Il ritorno del vampiro: l’ombra di Demeter, il Dracula “benedetto” da Guillermo del Toro (e dai Radiohead)

Un capitolo di 33 pagine diventa un film di due ore che rivisita il mito della celebre creatura di Bram Stoker, in sala dal 10 agosto per la regia di André Øvredal e la consulenza di Thom Yorke: "Il mio Dracula lotta per sopravvivere"

Demeter – Il risveglio di Dracula di André Øvredal, ispirato a un capitolo del Dracula di Bram Stoker, è frutto di un lavoro di sviluppo durato 25 anni. La sceneggiatura originale di Bragi Schut Jr. risale alla fine degli anni ’90. Schut era convinto che il capitolo di Stoker Il diario di bordo si prestasse perfettamente a un adattamento alla Alien, ambientato su una nave mercantile, con Dracula al posto dello Xenomorfo. Nelle oltre due decadi successive il team creativo è cambiato più volte, con i nomi di David Slade, Neil Marshall, Jude Law, Noomi Rapace, Ben Kingsley e Viggo Mortensen di volta in volta coinvolti nel progetto. Anche Guillermo del Toro si era interessato. Quando i troppi impegni gli hanno impedito di seguire la lavorazione, ha raccomandato Øvredal come suo sostituto. Del Toro aveva appena prodotto Scary Stories to Tell in the Dark (2019) di Øvredal, quindi i due registi si sono potuti confrontare sul progetto prima delle riprese.

“Mi sono confrontato con del Toro ed è stato molto utile”, racconta Øvredal a The Hollywood Reporter. “Ho imparato moltissimo lavorando con lui per Scary Stories to Tell in the Dark. Avevo un’idea chiara della sua visione”. Anche Javier Botet, uno dei più importanti “interpreti di creature” del mondo, ha lavorato con Øvredal e del Toro su Scary Stories prima di accettare il ruolo del famigerato Dracula in Demeter. Øvredal ha impedito al giovane Woody Norman di incontrare Botet sul set, per cogliere l’autentica sorpresa del primo durante una delle scene più drammatiche del film. Norman, reduce da un altro film inquietante (Cobweb), voleva vivere un’esperienza il più possibile immersiva. “Woody non lo aveva ancora visto. Abbiamo ripreso la sua reazione appena Javier è uscito dall’oscurità”, racconta Øvredal. “Si capisce dal suo sguardo, che sta osservando qualcosa che non ha mai visto prima. Era l’effetto che volevamo”. Nel corso dell’intervista con THR, Øvredal ha accennato anche alla possibilità di un eventuale sequel.

Demeter – Il risveglio di Dracula è in sviluppo da tempo. La prima stesura risale a 25 anni fa. Come siete riusciti a produrlo?

Non voglio prendermi alcun merito. Sono stato solo fortunato. Mi sono trovato al posto giusto quando i produttori e lo studio l’hanno finalmente messo in produzione. Hanno lavorato con diversi registi di grande talento nel corso degli anni, e sono stato felice che alla fine il progetto sia andato in porto. Ogni film è un piccolo miracolo, soprattutto un film come questo. È ambientato su una nave, è un film d’epoca, ha bisogno del giusto finanziamento e di persone motivate che lo sostengano. È capitato a me, e sono molto fortunato.

Quale delle tante versioni della sceneggiatura ha scelto?

Mi è stata inviata una bozza che era più o meno l’ultima stesura. Era quella che aveva opzionato Amblin. Poi, quando ho iniziato a parlare con Bragi (Schut Jr., ndr), lo sceneggiatore originale, lui mi ha spedito una prima versione risalente alla sua infanzia (ride, ndr). È stato fantastico leggerla. C’erano molti elementi che ora sono nel film. Anche se la sceneggiatura è cambiata, ha sempre conservato la sua visione. Anche nella bozza di Zak Olkewicz (il co-sceneggiatore, ndr). Abbiamo fatto dei cambiamenti di cui sono molto soddisfatto, in particolare sui personaggi di Anna (Aisling Franciosi) e Clemens (Corey Hawkins). Brad Fischer, il mio brillante produttore, amava moltissimo il film. Conosce bene ogni bozza, mi diceva: “Ho una versione di qualche anno fa in cui c’era una scena…”. Discutevamo i dettagli, esaminavamo insieme ogni idea. Ma la maggior parte della sceneggiatura si basa sulla bozza Amblin e su quella realizzata per conto nostro.

Temeva che un capitolo di appena 33 pagine non riuscisse a “reggere” un film di due ore?

In realtà no. Ci sono i personaggi, l’ambientazione, Dracula e il tempo necessario per introdurre tutti gli elementi della storia. Il terrore e la tensione si costruiscono lentamente nel corso del film, mentre l’orrore inizia a serpeggiare tra i membri dell’equipaggio. C’era molto materiale, un’ambientazione meravigliosa, personaggi originali. Non ho mai pensato che non fosse abbastanza.

Il film è ambientato su una nave, i cui passeggeri finiscono col perdere la testa. Com’è stato girare in un ambiente così ristretto?

(Ride, ndr). Pesante, ma abbiamo cercato di mantenere un clima sereno. Certo, si prova una certa claustrofobia a girare scene nella stiva di una nave per sette giorni di fila. Ma non è stato peggio di altri set. Abbiamo anche girato a Malta,  sul ponte, in uno spazio aperto. Si diventa un po’ come Dracula, in piedi ad aspettare che l’alba arrivi e distrugga le riprese. Giravamo nel cuore della notte e avevamo solo nove o dieci ore a disposizione prima che la giornata finisse. Il tempo è sempre stato la mia più grande paura come regista. La domanda è sempre quella: sarò in grado di girare il film come merita, nel tempo che ho a disposizione?.

Il film si svolge in questo periodo, fine luglio-inizio agosto. Ha influito sulla data di uscita in sala?

La data è stata suggerita dalla Universal. All’inizio pensavamo a gennaio, ma era un’ipotesi. Poi è stato scelto l’11 agosto. Ci siamo detti: “È perfetto, perché è il momento in cui si svolge la storie”. Ci è piaciuto assistere alle discussioni online della gente, che discuteva di questa coincidenza.

Guillermo del Toro è stato coinvolto nel film, raccomandandola per il lavoro. Ha partecipato alla produzione o alla post-produzione?

No, purtroppo. Era molto impegnato con altri due film durante Demeter. Stava preparando Nightmare Alley e Pinocchio. Ma mi sono confrontato con lui ed è stato molto utile. Ho imparato moltissimo lavorando insieme a del Toro in Scary Stories to Tell in the Dark. Avevo un’idea chiara della sua visione e ho imparato molto sulla precisione e su come avere un’idea generale dell’arco narrativo. Il suo metodo è straordinario.

Perché sul set ha tenuto lontano Dracula (Javier Botot) dal resto del cast?

Volevamo preservare la sorpresa. L’ho fatto in particolare con Woody (Norman) per la loro prima scena insieme. È quando Toby vede Dracula per la prima volta. Abbiamo ripreso la sua reazione istintiva quando Javier è uscito dall’oscurità. Incredibile: si capisce dal suo sguardo, che sta osservando qualcosa che non ha mai visto prima. Era esattamente l’effetto che volevamo.

Con tante versioni diverse di Dracula, come ha deciso il suo aspetto?

Volevo che avesse l’aspetto di un uomo anziano, che ha vissuto centinaia di anni attraverso omicidi, caos e tragedie. Mi sembrava una versione di Dracula intrigante, strutturata e stratificata. Non lo avremmo visto camminare e parlare con altri personaggi, come Jonathan Harker. Non lo avremmo visto in un ambiente normale. Sapevamo che lo avremmo costruito lentamente, partendo praticamente dal nulla, solo attraverso il suo comportamento e il suo corpo. Lo volevo completamente emaciato, perché non ha il sangue di cui ha bisogno per vivere, e poi volevo che salisse sul ponte per far fuori l’equipaggio e sopravvivere. Una sorta di rivisitazione della mitologia e della rappresentazione di Dracula. Alla fine il vampiro torna in forze. Diventa sempre più attivo, in un certo senso, man mano che prende il controllo, diventando quella presenza demoniaca che è in potenza, e che tutti temono a bordo.

Il film, con una piccola variazione rispetto al romanzo, finisce lasciando spazio a un seguito. Avete già parlato di un sequel?

Sì, abbiamo immaginato la possibilità. Il nostro titolo, The Last Voyage of the Demeter (L’ultimo viaggio della Demeter, ndr), è piuttosto definitivo. Ma sin dall’inizio abbiamo cercato di essere fedeli al materiale di partenza pur creando una storia tutta nostra. Se si volesse fare un sequel, si dovrebbe ricominciare da capo: ciò che accade alla fine del film non corrisponde al libro. Quindi si dovrebbe seguire una strada diversa. Sarebbe intrigante. Se lo facessi io, probabilmente mi appoggerei alla “traiettoria” di base del libro, inserendo nuovi elementi.

Nei titoli di coda ha ringraziato Thom Yorke dei Radiohead. Perché?

Ci ha fatto una piccola consulenza sulla colonna sonora e sul sonoro, niente di più.

Tra qualche decennio, quando ricorderà la realizzazione di Demeter-Il risveglio di Dracula, cosa ricorderà?

Quando eravamo in piedi sul ponte con queste enormi luci, le torri per la pioggia, i cannoni d’acqua e le onde, con Javier in una tuta speciale per proteggere il trucco. Il sole cominciava a sorgere e avevamo solo pochi minuti per girare la scena. Sono questi i momenti che ti rimangono impressi per sempre.

(Traduzione di Pietro Cecioni)