Nel futuro di Torino (e del Piemonte) ci sono degli Studios e una miniserie tv su Sergio Marchionne

Compagnia di San Paolo ha messo a disposizione 700.000 euro per un fondo per lo sviluppo di lungometraggi e serie tv, tra cui una dedicata all'ex amministratore delegato di Fiat. Lo hanno annunciato il direttore e la presidente della Film Commission Torino Piemonte, Paolo Manera e Beatrice Borgia, che a THR Roma hanno anticipato la costruzione del Sistema Studios Piemonte

Film Commission Torino Piemonte ha presentato al MIA, Mercato internazionale dell’audiovisivo, il Piemonte Film Tv Development Fund, fondo di sviluppo per lungometraggi e serie TV che dal 2023, nell’ambito di un accordo biennale con Regione Piemonte, è interamente sostenuto con 700.000 euro dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, presieduta da Francesco Profumo. Paolo Manera, direttore della FCTP, spiega come “il nostro fondo dello sviluppo come anche gli altri fondi che gestisce la Film commission prevede una commissione di esperti chiamati ad analizzare i progetti prevenuti, a fare una scelta. In questo caso a valutare le proposte erano Sergio Fant, Alessandra Pastore e Daniela Persico, persone non piemontesi ma che conoscono e rappresentano la nostra realtà, una città e una regione con un orientamento e una dimensione e vocazione internazionale. E noi questo abbiamo cercato nei quattro lungometraggi scelti (L’ombra del cane, Martino, Osmosi, Big in Japan) e nella miniserie (Sergio Marchionne. Confessioni di un drogato di capitale), progetti che abbiano un valore autoriale oltre che produttivo. con caratteristiche di internazionalità e innovazione”.

Una miniserie tv su Marchionne

E di sicuro a colpire di più, insieme a Martino – un film sul tema dell’ambiente e della lotta armata – è proprio la miniserie sull’ex amministratore delegato di Fiat. “Di sicuro tutti i progetti hanno una relazione tra territorio e dimensione globale. Ma quello su Sergio Marchionne è il titolo che ha colpito di più. È una biografia con potenzialità internazionali e un racconto, creativo e audace, di un uomo che ha saputo interpretare il suo tempo in modo originale. Ma al di là di questo titolo, che attira naturalmente l’attenzione mediatica, preferirei sottolineare come abbiamo saputo attirare, con questo fondo, sia autori e produzioni legate al Piemonte che altre da fuori, così da curare chi da sempre lavora qui ma anche portare professionalità e investimenti dall’esterno. Premiamo chi ha voluto rischiare anche in termini di contenuto, mostrando un interesse per ciò che accade nella società”.

Le sinergie di Torino e Piemonte

Una Torino che è sempre più polo cinematografico, città del cinema, capoluogo di una regione che ha saputo farsi sistema, tra finanziamenti e strutture (dal Museo Nazionale del Cinema al TFF), da laboratori a fondi specifici, dalla formazione alla presenza di set di film e serie tv costante nel territorio.

“Siamo felici quando ci definiscono come Sistema Cinema Piemonte, e anche noi ormai negli appuntamenti internazionali ci presentiamo così. Perché – spiega la presidente della FCTP Beatrice Borgia – il nostro modo di collaborare e coordinarci ci fa sembrare un corpo unico in una filiera estremamente dinamica. Le giornate del Torino Film Industry (23-27 novembre) presenteranno a tutti l’ecosistema del cinema Piemonte, che ormai è una realtà. Cerchiamo di essere un incubatore di nuove creatività: c’è stato un incremento forte nella fase di produzione, abbiamo triplicato i fondi allo sviluppo e produzione di lungometraggi e serie tv, abbiamo sostenuto con forza le sale cinematografiche. La nostra attenzione per questo mondo è a 360 gradi”.

“Film Commission, Museo Nazionale del Cinema, Torino Film Festival e altri festival, Torino Film Lab: una serie di realtà che collaborano in modo costante”, interviene Manera. “Il lavoro congiunto tra istituzioni pubbliche e private funziona davvero bene. La regione ha capito che l’audiovisivo è un driver di sviluppo del nostro territorio, una delle industrie in maggior evoluzione. Così vengono attratti più facilmente gli stakeholder privati. Il cinema poi è un contenitore di ulteriori creatività: editoria, narrazione, performing art, il turismo. Parliamo, ripeto, di una filiera importante, che ha in Torino una sua capitale e nel Piemonte un centro nevralgico”. “E ora – chiosa Borgia – attiveremo anche un’altra alleanza con il Salone del Libro di Torino. I libri sono un serbatoio di idee per il cinema”.

Torino, nuova capitale del cinema

L’impressione è che quello che furono per Torino le Olimpiadi, ora potrebbe diventarlo l’industria dell’intrattenimento, dalle ATP Finals al sistema dell’audiovisivo, appunto. Un nuovo motore propulsivo, un volano per una delle città più europee e al contempo glocal d’Italia, un’opportunità per tornare capitale. “Il business model del cinema a Torino è già qualcosa da emulare – rileva Manera – anche se non dovremmo dircelo da soli. Ma l’ultimo autunno è stato intenso. Le produzioni erano visibili nelle nostre strade, da Lidia Poët a Il conte di Montecristo, dal Gattopardo a Blocco 181, così come la grande quantità di cortometraggi, i documentari, gli spot. L’industria della pubblicità ha rivolto lo sguardo a Torino in modo molto deciso. L’anno scorso abbiamo seguito 217 titoli e quest’anno anche di più”.

Interviene di nuovo la presidente Beatrice Borgia che con il sorriso ricorda che “la reputazione è ciò che gli altri dicono quando tu esci dalla stanza. Ma è vero che siamo in un momento storico in cui l’audiovisivo, così come il settore dell’aerospazio e l’effetto automotive segnalano una crescita di questo territorio in vari settori economici, soprattutto sotto il profilo dell’innovazione, in alcuni casi anche pionieristica. È una notazione industriale ma anche culturale e antropologica: a Torino stanno tornando in molti, un rientro di cervelli da Milano come dal Regno Unito, per aprire service, facilities di post produzione, società specializzate in effetti speciali o in animazione. Noi non lavoriamo solo sui set, vogliamo costruire un’infrastruttura permanente”.

Sistema Studios Piemonte

Ed è impossibile non chiedere se anche il Piemonte seguirà l’onda d’entusiasmo che ha portato tanti, da Andrea Iervolino a Tarak Ben Ammar, ad annunciare la costruzione di nuovi studios. “Anche qui ci stiamo pensando – dicono entrambi – c’è la volontà appunto di costruire infrastrutture che rimangano. Abbiamo rinnovato dei teatri di posa e siamo avanti nella progettazione di nuovi studios. Non necessariamente a Torino, pensiamo a una sorta di Sistema Studios Piemonte per cui ci sono importanti interessi internazionali e capitali esteri pronti a intervenire. A testimonianza che è un momento di grande crescita e che i privati sono con noi. Stiamo lavorando in questa direzione, non ci sono ancora location individuate per questi studios, ma sappiamo che il nostro obiettivo è che tutta la regione sia operativa”.

Sulla formazione, invece, non è in vista una nuova scuola, quanto “un rapporto più strutturato e stabile con gli atenei universitari, Politecnico compreso, perché sul lungo periodo si lavori su formazione, innovazione e accesso al lavoro”.

La sede della Film Commission

Un luogo fisico e permanente dedicato al cinema, comunque, esiste già, come ricorda il direttore “perché già nel 2008 la FCTP è stata la prima ad aprire una sede propria, un cineporto, uno spazio per avere non solo i propri uffici ma anche la casa per cinque o sei produzioni cinematografiche ospitate in contemporanea. Ed è un asset importantissimo, ora insufficiente per la quantità di produzioni presente in Piemonte, ma fondamentale ed efficacissimo. A Cannes lo abbiamo detto a tutti con un motto – With us you can travel light – ovvero, “con noi puoi viaggiare leggero”, che enfatizza la forza di tutte le maestranze che sono in loco, la centralità della sede, location per uffici, casting, attrezzerie. Qui puoi venire con due o tre figure chiave e il resto della troupe la trovi sul posto. E indipendentemente dalla costruzione di una Cinecittà piemontese, Torino e la regione sono già uno studio open air, trovi quasi tutto, spiaggia esotica esclusa. E con una possibilità di coordinarsi con tutte le istituzioni cittadine totale, dalla questura alla prefettura alle sovrintendenze. Il caso Fast & Furious, il fatto che metà della scena italiana sia stata realizzata a Torino – e proprio la parte più difficile dal punto di vista degli stunt, delle esplosioni – è illuminante: lo hanno fatto qui perché a Torino è possibile con l’aiuto di tutti realizzare delle cose di grandissima difficoltà logistica”.

Ma al di là dei servizi, c’è poi un tema economico e quantitativo da non trascurare. “Non abbiamo ancora cifre precise su come incida sul Pil regionale il settore audiovisivo, ma possiamo fare un piccolo ma illuminante esempio: sono stati seguiti da noi 16 lungometraggi e 12 serie TV nel 2022, e solo questi titoli hanno generato un’immediata spesa su territorio di oltre 24 milioni di euro. A fronte di circa un milione investito tra servizi e fondi. Un moltiplicatore di cui peraltro beneficia la cittadinanza e l’economia reale”.