Avanti Popolo, nessun “trionfo” e “riscossa” per Nunzia De Girolamo. È fuga da Rai3

Pornografia del dolore, sviolinate a Giorgia Meloni, lauti assegni a Fabrizio Corona e un riscontro Auditel da imbarazzo. Il people show condotto dall’ex ministra è un disastro su tutti i fronti

Conclusa l’assai poco felice esperienza di Estate in diretta, Nunzia De Girolamo, ex deputata di Forza Italia e Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali del Governo Letta, si è improvvisamente ritrovata in prime time su Rai3 alla conduzione di un talk chiamato a non far rimpiangere Carta Bianca, nel frattempo sbarcato su Rete4 insieme alla sua conduttrice Berlinguer. Peccato che Avanti Popolo, people show partito lo scorso 10 ottobre con gratuito omaggio al canto popolare dei lavoratori italiani di matrice comunista e socialista, passerà probabilmente alla storia come uno dei flop più rumorosi e clamorosi della 3a rete pubblica.

Protagonista della trasmissione, o almeno queste erano le intenzioni iniziali del programma, “il popolo” rappresentato in studio da un pubblico di 100 persone, di età e provenienza diverse, donne e uomini, giovani e meno giovani, appartenenti a tutte le classi e categorie sociali, ciascuno con la propria idea politica e la propria visione del mondo. Una sorta di arena televisiva in cui confrontarsi e scontrarsi, su questioni divisive, argomenti e notizie di attualità politica, sociale ed economica del nostro Paese, con De Girolamo chiamata ad ascoltare e a mediare tra le tante voci, tentando ove possibile di trovare un punto di convergenza. Buone intenzioni immediatamente naufragate, perché l’ex parlamentare ha subito esplicitato tutti i propri limiti nel dover gestire argomenti divisivi e sfaccettati, riuscendo nell’impresa di calamitare polemiche varie ad ogni puntata.

Il caso Corona

Al debutto De Girolamo ha ospitato in studio Francesco Boccia, che non solo è esponente Pd nonché ex ministro per gli affari regionali e le autonomie nel governo Conte II, ma soprattutto suo compagno. 7 giorni dopo, per provare a risollevare gli ascolti tutt’altro che entusiasmanti del debutto, Rai3 si è piegata a Fabrizio Corona, superpagato a cui è stato concessa un’ora di trasmissione senza alcun tipo di contraddittorio, a sproloquiare su calcio, calciatori, scommesse ed etica giornalistica, permettendosi di fare la morale a chicchessia dall’alto del suo casellario giudiziario.

Non contento, a trasmissione conclusa ha accusato Nunzia, i suoi autori e la tv pubblica di censura, come se un’ora a disposizione per fare i promessi nomi dei calciatori a suo dire coinvolti nello scandalo scommesse ed esporre le annunciate e incontrovertibili prove non fosse abbastanza. Quando si dice essere cornuti e mazziati. Per provare a cavalcare ancora una volta l’argomento della settimana 7 giorni dopo sono arrivati Andrea Abodi, Andrij Ševčenko, Clarence Seedorf, Marco Tardelli e Paola Ferrari, ma è dinanzi alla rottura tra Giorgia Meloni e Andrea Giambruno che la conduttrice ha toccato vette di inarrivabile imbarazzo, da far impallidire Emilio Fede.

Beppe Braida e Giorgia Meloni

Nunzia De Girolamo si è infatti concessa un monologo di oltre 2 minuti, con volto tirato e tono serioso neanche stesse parlando dei migliaia di civili morti tra Israele e Gaza, per complimentarsi con la premier per come sia riuscita a chiudere il ‘caso’ del suo ormai ex compagno, travolto da alcuni fuori onda di Striscia la Notizia. “Avrebbe potuto stare zitta, avrebbe potuto invocare riservatezza, avrebbe potuto far finta di niente, e invece no, ha scritto sui social, ha dimostrato che quando si entra nella casa degli italiani, tutti i giorni, si può fare una cosa sola.

Metterci la faccia e il nostro Presidente del Consiglio ci ha messo la faccia!”. Testuale, tra gli applausi scroscianti del “popolo” presente in studio, De Girolamo ha proseguito chiedendo rispetto per il “dolore” della “donna, madre e premier” Meloni, a suo dire “coraggiosa” e meritevole di “solidarietà”. Una sorta di velato omaggio al Beppe Braida che fu, quando dal palco di Zelig il comico gridava “attentato!” nel parodiare i Tg4 di berlusconiana memoria. Ma le sconcertate risata, in questo caso, erano tutt’altro che volute.

La pornografia del dolore

Con la 4a puntata De Girolamo ha quasi voluto rendere omaggio ad Halloween, andando in onda con un’intervista horror alla giovane Asia, diciannovenne che la scorsa estate ha denunciato lo stupro subito da sette coetanei a Palermo. In un faccia a faccia durato mezz’ora, la conduttrice ha fatto rivivere alla vittima il trauma subito nei minimi dettagli, tanto da suscitare sdegno persino all’interno delle Commissioni Pari Opportunità di Rai ed Usigrai, con intellettuali, giornalisti, scrittori, operatori dell’informazione e dello spettacolo, rappresentati di associazioni e attivisti che hanno scritto e firmato una lettera aperta all’azienda per sottolineare come “le modalità di intervista incalzante nei confronti della sopravvissuta e la conduzione adottate da De Girolamo rappresentino un esempio inaccettabile di pornografia del dolore”.

L’ex Ministra ha chiesto alla giovane i dettagli dell’accaduto, le ha fatto ascoltare le intercettazioni dei suoi stupratori, le ha letto i commenti degli haters che incolpavano lei di quanto avvenuto. Travolta dalle polemiche via social De Girolamo si è difesa, sottolineando come Asia fosse pienamente cosciente di quello che sarebbe accaduto in trasmissione, di quel che le sarebbe stato chiesto. “Abbiamo condiviso tutto ciò che avremmo detto. Tutto”, ha ribadito la conduttrice, per poi passare all’attacco parlando di “Maschilismo latente che induce alcune donne a dire ad una vittima di non parlare, di non metterci la faccia e addirittura di nascondersi. Come se Asia si dovesse vergognare. Lei, che è la vittima! Come si può giudicare la volontà di liberarsi, anche pubblicamente, di un peso enorme?”.

Peccato ci sia modo e modo nell’affrontare determinati argomenti, che la 19enne interessata fosse o meno consapevole a cosa sarebbe andata incontro, realtà che De Girolamo non ha evidentemente ancora capito. A poche settimane dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si tiene il 25 novembre, una brutta pagina di informazione e di televisione, non a caso 7 giorni dopo sprofondata negli ascolti. Perché il “Popolo” reale, al cospetto di questa trasmissione, si è dato alla fuga.

Auditel in picchiata

L’esordio il 10 ottobre con appena 574.000 telespettatori e il 3,62% di share. Seconda puntata con ascolti in crescita grazie alla strombazzata e inutile comparsata di Fabrizio Corona, pari a 742.000 telespettatori e il 4,28% di share. Calo drastico 7 giorni dopo a quota 432.000 telespettatori con il 2,58% di share, seguiti il 31 ottobre da 420.000 telespettatori e il 2,70% di share. Ma è il 7 novembre che Avanti Popolo raschia il fondo del barile, precipitando ai 312.000 telespettatori, con appena l’1,79% di share.

Tutto questo mentre Bianca Berlinguer su Rete4 oscilla tra il 4,5% e il 7%, con picchi oltre il 9%, e Floris su La7 con DiMartedì sfiora il 7%. Ogni martedì Avanti Popolo è semplicemente il programma meno visto del prime time generalista. Rumor alla mano simile capolavoro costerebbe a mamma Rai 200.000 euro a puntata, a dir poco bruciati sull’altare del pressappochismo e della superficialità giornalistica, con argomenti e ospiti discussi e discutibili e una conduttrice catapultata senza meriti televisivi evidenti laddove sarebbero necessarie abilità che al momento parrebbero ancora mancare. Rai3, con la sua storia pluridecennale negli ultimi 12 mesi letteralmente calpestata dal governo Meloni, meriterebbe decisamente di meglio. Il “popolo” se n’è ampiamente reso conto e questi sono gli inequivocabili risultati.

Il programma della settimana è stato Viva Rai2, su Rai2