Il western di Bob Dylan e la ballata perduta che ha conquistato il mondo

Il regista Sam Peckinpah che ignorava chi fosse il cantante oggi premio Nobel, Knockin' on Heaven's Door destinata ad essere tagliata, il brivido delle citazioni "nascoste": Pat Garrett e Billy the Kid compie cinquant'anni. Genesi di un film-culto e di una canzone immortale

Era l’estate del 1973. Per la precisione il 16 luglio. Cinquant’anni fa. È necessario, per capire l’importanza di quel giorno, fare un piccolo viaggio nel tempo. È, dunque – tempo presente, siamo lì, chi scrive ha 15 anni – l’estate del 1973. Bob Dylan non pubblica un vero album dal 1970: New Morning, non certo il suo migliore. Per qualcuno, Dylan è morto. Musicalmente: molti pensano che non faccia nulla di decente da Nashville Skyline, 1969, e per tanti fans anche quel disco – la “svolta country” assieme a un destrorso come Johnny Cash – era un tradimento. Forse anche fisicamente: siamo sicuri che non sia deceduto nel famoso e leggendario incidente di moto, e che l’uomo che ha pubblicato New Morning e Self Portrait non sia un impostore che si spaccia per Dylan?

Per la cronaca, Self Portrait è il disco che Rolling Stone recensì con un pezzo che iniziava con la frase “What’s this shit?”, cos’è questa merda? Insomma, nel ’73 siamo a questo punto: Dylan forse è morto o comunque non si sente molto bene. E ha solo 32 anni!

Storia (leggendaria) di una canzone

Poi arriva la notizia che esce questo disco intitolato Pat Garrett & Billy the Kid. “Notizia”, insomma: parola grossa. I pezzi sono già noti (non in Italia, attenzione alle date!). È la colonna sonora del film omonimo, diretto da Sam Peckinpah. Il film è uscito negli Stati Uniti il 23 maggio. In Italia arriverà solo a novembre, come in quasi tutti i paesi europei.

Bob Dylan in una scena di Pat Garrett e Billy The Kid di Sam Peckinpah (1973)

Bob Dylan in una scena di Pat Garrett e Billy The Kid di Sam Peckinpah (1973)

Quindi questo nuovo disco di Dylan – che viene pubblicato, ripetiamo, il 16 luglio del 1973 – provoca reazioni schizofreniche. In America, chi ha visto il film conosce già le musiche (ma parliamo di poca gente, perché il film purtroppo non è affatto un successo). Nel resto del mondo esce prima il disco e la gente andrà a vedere il film (chi ci andrà) avendo già sentito le canzoni. Soprattutto quella canzone, che le radio – anche la RAI, in Italia – cominciano a trasmettere a oltranza: Knockin’ on Heaven’s Door. E la storia di questa canzone merita di essere raccontata. Un altro breve viaggio nel tempo.

Peckinpah comincia a preparare il film nel ’72. È reduce dal successo di Getaway, con la coppia di belli composta da Steve McQueen e Ali MacGraw, ma a livello personale non è un bel periodo. I problemi con l’alcol sono sempre più devastanti (qualche anno dopo arriverà anche la cocaina e Sam si brucerà il cervello definitivamente). Kris Kristofferson viene scelto per il ruolo di Billy nonostante sia decisamente troppo adulto (ha 36 anni, il Kid ne aveva 21 quando fu ucciso). È famoso come cantante, ma ha già fatto qualche ruolo al cinema.

Bob Dylan? E chi diamine è?

Ovviamente è lui a proporre Dylan per la colonna sonora. TUTTE le testimonianze e le biografie di Peckinpah concordano su un fatto che a noi, oggi, appare assurdo: il regista NON SAPEVA CHI FOSSE BOB DYLAN! Su quale pianeta era vissuto negli anni ’60? Ok, Kristofferson organizza l’incontro e pare che Dylan e Peckinpah si studino in silenzio, come due alieni che si incontrano per caso su un pianeta sconosciuto e cerchino di capire chi sia arrivato lì per primo.

La leggenda vuole che Peckinpah gli dica: “Così tu sei un cantante, eh? Fammi sentire qualcosa”. Dylan, probabilmente avvertito dall’amico Kris, accenna alla chitarra quello che diventerà il Main Title Theme. Peckinpah si commuove, lo assume e gli offre persino un ruolo. Sarà Alias (capita la metafora?), il maniscalco che assiste alla fuga di Billy e si unisce alla sua banda.

Kris Kristofferson in una scena di Pat Garrett And Billy The Kid (1973)

Kris Kristofferson in una scena di Pat Garrett And Billy The Kid (1973)

Nel film dirà pochissime battute, ma avrà almeno una scena memorabile: quella in cui Garrett (James Coburn) gli ordina, in un emporio, di andare a leggere tutte le etichette dei barattoli sugli scaffali mentre lui parla di affari con gli altri. In tutta la scena si sente il dialogo tra Coburn e gli altri attori, con la voce di Dylan in sottofondo che mormora “beans, beans, beans… beans” (c’erano solo scatole di fagioli). Sembra un concerto di Dylan, uno di quelli in cui si diverte a far incazzare gli spettatori. Peraltro, quando Garrett lo vede la prima volta gli chiede chi è, e Alias risponde: “Che razza di domanda!”. Già, chiedere “chi sei?” a Bob Dylan, che razza di domanda!

Un grazie al produttore

E poi il cantante scrive, appunto, Knockin’ on Heaven’s Door. E Peckinpah non la vuole! Ora, l’uomo è pazzo, ma non del tutto. Non è che la canzone non gli piaccia. Ma è convinto che tutti usciranno dal cinema fischiettandola, anziché pensare al triste destino di Billy ucciso dalla cricca dei possidenti terrieri di Santa Fe. E non ha tutti i torti: andrà proprio così, e Knockin’ diventerà una delle canzoni più famose, più amate e più eseguite del canone dylaniano.

Sarà il produttore Gordon Carroll a inserirla nel film a forza, sulla meravigliosa scena della morte dello sceriffo interpretato da Slim Pickens. È una delle scene più belle di tutta la storia del western, e Peckinpah non la voleva. Fra tutti i cambiamenti imposti dalla produzione, è quello di cui dobbiamo esser grati.

“How does it feel?”

Chissà se Peckinpah si rese conto che nel copione di Rudy Wurlitzer c’era un altro tassello dylaniano, in una scena in cui Dylan non c’è. All’inizio, Garrett va da Billy a Fort Sumner e lo avvisa: stanno per nominarlo sceriffo, e il suo mandato richiede di eliminare Billy; farebbe meglio ad andarsene in Messico per un po’. Billy ovviamente rifiuta. E qui c’è un dialogo che, ai dylaniani, dà i brividi. Ma solo se lo si ascolta in originale!

Billy: “Ol’ Pat… Sheriff Pat Garrett. Sold out to the Santa Fe ring. How does it feel?”.

Garrett: “It feels like… times have changed”.

Billy: “Times, maybe. Not me”.

“How does it feel” è la frase con cui inizia ogni ritornello di Like a Rolling Stone, la canzone più famosa di Dylan. “Times have changed” rimanda a The Times They Are-a-Changin’, altro inno degli anni ’60.

È una scena con Garrett e Billy, ma è Bob Dylan che parla. E siamo disposti a giurare che Peckinpah non se n’è nemmeno accorto! Poi Garrett se ne va, dicendo “Adios, Bill. Non forzare la tua fortuna”. Billy: “Non è la mia che mi preoccupa”. Dopo che Garrett è uscito, uno degli amici di Billy gli chiede: “Perché non lo ammazzi?”, e Billy, bevendo un bicchiere di whisky, risponde: “Perché è mio amico”.

Che razza di film!