“Il ministro Sangiuliano smentisca il taglio di 200 milioni”. Borgonzoni, per ora, conferma che il tax credit sarà modificato

100autori, Anac e Writers Guild Italia filmano un appello contro l'eventuale taglio al cinema. E alla fine della giornata il sottosegretario Lucia Borgonzoni ammonisce "le polemiche preventive fanno solo danno all'audiovisivo italiano". E assicura che si sta lavorando di concerto con tutte le parti della filiera

Raramente si è vissuta una giornata più surreale di questo 17 ottobre 2023. Tax credit, tagli al cinema, Rai. Di tutto, di più.
Il mondo dell’audiovisivo è stato squassato da una feroce polemica, e così anche quello della politica. Tanto che il Pd ha commentato qualcosa che non è ancora accaduto, così come tutto il cinema. E alla fine tre delle associazioni di categoria più importanti, 100autori, Anac e WGI, hanno deciso di esprimere il loro dissenso fermo contro un taglio di finanziamenti pubblici non ancora avvenuto. Chiedendo fermamente una smentita. Alle voci che volevano il Ministero deciso a cancellare 200 milioni di euro alle provvidenze pubbliche per il settore.

Le parole delle associazioni di settore sui tagli al cinema

“Gli autori italiani – recita il comunicato – seguono con preoccupazione la notizia di eventuali tagli al cinema e all’audiovisivo italiani, un settore che dopo anni di crisi sta finalmente trovando una grande vitalità. In tutti i paesi avanzati (compresi gli USA) cinema e audiovisivo ricevono forti aiuti pubblici non solo per il loro evidente valore culturale e identitario, ma anche per il ruolo strategico che svolgono nel proiettare l’immagine del paese a livello internazionale. Sembra impossibile e paradossale che proprio l’attuale governo, che di questi valori ha fatto la propria bandiera, sia pronto a mettere in crisi un sistema delicato e complesso che ha radici nella grande storia del cinema italiano. Sperando dunque che non sia questa l’intenzione dei prossimi provvedimenti, 100autori, ANAC e WGI chiedono un incontro urgente al ministro Sangiuliano per discutere come migliorare e qualificare ulteriormente l’intervento pubblico a sostegno della creatività italiana”.

La “risposta” di Lucia Borgonzoni

Richiesta d’incontro, questa, che sembra smentire Lucia Borgonzoni, sottosegretario del MiC, che a fine giornata ha affermato che “c’è un confronto aperto tra Ministero della Cultura e operatori di tutta la filiera”. Non abbastanza, forse, se alcuni di essi chiedono comunque un incontro a Sangiuliano. “Il tax credit – e qui l’esponente leghista conferma che si agirà su questo fondamentale strumento legislativo ed economico per il settore – ha bisogno di aggiustamenti. L’obiettivo è tutelare i quasi 117mila lavoratori diretti del settore”. Non parla dunque dei 200 milioni di tagli pubblici al cinema ma del ben più temuto stop, seppur parziale, all’architrave più importante del settore.

Ha poi aggiunto, con decisione, che è necessaria “una Legge cinema con regole nuove e più eque: ci stiamo lavorando a quattro mani. Le modifiche sarebbero dovute arrivare già da tempi per evitare storture nel sistema. Le rimodulazioni che metteremo in atto serviranno a tutelare realmente l’intero settore”. Frase che fa pensare che il presunto dossier sulle truffe sul tax credit esista e giri nelle stanze del Collegio Romano. Rassicura tutti, ed avendo lei la delega per il cinema e l’audiovisivo, assume contorni importanti la sua affermazione, che il pregresso sarà rispettato. “ritengo che il tax credit sia uno strumento indispensabile, da cui non si può prescindere, ma al contempo sono convinta che il suo impianto abbia bisogno di aggiustamenti: non si può pensare di continuare a lasciare la norma così com’è ora, i film di mercato, se tali vogliamo definirli, devono avere un mercato. Ci stiamo muovendo per tutelare le opere prime, le opere seconde e quelle cosiddette ‘difficili’ e le start up, nonché i film di elevato contenuto artistico e culturale con difficoltà a reperire risorse sul mercato. Tutto questo non impatterà – chiarisce – assolutamente sui pagamenti presenti e futuri”. Chi temeva quindi che questo 2023 fosse in pericolo, per quanto riguarda i benefici ottenuti dal tax credit, può tranquillizzarsi.

L’impressione è che la partita, per ora ancora fondata su ipotesi – ma anche, finalmente, su qualche certezza, almeno a parole -, sia appena cominciata. E sarà senza esclusione di colpi.