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Alberto Crespi

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Più articoli di Alberto Crespi

Addio Sandra Milo: estrema, travolgente, generosa. E no, non era solo l’icona onirica di Fellini

Prima o poi faranno un film o una fiction sulla sua vita: i matrimoni, il rapporto con Craxi, la storia con Federico. Ma oggi è giusto ricordare i suoi ruoli nei grandi film: non solo 8 e mezzo e Giulietta degli spiriti, anche e soprattutto L'ombrellone di Risi e lo splendido La visita di Pietrangeli. Ritratto di una (brava) attrice al di là dello stereotipo che le è stato cucito addosso

Oppenheimer lanciato verso l’Academy, alla Francia fischiano le orecchie

L'indicazione che esce dai Golden Globes 2024 sembra chiara: il film di Christopher Nolan si avvia ad una lunga serie di vittorie, Barbie potrebbe doversi accontentare degli incassi ultra-miliardari. E poi c'è il caso Anatomia di una caduta: a questo punto, non averlo candidato agli Oscar assume i tratti del suicidio. A meno che...

Il grande dilemma (dal Padrino in giù): il cinema e le serie imitano la mafia o viceversa?

Dal capolavoro di Francis Ford Coppola alle serie sulla criminalità organizzata: è un'immaginario che corre e si rincorre. Nel quale il ruolo delle donne appare sempre più cruciale, oscillando tra tre estremi: vittime, pentite e boss

  • Film

Amarcord e La grande abbuffata: mezzo secolo dopo, un doppio viaggio visionario negli abissi del maschio

Nel dicembre del 1973, a firma di Fellini e Ferreri, uscirono nei cinema italiani due film completamente diversi eppure straordinariamente affini. Perché in fondo parlano della stessa cosa: della natura profonda dell’uomo e della crisi del maschio. Tra vagonate di tortellini, minestre alla stricnina, divinità dell'oltretomba

Ryan O’Neal il camaleonte: da Love Story a Barry Lyndon passando per Ma papà ti manda sola?

È stata davvero singolare la carriera dell'attore americano, morto all'età di 82 anni. È abbastanza difficile collegare i film appena citati, diversissimi l’uno dall’altro. Ed è difficile collegare i ruoli a un’unica faccia

Fellini mon amour: dalla Chimera a Moretti, ecco perché il cinema italiano è un trionfo di fellinismi

Certo, i tombaroli del film di Alice Rohrwacher - dal 23 novembre in sala - richiamano una scena di Roma, con l'irruzione della modernità che devasta l'antico. Ma anche, ovviamente, Paolo Sorrentino, che cita sia La dolce vita che i Vitelloni. Così fanno Nanni nel Sol dell'avvenire e forse anche Saverio Costanzo in Finalmente l'alba. D'altronde, come diceva Woody Allen a chi gli chiedeva se si sentisse Dio: "Devo pur prendere qualcuno per modello”

Cronaca dell’addio a Federico Fellini. Insieme alla Jolandona, Nellone, Tullietto e Marcellino

Era il 1993, in un'Italia che non c'è più: il maestro era morto due giorni prima, a Cinecittà la camera ardente - con la piccola bara guardata a vista da due carabinieri con i pennacchi - si affollò di amici e colleghi, tra cui Monicelli, Scola, Mastroianni. Ma soprattutto c'erano gli eroi anonimi del suo cinema: attrezzisti, elettricisti, sarte, macchinisti, comparse. Come Jolandona, er Gnaccheretta, Nellone. Che era il più affranto di tutti: "Ho perso un compagno"

Dall’alto di una fredda torre, il dramma da camera sulle scelte impossibili (che spaccano la famiglia)

Il film di Frangipane, presentato alla Festa del Cinema di Roma, è tratto dall'omonimo spettacolo teatrale: protagonisti due gemelli, Vanessa Scalera ed Edoardo Pesce, e i loro genitori interpretati da Anna Bonaiuto e Giorgio Colangeli. Al centro della storia una malattia rara e un solo donatore: chi si salverà?

Tante facce nella memoria: partigiane e cittadine, la storia delle donne che vissero le Fosse Ardeatine

Il film di Francesca Comencini, presentato alla Festa del Cinema di Roma, documenta lo spettacolo teatrale, con lo stesso titolo, che andò in scena anni fa al Teatro Argentina di Roma. Sei donne in scena, tre partigiane e tre cittadine: nel cast Mia Benedetta, Bianca Nappi, Carlotta Natoli, Lunetta Savino, Simonetta Solder e Chiara Tomarelli

Viaggio a ritroso in un’Italia folle e fantasiosa: il Gregoretti postumo è il film più divertente dell’anno

Un allevamento di struzzi-killer, una fabbrica di profilattici in cui una signora batte il record di collaudo, un parrucchiere “di madonne” (intese come statue), un'intervista al futuro Rocco Siffredi: Io, il tubo e le pizze - un mosaico di reportage realizzati per la tv dal regista più ironico, eclettico e anticonformista d'Italia - inizia un tour nelle sale di varie città, dalla capitale a Bergamo passando da Napoli e Firenze. Per l'occasione riproponiamo qui il pezzo che THR Roma pubblicò al suo passaggio alla Festa del cinema

A letto con Michel Gondry, ossia il frigorifero notturno come metafora universale (Madonna non c’entra)

Il tempo che si dilata, il frigo che emana aria calda, le chiacchierate con amici come Charlotte Gainsbourg e Alain Chabat, le passioni musicali e cinematografiche: è il bizzarro ma divertentissimo documentario sul regista di leggendari video musicali e di film culto come Se mi lasci ti cancello, passato alla Festa di Roma nella sezione Freestyle

Holiday, una ragazza “imperfetta” e la parabola dell’innocenza in salsa ligure

L'ex "Ovosodo" Edoardo Gabbriellini confeziona un quasi-thriller - in concorso alla Festa di Roma - che è soprattutto un ritratto d'ambiente che deve moltissimo alla chimica tra le giovanissime protagoniste. Ma i molteplici livelli temporali alla Nolan forse non aiutano

Mi fanno male i capelli: le due Moniche e la ballata struggente della memoria che svanisce

Alba Rohrwacher è Monica, una donna che sta perdendo la memoria, come successe a Monica Vitti nei suoi ultimi anni. E che si identifica sempre di più con la diva del grande schermo. E così che lei e il marito (Filippo Timi) riescono ad aggrapparsi alla vita. Il nuovo film di Roberta Torre - in concorso alla Festa del cinema - è un modo nuovo per dire "avremo sempre il cinema"

Ecco perché il “Disneysmo” è una filosofia americana al mille per mille. Ma si nutre di Europa

Walt Disney è il vero creatore dell’immaginario americano, uno dei pensatori che hanno formato l’ideologia profonda del paese: l’idea dell’America come forza centripeta che assorbe tutte le culture del mondo per ricrearle a propria immagine

Anna Magnani, Pasolini, Chopin e i cubetti di ghiaccio (salviamo la migliore di tutte dai cliché)

“Guarda che io nun so’ vera. Io so’ finta, ma talmente finta che alla fine sembro vera. Per sembrare vera, io lavoro. Si chiama ‘recitare’”: così replicò Nannarella al poeta-regista. Perché lei non era affatto come i suoi personaggi. Era semplicemente un'attrice sovrumana. Ecco un ritratto contromano per i cinquant'anni della sua morte

La corsa (a ostacoli) verso gli Oscar, la sfida di Matteo Garrone e la Babele delle lingue

L'Italia candida Io, capitano agli Academy Awards. Ma la concorrenza è molto agguerrita, e si potrebbe rivelare come la più multiculturale di sempre: la pellicola inglese è tutta in tedesco, il Giappone si presenta con un film di Wenders, quello francese è diretto da un vietnamita

Il martire Allende e il fantasma Pinochet: il viaggio a ritroso di Guzman nell’11 settembre cileno

Nel cinquantesimo anniversario del golpe arrivano per la prima volta nelle sale italiane Il mio paese immaginario ed altri quattro film firmati dal grande regista: un’occasione preziosa per riportare la memoria agli anni della dittatura. Che ancora estende le sue ombre sul presente

Vedi alla voce realtà: Holland e Garrone hanno aperto una finestra sul mondo

Green Border e Io capitano sono due film potenti, che ci fanno toccare con mano la tragedia disumana dei migranti: in effetti, il primo avrebbe dovuto avere il Leone d'oro. Per il resto, diverse scelte della giuria di Venezia 80 sono state abbastanza misteriose

TotoLeone / 2. La speranza si chiama Agnieszka: che vinca il coraggio della veterana

Se non prevalgono logiche modaiole, chissà che la giuria non punti sul dramma dei rifugiati al confine fra Polonia e Bielorussia. E dovessimo scommettere su un italiano in zona premi (non necessariamente Leone d’oro) giocheremmo una copeca su Io, capitano di Matteo Garrone

Mostri in Laguna: dal fango-verità di Losey al bianco e nero che segna Venezia 80

Venezia Classici è un rifugio sicuro dalle brutture del presente: qui abbiamo rivisto Per il re e per la patria del grande regista inglese, ovviamente in bianco e nero. Che, come si è visto nei film di Cooper, Holland e Kroger passati alla Mostra, ha una valenza assolutamente politica