Mostri in Laguna: il business dei red carpet, le sconosciute illustri e i “brillocchi”

Voi vedete le luci luccicanti, ma lungo i tappeti rossi i soldi corrono così: abiti e gioielli a noleggio, fotografi contattati in tempo reale via whatsapp in cerca di modelle non ancora famose

Oggi Vanity Fair – che di queste cose se ne intende, lo diciamo senza la minima ironia – ha pubblicato la classifica dei dieci “look” più belli passati sul red carpet di Venezia. Ci sono due aspetti interessanti, uno del tutto scontato (ma magari non per tutti coloro che leggono, e che un tappeto rosso non l’hanno giustamente mai visto) e l’altro più intrigante. Quello scontato è che sono tutti look firmati: Armani, Balenciaga, Valentino, Miu Miu e così via. L’altro, è che non si tratta solo di attrici e tantomeno di attrici qui presenti con un film.

Alcune sì, ovvio: come Micaela Ramazzotti, regista e interprete di Felicità, che ha sfilato con un Armani nero senza schiena, molto bello. Ma altre no. C’è la cantante Malika Ayane, per dire; o Rita Ora, altra cantante. Ma per quanto possa sembrarvi strano, è normale. A Cannes questa tendenza è addirittura moltiplicata per mille: sulla “montée des marches” del Palais cannense passa di tutto, anche una congrua percentuale di illustri sconosciuti che sono lì per farsi conoscere.

Ovviamente è un business. Qualche ingenuo potrebbe chiedersi: ma perché gli attori e soprattutto le attrici non si mettono un vestito che hanno già in casa? La risposta è semplice: gli stilisti pagano. È pubblicità. E nella gran parte dei casi, i vestiti non rimangono a chi li indossa: sono per così dire “noleggiati”, la diva tal dei tali indossa quell’abito di quella grande firma, viene profumatamente pagata e a fine serata lo stilista – o chi per lui – arriva e si riprende l’abito. Ci sono dive (un nome per tutti: Sharon Stone) che guadagnano più così che con i film.

Questo vale ancora di più per i gioielli. Quando vedete un’attrice coperta di “brillocchi” che sfamerebbero mezza Africa, non pensate che sia miliardaria: magari lo è, ma i gioielli non sono suoi. Li forniscono, sempre per pubblicità, i più grandi gioiellieri del mondo. E poi se li riprendono. Magari tre mesi dopo li mettono all’asta: un diamante indossato da Cate Blanchett sul tappeto rosso di Cannes moltiplica n volte il proprio valore.

Vi confidiamo un segreto. Un nostro amico – del quale non faremo il nome nemmeno sotto tortura – fa il fotografo, ed è costantemente presente ai red carpet di Cannes, Venezia e Roma. A volte su whatsapp, mentre è in passerella, gli arrivano messaggi di questo tipo: appare la foto di una tipa – in questi casi, appunto, del tutto sconosciuta – e poi un messaggio che dice: “Passa sul red carpet fra tre minuti e mezzo, falle x foto, compenso x euro”. Il nostro amico deve essere attentissimo nel riconoscere in tempo utile la ragazza e farsi individuare da lei; scatta le foto, le gira al committente, qualche ora dopo arriva il bonifico. Chi sono queste persone? Aspiranti attrici, modelle ancora non famose, amanti del riccone di turno che ha regalato loro una serata di gala a Cannes e vuole le foto ricordo.

Non stupitevi della lunghezza e del bizzarro assortimento umano dei tappeti rossi: c’è un mondo, dietro quelle persone che sfilano. Ed è un mondo dove girano i soldi veri, assai più cospicui di quelli che ormai muove il mercato cinematografico.