Lettera aperta delle autrici a Lucia Borgonzoni: “Noi donne e registe non dobbiamo dimostrare niente”

Le autrici e gli autori italiani rispondono alle dichiarazioni rilasciate a The Hollywood Reporter Roma dalla sottosegretaria per i beni e le attività culturali: "Difendiamo la libertà delle nostre scelte artistiche, per quanto riguarda le storie, i contenuti, i generi e l’espressione"

“Una regista oggi deve pensare di poter girare anche commedie leggere, fregandosene dell’idea del dover fare un film superimpegnato perché ‘sono una donna, altrimenti pensano che io non sia una brava regista’”: così si è espressa la sottosegretaria alla cultura Lucia Borgonzoni (Lega) nell’intervista del 14 giugno a The Hollywood Reporter. Qui di seguito la risposta dell’associazione 100autori. 

Onorevole Sottosegretaria Borgonzoni,

le scriviamo in merito all’intervista da lei rilasciata il 14 giugno 2023 alla rivista The Hollywood Reporter Roma.

Come 100 Autori, associazione di categoria che rappresenta il maggior numero di autori/autrici italiane/i vorremmo dirle che siamo sorprese/i dalle sue parole sui preconcetti che a noi registe sarebbero stati inculcati, l’obbligo che sentiremmo di realizzare film impegnati per essere considerate brave e la mancanza di coraggio che ci impedirebbe di buttarci nella mischia e fare più commedie leggere e abbiamo sentito la necessità di darle una risposta forte e compatta.

Le registe italiane, come tutte le registe e le cineaste del mondo, vogliono e devono sentirsi libere di raccontare qualsiasi storia e di poter esprimere il loro sguardo all’interno di qualunque genere cinematografico, che sia un dramma, una commedia, o un thriller e lo facciamo già, con forza e successo. Molte di noi scrivono e girano commedie da sempre, inoltre la commedia può essere quanto di più impegnato esista, come insegna la storia della commedia italiana.

Noi, in quanto donne e in quanto registe, non dobbiamo dimostrare niente.

Il nostro coraggio sta proprio nel voler difendere la libertà delle nostre scelte artistiche, per quanto riguarda le storie, i contenuti, i generi e l’espressione stilistica.

I dati raccolti dal nostro osservatorio sulla parità di genere dimostrano che ci sono enormi discrepanze tra il numero dei lavori svolti dai registi uomini in confronto a quelli assegnati alle registe donne, tra sceneggiature scritte da autrici donne e autori uomini, enormi discrepanze che si ritrovano in tutti i mestieri del nostro comparto, con ampi divari nei compensi percepiti.

Il problema – a nostro avviso –  non è certo la mancanza di coraggio da parte delle registe a misurarsi con progetti a più marcata vocazione commerciale, ma un sistema produttivo squilibratissimo in cui, per esempio, il budget di un film diretto da una donna risulta essere, in media, la metà rispetto a quello di un film diretto da un collega maschio.

Sono questi gli argomenti di cui si parla troppo poco e su cui sarebbe importante rivolgere l’attenzione. Per questo approfittiamo di questa lettera per chiederle un incontro sul tema della parità di genere nel cinema e nelle serie, tema di cui ci stiamo occupando da anni.  Nell’occasione sarebbe costruttivo confrontarsi anche sugli altri urgenti temi da Lei citati nell’intervista: difesa del cinema italiano, centralità della sala, protezione dei film difficili e culturali.

La ringraziamo dell’attenzione
Associazione 100autori

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