Holiday, una ragazza “imperfetta” e la parabola dell’innocenza in salsa ligure

L'ex "Ovosodo" Edoardo Gabbriellini confeziona un quasi-thriller - in concorso alla Festa di Roma - che è soprattutto un ritratto d'ambiente che deve moltissimo alla chimica tra le giovanissime protagoniste. Ma i molteplici livelli temporali alla Nolan forse non aiutano

Veronica ha vent’anni. Torna a casa dopo due anni, nell’albergo ligure di proprietà dei genitori. È stata in prigione. Era accusata di aver ucciso la madre e un suo amante, e solo dopo due anni di prigionia è stata scagionata grazie alla decisiva testimonianza di Giada, la sua migliore amica. Le due erano insieme, in compagnia di due ragazzi conosciuti quel giorno, quando avvenne l’omicidio: l’uomo e la donna furono uccisi nella piscina dell’albergo, sorpresi da “qualcuno” in un momento, chiamiamolo così, di intimità. Ora Veronica, giudicata innocente, deve riprendere in mano la sua vita. Non sarà facile: “Per molti sarò sempre quella che ha ammazzato sua madre”, dice con amarezza all’amica, in una scena di Holiday.

Veronica è una ragazza “imperfetta”, secondo gli standard più diffusi nella società. La madre sì, che era perfetta: bella, elegante, esigente, rimproverava sempre Veronica per la sua “sciatteria” e la sua pigrizia. Il padre, che ora accoglie la figlia nella loro casa, è invece un simpaticone, ma forse è anche un giovanotto non cresciuto. Il giorno dell’omicidio era a fare surf con gli amici, per cui non è mai stato sospettato, anche se la moglie lo tradiva – e lui, come scopriremo, lo sapeva benissimo. Per tutto il film non smettiamo mai di chiederci: Veronica sarà davvero innocente? E se lo è, chi è l’omicida, visto che non esistono né altri sospetti né possibili moventi?

Holiday è il terzo film da regista di Edoardo Gabbriellini, livornese di 48 anni, rivelatosi come attore nel lontano 1997 grazie al ruolo da protagonista nel notevole Ovosodo di Paolo Virzì. Continua a recitare, ma la regia (anche televisiva, come per alcuni episodi di In treatment) è ormai qualcosa di più di un secondo lavoro. Holiday è prima di tutto il ritratto di una ragazza che attraversa una difficile e personalissima linea d’ombra, segnata dal doppio trauma della morte della madre e della detenzione; ed è anche un ritratto d’ambiente, perché l’aspetto più originale del film è forse l’ambientazione in una piccola località turistica della Liguria (riprese fra Varazze e Finale Ligure), con tutte le bellezze naturali e le piccinerie provinciali del caso.

Le due giovanissime attrici, Margherita Corradi e Giorgia Frank, sono molto brave e la loro “chimica” è un ingrediente fondamentale della storia. Il coro degli adulti è meno convincente, e la struttura del film appare eccessivamente lambiccata: si passa continuamente dal presente (Veronica che torna a casa) al passato (la ricostruzione del giorno del delitto), intervallati per di più dalle scene del processo.

Non sempre è chiaro in quale livello temporale ci si trovi, soprattutto all’inizio. Forse i diversi livelli temporali e la narrazione “quantistica” tanto cari a Christopher Nolan non si adattano a un thriller.