Firmato il primo contratto nazionale degli attori. “Si è aperta una fase storica nuova”

"La trattativa è durata diversi mesi, ma la consapevolezza è arrivata durante la pandemia", ha dichiarato a THR Roma una persona vicina al comitato di negoziazione, che ha sottoscritto il Ccnl insieme all'Anica. Entro la fine dell'anno la ratifica da parte dei lavoratori

Dopo il rinnovo del contratto nazionale dei doppiatori, ottenuto il 6 dicembre, ora sono gli attori a portare a casa una conquista. Nella giornata di oggi, 20 dicembre, le organizzazioni sindacali hanno raggiunto un accordo con la parte datoriale, rappresentata da Anica, Apa e Ape, per un’ipotesi di contratto collettivo nazionale, che secondo quanto dichiarato da una persona vicina agli eventi, contiene regolamentazioni per ferie, turni e anche paragrafi in cui viene regolamentata l’intelligenza artificiale, similmente a quanto accaduto per i doppiatori  all’inizio del mese. Entro la fine dell’anno la ratifica da parte dei lavoratori.

“La trattativa è stata lunga diversi mesi, ma la consapevolezza è arrivata durante la pandemia”, ha dichiarato a The Hollywood Reporter Roma una persona vicina al comitato di delegazione che ha firmato il CCNL degli attori e delle attrici. “Questa è una fase storica nuova, in cui sono stati regolamentati anche tutti gli aspetti di collaborazione del lavoro”. E conclude: “Proprio per questa fase completamente nuova, non potevano essere rimandati cambiamenti e miglioramenti necessari, gli scioperi di Hollywood hanno certamente contribuito ma non sono stati determinanti”.

Prima di oggi, gli attori e le attrici non avevano un contratto collettivo nazionale, ed erano l’unico caso in Europa. Le troupe, i tecnici, le maestranze, gli stuntmen lavorano senza regole condivise e specifiche tutele. Loro lo sanno bene, tanto che negli ultimi anni attraverso associazioni e iniziative, “una coscienza di categoria” si è creata e rafforzata. A spiegarlo a THR Roma è stata Vittoria Puccini, presto al cinema nel nuovo film di Daniele Luchetti, Confidenza, presidente di UNITA, l’Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo.

Quando tre anni fa la pandemia “ha messo in uno stato di indigenza lavoratori e lavoratrici dello spettacolo, c’è stato come un risveglio di coscienza”, racconta ricordando come UNITA da pagina Facebook si è trasformata in un’associazione da 1600 iscritti. “Uniti la voce diventa più forte ed è impossibile non ascoltarla”, dice durante gli Stati Generali dello Spettacolo, due giorni di dibattito a Roma per parlare dei diritti dei lavoratori dello spettacolo. “Vogliamo prendere in mano il nostro futuro contribuendo a scrivere la regolamentazione della nostra professione, soprattutto a tutela dei lavoratori più fragili”.