L’enigma Dan Friedkin, o le vie tortuose del cinema che arrivano a Cannes passando dal calcio

No, non è parente del Friedkin regista dell'Esorcista: è il proprietario della Roma che si è comprato la squadra del Cannes e vende auto giapponesi agli americani. Ed è anche produttore di film di autori come Ostlund e Scorsese. Una strategia con vista Croisette che ruota intorno al pallone. Ma non solo.

Tra le notizie di showbiz più interessanti di questi giorni c’è indubbiamente l’acquisizione della società calcistica francese A.S. Cannes da parte della famiglia Friedkin. Per chi non seguisse il calcio: parliamo di Dan Friedkin, non di William Friedkin, il regista di L’esorcista non è parente e non c’entra nulla. Dan Friedkin è noto in Italia per essere già proprietario della A.S. Roma, la squadra della capitale allenata da José Mourinho. Per cui potremmo liquidare la notizia con poche parole: il solito miliardario eccentrico che si compra squadre di calcio come fossero giocattoli.

In Italia ne sappiamo qualcosa, vero? Ebbene, proprio perché in Italia abbiamo avuto un miliardario ben poco eccentrico che dopo aver comprato il Milan è diventato presidente del Consiglio, conviene leggere fra le righe. Seguiteci.

Dan Friedkin ha 58 anni e un capitale personale stimato da Forbes in 5,7 miliardi di dollari. Il calcio non è la principale delle sue attività. Il vero core-business di famiglia è una società chiamata Gulf States Toyota. In sostanza Friedkin “è” la Toyota negli Stati Uniti. Una società, diciamo così, secondaria del suo impero si chiama Imperative Entertainment che si occupa di produzioni televisive e cinematografiche. State appizzando le orecchie: cinema e Cannes, avete già letto queste due parole nella stessa frase?

La Imperative Entertainment ha prodotto – o per meglio dire, co-prodotto – una ventina di titoli. I gioielli della corona sono due film dello svedese Ruben Ostlund, The Square (2017) e Triangle of Sadness (2022), entrambi vincitori della Palma d’oro a Cannes. Siete sempre più incuriositi, vero? La società dei Friedkin è anche uno dei (numerosi) co-produttori del film di Clint Eastwood The Mule e dell’ultimo kolossal di Martin Scorsese, Killers of the Flower Moon: il nome più cospicuo alla voce “produzione” è quello di Apple TV. E dove ha avuto la sua prima, il film di Scorsese? A Cannes. Ma guarda un po’.

Woody Harrelson e Robert Ostlund sul set di Triangle of Sadness

Woody Harrelson e Robert Ostlund sul set di Triangle of Sadness

Il cinema, dicevamo, non è l’attività più redditizia di Friedkin: si guadagna di più vendendo macchine giapponesi agli americani. Ma dev’essere una passione vera, ben più del calcio (pare che lo sport preferito del nostro uomo sia il golf, cosa tipica dei miliardari americani). Scavando nella sua biografia si scoprono due cose curiose.

La prima: il padre di Dan che ha fondato tutto l’impero, Thomas, era un asso dell’aviazione, un pilota di auto da corsa e si dilettava a lavorare come stunt-man. Dan ha ereditato tutto quanto: anche lui ogni tanto pilota aerei nei film, per diletto (gli viene accreditato un ruolo da stunt-man in Dunkirk).

È tale la passione che ha anche diretto un film: The Last Vermeer, nel 2019 (uscito anche in Italia nel 2021). È la storia (vera) di un famoso falsario che riusciva a creare dei falsi Vermeer pressoché perfetti: l’idea che un miliardario diriga un film su un imbroglione di genio è piuttosto stuzzicante.

Detto tutto ciò, perché Friedkin dopo la Roma compra anche il Cannes? Qui bisogna tirare a indovinare, perché – come sanno i tifosi giallorossi – la famiglia Friedkin lavora in silenzio, senza mai apparire. Dan e il figlio Ryan – che dirige la Roma in prima persona – non hanno mai rilasciato interviste da quando sono sbarcati nel calcio italiano. A stento si conoscono le loro facce. Hanno assunto un allenatore super-mediatico come Mourinho e ne hanno fatto il proprio frontman. Quindi non parlano. Ma alcune cose si possono intuire.

Innanzi tutto, il Cannes non è una squadra “balneare”. È un club con una storia. È stato fondato nel 1902, quindi è MOLTO più antico della Roma, nata come noto nel 1927. Attualmente milita nel Championnat National 3, la quinta serie del calcio francese dopo Ligue 1, Ligue 2 e i primi due “Championnat National”. Diciamo la nostra serie D.

Ma in passato ha avuto momenti di gloria. Ha vinto una Coppa di Francia nel 1932, e nel 1933 è arrivato secondo in Ligue 1, in un torneo vinto dall’Olympique Lillois, antenata del Lille attuale. Per fare un paragone con l’Italia, è come se fossero stati in serie A l’Ischia, o la Sanremese, o il Rimini: tutte squadre che esistono, ma che non hanno una storia simile.

Nel Cannes hanno militato tre campioni che hanno giocato anche in Italia: Zinedine Zidane, dal 1988 al 1992 (fino all’età di vent’anni, poi andò al Bordeaux, successivamente alla Juve e al Real Madrid); Patrick Vieira, dal 1993 al 1995 (quando lo prese il Milan); e il portiere Sebastien Frey, che l’Inter acquistò proprio dal Cannes a 18 anni, nel 1988. Il Cannes gioca in uno stadio da 16.000 posti (niente male) situato nella periferia Ovest della città, lontano per intenderci dal Palais e dalla Croisette, dalla zona del festival del cinema.

Ma è ovvio che Friedkin l’ha acquistato per radicarsi ulteriormente in una città che, dal punto di vista cinematografico, gli ha dato grandi soddisfazioni. L’intento è sicuramente quello di rafforzarlo, e di tornare se non in Ligue 1, almeno nel calcio professionista. Eventuali sinergie con la Roma sono tutte da immaginare (giocatori in prestito? giovani della Primavera da far crescere? chi vivrà vedrà).

Ma l’idea ha una sua forza, soprattutto se si pensa all’identità profonda del calcio francese. Scordatevi il Paris Saint-Germain e i suoi sceicchi: quella squadra, in Francia, è un’anomalia. Il “football” francese è da sempre storia di provincia. Le squadre storicamente più forti sono l’Olympique di Marsiglia, il Lione e il Bordeaux, ma quel calcio ha scritto pagine epiche grazie a club come il Saint-Etienne (capace di arrivare a una finale di Coppa dei Campioni, e di perderla immeritatamente contro il Bayern Monaco), il Reims, l’Auxerre, il Lens, il Nantes, il citato Lille. Ed è uno sport meno amato del rubgy, ma radicato nel profondo Nord minerario e industriale… e nel Sud balneare, se si pensa alle vittorie non solo di Marsiglia, ma anche del Nizza, del Monaco (la squadra del Principato milita nella Ligue 1), del Montpellier che nel 2012 ha inopinatamente soffiato uno scudetto agli sceicchi parigini.

E non dimentichiamo che anche il Marsiglia ha avuto un presidente innamorato del cinema, e capace di diventare un attore credibile in Uomini e donne – Istruzioni per l’uso di Lelouch: Bernard Tapie, poi finito come sappiamo…

Insomma, è molto probabile che Friedkin abbia fatto una mossa saggia, che lo renderà vieppiù amato e popolare in una città nella quale con il cinema si fanno grandi affari. Se riportasse il Cannes in Ligue 1, altro che Palma d’oro. E comunque, studiando il palmarès del Cannes si trova una notizia molto sfiziosa: nel 1955 e nel 1995 il club ha vinto la Coppa Gambardella, una competizione giovanile riservata agli under 18 e intitolata a Emmanuel Gambardella, che fu presidente della FFF (Fédération Française de Football) dal 1949 al 1953.

Il cognome vi ricorda qualcosa? A Cannes sta per andare in scena la Grande Bellezza, coniugata in senso calcistico/cinematografico. E Paolo Sorrentino, grande tifoso del Napoli scudettato, sarà contentissimo.