Io e il Secco: un ‘buddy movie’ di provincia sulla violenza vista con gli occhi di un bambino

Vincitore del premio miglior soggetto al premio Solinas 2017, il film di Gianluca Santoni è una perfetta miscela di toni: tra tenerezza, rabbia, dolore, ironia. In concorso ad Alice nella Città, un debutto pieno di possibilità

“Che non c’è tempo, non c’è spazio e mai nessuno capirà. Puoi rimanere, perché fa male, male, male da morire, senza te”. Il volume della radio un po’ più alto del solito, uno sguardo complice, un sorriso timido e i versi di una canzone, Sere nere di Tiziano Ferro, canticchiati in macchina insieme. Quella del piccolo Denni non è una famiglia normale. O meglio. È tristemente normale. Un padre violento e una madre “distratta” che inciampa un po’ troppo spesso finendo per riempirsi il volto e il corpo di lividi. La loro storia, ambientata in una provincia dell’Emilia-Romagna grigia come l’inverno che li circonda e che abita i loro cuori, la racconta Gianluca Santoni in Io e il Secco, riuscito esordio presentato in concorso ad Alice nella città (e in sala nella primavera 2024 con Europictures).

Io e il Secco: una miscela (riuscita) di toni

Vincitore del premio miglior soggetto al premio Solinas 2017, il film è una perfetta miscela di toni. Tenerezza, rabbia, dolore, ironia. E per mantenere un tale equilibrio in piedi c’è bisogno di due elementi: scrittura ed interpretazione. La sceneggiatura di Santoni firmata a quattro mani con Michela Straniero in questo è da prendere ad esempio.

Un'immagine di Io e il Secco

Un’immagine di Io e il Secco

E poi ci sono gli attori. Iniziando proprio dal piccolo Francesco Lombardo al suo esordio sul grande schermo. Il suo Denni infonde al film un profondo senso di dolcezza che si intreccia con la collera che prova per il padre (Andrea Sartoretti) e un po’ anche per l’amata mamma (Barbara Ronchi) – splendida, nella sua semplicità, la scena dei baci sul volto – incapace di ribellarsi a quell’uomo che la sovrasta con la sua misera aggressività.

Un debutto pieno di possibilità

Fortuna che Denni incontra il Secco (un sempre bravissimo Andrea Lattanzi), un super killer assoldato dal bambino per uccidere il padre. Ma Secco più che un assassino è un povero disgraziato che per mettersi in tasca qualche euro è pronto a mentire e fingersi ciò che non è.

Il loro incontro – esilarante in alcuni momenti, straziante in altri – fa dei due una coppia improbabile eppure unita dal rifiuto di un modello maschile e paterno che li porta a vagare alla ricerca di un nuovo punto di riferimento.

Una scena da Io e il secco, presentato nella sezione Concorso di Alice nella città

Una scena da Io e il secco, presentato nella sezione Concorso di Alice nella città

Un buddy movie in salsa emiliana con sferzate di romano che rappresenta il buono del nuovo cinema italiano, quello che si affaccia ora in un mercato che negli ultimi anni ha dedicato maggiore spazio agli esordi ampliando il suo sguardo e quello del pubblico. Quella di Denni e Secco è la storia di due solitudini che decidono di voltare le spalle ad un percorso già tracciato che si ripete di padre in figlio. Un film “piccolo” ma incredibilmente grande per i temi che ha il coraggio di affrontare e l’intelligenza con cui le mette in scena. Un debutto pieno di possibilità. Come il futuro dei suoi protagonisti.