Il consulente linguistico di Killers of the Flower Moon: “Questo film non è fatto per un pubblico Osage”

Alla prima di Los Angeles, Christopher Cote ha espresso le sue perplessità sull'attenzione riservata al personaggio di Ernest Burkhart (interpretato da Leonardo DiCaprio) rispetto a Mollie (Lily Gladstone) nel nuovo lungometraggio di Martin Scorsese

Sebbene Martin Scorsese e il suo team abbiano lavorato a stretto contatto con i nativi Osage per la produzione di Killers of the Flower Moon – che ripercorre proprio gli omicidi di membri della tribù Osage avvenuti negli anni Venti dopo il ritrovamento di petrolio nelle loro terre in Oklahoma – uno dei consulenti del film ha ammesso di aver provato sentimenti contrastanti dopo la visione del film.

Christopher Cote, consulente di lingua Osage per il progetto e uno dei molti appartenenti alla comunità che hanno partecipato alla prima di Los Angeles lunedì 16 ottobre, ha dichiarato a The Hollywood Reporter di essere “nervoso per l’uscita del film; ora che l’ho visto, ho delle opinioni molto forti”.

“Come Osage, avrei voluto che il film fosse raccontato dal punto di vista di Mollie e di ciò che ha vissuto la sua famiglia, ma credo che ci volesse una persona della comunità alla regia per farlo”, ha detto Cote, riferendosi al personaggio interpretato da Lily Gladstone.

La visione di Christopher Cote

“Martin Scorsese ha fatto un ottimo lavoro nel rappresentare il nostro popolo – continua Cote – ma la storia viene raccontata quasi solo dal punto di vista di Ernest Burkhart (Leonardo DiCaprio) attribuendogli una sorta di coscienza e facendo intendere che c’è amore. Ma quando qualcuno cospira per uccidere la tua intera famiglia, questo non è amore. È solo un abuso”.

“Credo che alla fine la domanda che ci si può porre sia: fino a che punto sarete compiacenti con il razzismo? Per quanto tempo continuerete ad assecondare le cose senza dire nulla, non alzerete la voce, per quanto tempo sarete acquiescenti?”. Secondo Cote “il film non è stato fatto per un pubblico Osage, ma per tutti”. “Per coloro che sono stati privati del diritto di voto, la pellicola è condivisibile, ma per gli altri Paesi che hanno le proprie vicende e la propria storia di oppressione, questa è un’opportunità per porsi la questione della moralità – conclude il consulente Osage – ed è così che mi sento riguardo a questo film”.

Killers of the Flower Moon e “sentimenti contrastanti”

Killers of the Flower Moon, co-scritto da Scorsese ed Eric Roth, è basato su un libro del 2017 di David Grann, che esplora le indagini dell’FBI sugli omicidi Osage. DiCaprio e Gladstone interpretano una coppia sposata, dopo che la promessa di ricchezza petrolifera porta il personaggio di DiCaprio nella terra dei nativi.

Janis Carpenter, un’altra consulente linguistica Osage, ha detto di avere “sentimenti contrastanti” sul film, spiegando che “alcune scene sono interessanti da vedere, e ci sono così tante persone della nostra tribù nel film: è meraviglioso.”. E continua: “Ma ci sono sequenze che sono state piuttosto difficili da accettare”.

Julie O’Keefe, consulente per i costumi e il guardaroba Osage, ha aggiunto che “è stato travolgente, francamente, vederlo per la prima volta. Ho dovuto rivederlo un paio di volte, perché si perdono alcuni dettagli”. Il capo Standing Bear – leader della Nazione Osage – aveva già dato la sua benedizione al film: “Posso dire a nome della Nazione Osage che Scorsese e il suo team hanno ripristinato la fiducia”, aveva affermato dopo il debutto del film a Cannes.

Il film per Apple TV+ arriverà nelle sale venerdì 20 ottobre. Alla prima, il cast – che comprende anche Jesse Plemons e Brendan Fraser – non era presente a causa dello sciopero SAG-AFTRA in corso. 

Traduzione di Pietro Cecioni