Passeggeri della notte, la recensione: femminilità tra ferita e rivalsa per Charlotte Gainsbourg

Una Parigi malinconica e anni '80, una donna alla riscoperta di se stessa e un mondo interiore che passa tutto per la delicatezza delle immagini di Mikhael Hers

Passeggeri della notte è una commovente storia familiare che inizia nella capitale francese durante la notte delle elezioni presidenziali nel maggio del 1981, con la storica vittoria di François Mitterand. Mentre i parigini si riversano nelle strade con un forte desiderio di cambiamento, Elisabeth (Charlotte Gainsbourg) deve sopravvivere alla dolorosa separazione dal marito che l’ha lasciata per un’altra donna. Per mantenere se stessa e i suoi due figli adolescenti deve cercarsi un lavoro e chiedere aiuto al suo anziano padre.

Noée Abita e Quito Rayon Richter ne "I passeggeri della notte"

Noée Abita e Quito Rayon Richter ne “I passeggeri della notte”

Il mondo interiore di Passeggeri della notte

Dopo alcuni tentativi falliti, trova impiego in una radio, dove si occupa di un programma di confidenze notturne condotto dalla burbera ma comprensiva Vanda (Emmanuelle Béart). In radio Elisabeth conosce Talulah (Noèe Abita), un’adolescente problematica, fragile, senza fissa dimora e se ne fa carico invitandola a casa e offrendole per la prima volta il calore di una famiglia, che con il suo fascino contribuisce a sconvolgere, a partire dall’introverso e problematico figlio Matthias (Quito Rayon Richter).

Dramma e famiglia nel film con Charlotte Gainsbourg

Elisabeth, dopo alcuni delusioni sentimentali, cerca l’amore superando le insicurezze dovute ad un tumore e alla relativa asportazione della mammella che, inevitabilmente, ha cambiato il suo aspetto fisico e nel fluire della narrazione si intuisce che la fine del suo matrimonio possa passare anche da quel trauma. La famiglia allargata, nonostante i drammi personali di ognuno dei suoi componenti, riuscirà nel corso degli anni a ritrovare l’armonia e ad attuare quei cambiamenti che ormai attraversano tutto il Paese.

Charlotte Gainsbourg e Emmanuelle Béart ne "I passeggeri della notte"

Charlotte Gainsbourg e Emmanuelle Béart ne “I passeggeri della notte”

Radio e delicatezza anni ’80

Il film è godibile grazie alla delicatezza della sceneggiatura (per cui ha vinto il premio al Festival di Valladolid) e alla sensibilità del regista Mikhael Hers che adotta stilisticamente immagini di repertorio, una fotografia e un montaggio del film coerenti con il periodo storico trattato. La Parigi degli anni 80 è inoltre perfettamente raffigurata nella scenografia con una meticolosa cura dei dettagli stilistici degli arredi, ma anche nell’abbigliamento dei protagonisti che rappresentano benissimo la moda dell’epoca. Accurata anche la colonna sonora della pellicola che gli è valsa una candidatura ai Cesar. Non a caso uno dei momenti più commoventi del film ha per protagonista Et si tu n’existais pas, meraviglioso brano portato al successo da Joe Dessin ma scritto dal nostro Toto Cutugno.

Emmanuelle Béart ne "I passeggeri della notte"

Emmanuelle Béart ne “I passeggeri della notte”

Charlotte Gainsbourg è credibile nel ruolo ma è l’interpretazione della giovane Noèe Abita che risalta nel film anche grazie ad alcuni primi piani che impongono allo spettatore un cambio di sguardo. Alquanto curiosa invece la scelta di Emmanuel Béart nei panni della conduttrice radiofonica, dai tratti saffici e forse segretamente innamorata della protagonista.