. Non rinnego l’investimento in termini valutativi e di inviti”.

Forte la soddisfazione per l’ottima affluenza al festival, nonostante poche star abbiano brillato sul tappeto rosso (“Abbiamo un pubblico di giovani e giovanissimi che sul red carpet gridavano i nomi dei registi, non degli attori”): l’edizione 80, nelle parole del direttore, è il culmine di un processo di rinnovamento “strutturale e non solo. Il festival di oggi è il risultato di dodici anni di lavoro, un investimento di lunghissimo periodo: della Biennale, del ministero della cultura e degli enti locali. Nel tempo abbiamo saputo ricostruire rapporti a livello internazionale con alcuni interlocutori che la Mostra stava perdendo per strada, per la competizione con gli altri festival e le modifiche del mercato. Oggi la Mostra corrisponde alla diversità e alla complessità del cinema, di cui registra le contraddizioni”.

Barbera e la realtà virtuale

Il prossimo anno, assicura Barbera, “la Mostra non sarà poi tanto diversa da quella che avete appena visto. Abbiamo raggiunto una certa stabilità nelle sezioni e siamo diventati il punto di riferimento per la realtà virtuale, su cui continueremo a investire. Venezia può diventare più grande di così? Credo ci sia un limite ‘ambientale’ alla sua crescita in termini di spettatori. La ricettività di Venezia è un limite  invalicabile. La Mostra è bloccata su un livello massimo di spettatori che forse abbiamo raggiunto. In termini quantitativi non potrà crescere più di così”.

Vedi alla voce scioperi

In termini qualitativi, cioè di puro contenuto, è invece difficile prevedere cosa accadrà nel futuro, a partire dall’edizione 81: “Quel che è certo è che non ho intenzione di dimettermi prima che scada il mio mandato – ha ribadito Barbera, mettendo a tacere le voci su un suo possibile ritiro anticipato –  per il resto vedremo. La scelta dei film per l’anno prossimo sarà condizionata dalla durata dello sciopero di attori e sceneggiatori. Potrebbe esserci carenza di film dai grandi Studios. Si vedrà”.