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Alberto Crespi

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Più articoli di Alberto Crespi

Fellini mon amour: dalla Chimera a Moretti, ecco perché il cinema italiano è un trionfo di fellinismi

Certo, i tombaroli del film di Alice Rohrwacher - dal 23 novembre in sala - richiamano una scena di Roma, con l'irruzione della modernità che devasta l'antico. Ma anche, ovviamente, Paolo Sorrentino, che cita sia La dolce vita che i Vitelloni. Così fanno Nanni nel Sol dell'avvenire e forse anche Saverio Costanzo in Finalmente l'alba. D'altronde, come diceva Woody Allen a chi gli chiedeva se si sentisse Dio: "Devo pur prendere qualcuno per modello”

Cronaca dell’addio a Federico Fellini. Insieme alla Jolandona, Nellone, Tullietto e Marcellino

Era il 1993, in un'Italia che non c'è più: il maestro era morto due giorni prima, a Cinecittà la camera ardente - con la piccola bara guardata a vista da due carabinieri con i pennacchi - si affollò di amici e colleghi, tra cui Monicelli, Scola, Mastroianni. Ma soprattutto c'erano gli eroi anonimi del suo cinema: attrezzisti, elettricisti, sarte, macchinisti, comparse. Come Jolandona, er Gnaccheretta, Nellone. Che era il più affranto di tutti: "Ho perso un compagno"

Dall’alto di una fredda torre, il dramma da camera sulle scelte impossibili (che spaccano la famiglia)

Il film di Frangipane, presentato alla Festa del Cinema di Roma, è tratto dall'omonimo spettacolo teatrale: protagonisti due gemelli, Vanessa Scalera ed Edoardo Pesce, e i loro genitori interpretati da Anna Bonaiuto e Giorgio Colangeli. Al centro della storia una malattia rara e un solo donatore: chi si salverà?

Tante facce nella memoria: partigiane e cittadine, la storia delle donne che vissero le Fosse Ardeatine

Il film di Francesca Comencini, presentato alla Festa del Cinema di Roma, documenta lo spettacolo teatrale, con lo stesso titolo, che andò in scena anni fa al Teatro Argentina di Roma. Sei donne in scena, tre partigiane e tre cittadine: nel cast Mia Benedetta, Bianca Nappi, Carlotta Natoli, Lunetta Savino, Simonetta Solder e Chiara Tomarelli

Viaggio a ritroso in un’Italia folle e fantasiosa: il Gregoretti postumo è il film più divertente dell’anno

Un allevamento di struzzi-killer, una fabbrica di profilattici in cui una signora batte il record di collaudo, un parrucchiere “di madonne” (intese come statue), un'intervista al futuro Rocco Siffredi: alla Festa di Roma passa Io, il tubo e le pizze, un mosaico di reportage realizzati per la tv dal regista più ironico, eclettico, sperimentale e anticonformista che il cinema italiano abbia mai avuto

A letto con Michel Gondry, ossia il frigorifero notturno come metafora universale (Madonna non c’entra)

Il tempo che si dilata, il frigo che emana aria calda, le chiacchierate con amici come Charlotte Gainsbourg e Alain Chabat, le passioni musicali e cinematografiche: è il bizzarro ma divertentissimo documentario sul regista di leggendari video musicali e di film culto come Se mi lasci ti cancello, passato alla Festa di Roma nella sezione Freestyle

Holiday, una ragazza “imperfetta” e la parabola dell’innocenza in salsa ligure

L'ex "Ovosodo" Edoardo Gabbriellini confeziona un quasi-thriller - in concorso alla Festa di Roma - che è soprattutto un ritratto d'ambiente che deve moltissimo alla chimica tra le giovanissime protagoniste. Ma i molteplici livelli temporali alla Nolan forse non aiutano

Mi fanno male i capelli: le due Moniche e la ballata struggente della memoria che svanisce

Alba Rohrwacher è Monica, una donna che sta perdendo la memoria, come successe a Monica Vitti nei suoi ultimi anni. E che si identifica sempre di più con la diva del grande schermo. E così che lei e il marito (Filippo Timi) riescono ad aggrapparsi alla vita. Il nuovo film di Roberta Torre - in concorso alla Festa del cinema - è un modo nuovo per dire "avremo sempre il cinema"

Ecco perché il “Disneysmo” è una filosofia americana al mille per mille. Ma si nutre di Europa

Walt Disney è il vero creatore dell’immaginario americano, uno dei pensatori che hanno formato l’ideologia profonda del paese: l’idea dell’America come forza centripeta che assorbe tutte le culture del mondo per ricrearle a propria immagine

Anna Magnani, Pasolini, Chopin e i cubetti di ghiaccio (salviamo la migliore di tutte dai cliché)

“Guarda che io nun so’ vera. Io so’ finta, ma talmente finta che alla fine sembro vera. Per sembrare vera, io lavoro. Si chiama ‘recitare’”: così replicò Nannarella al poeta-regista. Perché lei non era affatto come i suoi personaggi. Era semplicemente un'attrice sovrumana. Ecco un ritratto contromano per i cinquant'anni della sua morte

La corsa (a ostacoli) verso gli Oscar, la sfida di Matteo Garrone e la Babele delle lingue

L'Italia candida Io, capitano agli Academy Awards. Ma la concorrenza è molto agguerrita, e si potrebbe rivelare come la più multiculturale di sempre: la pellicola inglese è tutta in tedesco, il Giappone si presenta con un film di Wenders, quello francese è diretto da un vietnamita

Il martire Allende e il fantasma Pinochet: il viaggio a ritroso di Guzman nell’11 settembre cileno

Nel cinquantesimo anniversario del golpe arrivano per la prima volta nelle sale italiane Il mio paese immaginario ed altri quattro film firmati dal grande regista: un’occasione preziosa per riportare la memoria agli anni della dittatura. Che ancora estende le sue ombre sul presente

Vedi alla voce realtà: Holland e Garrone hanno aperto una finestra sul mondo

Green Border e Io capitano sono due film potenti, che ci fanno toccare con mano la tragedia disumana dei migranti: in effetti, il primo avrebbe dovuto avere il Leone d'oro. Per il resto, diverse scelte della giuria di Venezia 80 sono state abbastanza misteriose

TotoLeone / 2. La speranza si chiama Agnieszka: che vinca il coraggio della veterana

Se non prevalgono logiche modaiole, chissà che la giuria non punti sul dramma dei rifugiati al confine fra Polonia e Bielorussia. E dovessimo scommettere su un italiano in zona premi (non necessariamente Leone d’oro) giocheremmo una copeca su Io, capitano di Matteo Garrone

Mostri in Laguna: dal fango-verità di Losey al bianco e nero che segna Venezia 80

Venezia Classici è un rifugio sicuro dalle brutture del presente: qui abbiamo rivisto Per il re e per la patria del grande regista inglese, ovviamente in bianco e nero. Che, come si è visto nei film di Cooper, Holland e Kroger passati alla Mostra, ha una valenza assolutamente politica

Origin, uno “spiegone” sulle radici razziste degli Usa: tema sacrosanto, ma così è un mattone

Il sistema delle caste, gli echi nazisti e degli "intoccabili", lo schiavismo. Il problema del nuovo lavoro di Ava DuVernay, in concorso a Venezia 80, è molto semplice: parla di cose importanti, ma è un film di modestissima confezione

Uno, cento, mille Giuliano Montaldo, l’uomo-caleidoscopio del migliore cinema italiano

I primi passi da attore, le barzellette, l'avventura con Pontecorvo sul set della Battaglia di Algeri, il trionfo internazionale con Sacco e Vanzetti e l'indimenticabile canzone di Joan Baez, la notte di Gian Maria Volonté prima del rogo di Giordano Bruno: la vita e il lavoro del grande regista, scomparso a 93 anni, sono una miniera di aneddoti. Che ci rivelano dove batteva il cuore della settima arte in Italia

Montaldo, così scomodo così geniale. L’avventura di una vita per il cinema

Il successo internazionale con Sacco e Vanzetti e la relazione con Venezia: il primo film presentato alla Mostra stroncato dalla critica, il kolossal su Marco Polo, il Leone per La battaglia di Algeri (che è anche un po' suo). Per ricordare il cineasta riproponiamo qui il grande ritratto pubblicato sullo speciale della rivista di THR Roma realizzato per il festival

Un po’ storia vera, un po’ thriller filosofico: ecco le avventure del killer per finta di Linklater

Fuori concorso arriva alla Mostra uno dei copioni più perfetti, più ritmati e più micidiali che Hollywood abbia sfornato da anni, una miscela geniale in cui convivono il noir, la screwball comedy e il film d'amore. Firmato da uno dei registi più atipici d'America

Mostri in Laguna: il business dei red carpet, le sconosciute illustri e i “brillocchi”

Voi vedete le luci luccicanti, ma lungo i tappeti rossi i soldi corrono così: abiti e gioielli a noleggio, fotografi contattati in tempo reale via whatsapp in cerca di modelle non ancora famose