Ventunoaprileduemilaventitre. Nasce The Hollywood Reporter Roma. Sembra ieri e allo stesso tempo, lo rilevava ieri una collega affettuosamente, sembrano passati anni. Quasi offeso, le ho chiesto perché. E lei, sorridendo, mi ha detto “io mica me lo ricordo com’era quando non c’eravate”. Ha ragione, a volte ci stupiamo anche noi di quanta rilevanza abbiamo conquistato in pochissimo tempo.
Ecco, autocelebrarsi dopo un anno non ha senso alcuno, gli anniversari da festeggiare per un giornale sono altri, così come i traguardi. Ma è vero che The Hollywood Reporter Roma, in un panorama editoriale italiano che fa fatica ad accettare un inserto, figuriamoci una nuova testata multimediale, un nuovo giornale, è dopo poco diventato appuntamento editoriale fisso per tanti, addetti ai lavori, appassionati, protagonisti.
E, al contempo, questo ha anche accorciato i tempi, per tutti noi. Si è preteso subito un livello altissimo, perché questa è stata una start-up, sì, ma con una testata enorme, per portata culturale, industriale ed evocativa, e quindi non si poteva sbagliare. Non si può mai, ma noi ancora meno.
Una sfida meravigliosa, appena cominciata, ma che in una domenica più fredda di quello che una primavera ci farebbe immaginare, può farci fermare un momento, alzare lo sguardo, sorriderci e dirci – 8000 articoli dopo, sfogliate quasi 400 pagine cartacee in tre pubblicazioni che sono già cult (e, abbiamo scoperto, oggetto di collezionismo), con 365 giorni alle spalle e un po’ di milioni di parole scritte da noi e lette da voi – che sì, questa è proprio una bella avventura e ne vale la pena.
E che siamo solo all’inizio, ma di questo primo anno possiamo essere orgogliosi, di come siamo arrivati ovunque, a indagare la modernità e il futuro a Venezia, a premiare chi poi è esploso in tutto il mondo a Roma, a camminare a fianco a Torino, ad abbracciare Locarno. Festival che puntellano la stagione cinematografica e che hanno naturalmente accolto questo progetto, per fare un pezzo di strada insieme. Dopo pochi mesi che era nato.
Sapete e sappiamo, lo abbiamo già detto più volte e credo dimostrato, che volevamo provare a fare qualcosa di diverso e che ci siamo riusciti, ma che ora dobbiamo puntare ancora più in alto e a distinguerci ancora di più. Che un anno così, ne vale venti di altre testate, perché dentro ci abbiamo condensato tutto, ma diamine, siamo The Hollywood Reporter Roma, è giusto così.
Grazie a tutti, è giusto e doveroso dirlo. Con quello stesso sorriso e pretendendo da noi stessi sempre di più. Perché un po’ lo abbiamo dimostrato che si può fare un altro tipo di informazione ma non ci accontenteremo e raddoppieremo gli sforzi.
Il 21 aprile 2023, nelle prime ore del mattino, dopo una festa a Palazzo Brancaccio, a Roma, eravamo in redazione a ricontrollare gli articoli, le interviste, top story, cover digital e l’home page. A rileggerci, per correggerci, controllarci e sì, anche un po’ per ricordarci che era tutto vero.
Lo è, e ovviamente il tempo delle sfide non è finito. Anzi, queste ultime si sono moltiplicate. Sempre cercando di uscire dalle logiche un po’ consunte di un sistema, che come abbiamo detto in un recente editoriale, deve ripensarsi, smettere di arroccarsi in fortezze ideologiche e guardare a un futuro diverso.
Smetterla di guardare al passato, di struggersi di nostalgia per esso, di mitizzarlo. Un processo che in questi tempi contraddittori è in mano, incredibilmente e spesso, alle generazioni più giovani che a volte rimpiangono ciò che neanche hanno vissuto.
Non deve farlo il cinema, non deve farlo neanche Roma, con cui condividiamo il giorno di nascita. Non deve farlo questo paese.
Buon compleanno The Hollywood Reporter Roma e cento di questi giorni.
Goditi il futuro, anzi scrivilo. Che in fondo è quello che ti riesce meglio.
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