X Factor 2023: le pagelle della terza (e ultima) puntata delle audizioni, ridateci i Ken La Fen. ORA.

La band che ci ha rubato il cuore è stata eliminata per colpa di Dargen D'Amico, che invece dovrebbe amarli. Forse li ha sbattuti fuori per farci subito un feat. Pazzi di Anna Castiglia, vanno rianimati i giudici, mai così apatici

Finite le audizioni, anche per consunzione dei giudici, che quasi non sono pervenuti. Terza puntata, terze pagelle di X Factor 2023. Speriamo di non essere impiegatizi nei giudizi come i quattro moschettieri – tranne quando Ambra si commuove e Fedez che ride come mai prima nella vita -, stanchi nell’animare lo show, condizionati (soprattutto Dargen) da un pubblico in evidente stato d’ebbrezza. Sono state tante le scelte improbabili – sia tra i promossi che tra i bocciati – e la nuova regola che farà comporre il roster non agli autori ma ai quattro giudici animerà di sicuro i boot camp. Che saranno interessanti: non ci sono talenti clamorosi già sicuri del posto, tante sono le promesse, alcuni sono passati per fare numero.

Anna Castiglia 10

“Daremmo la colpa alla qualsiasi cosa pur di non prenderci una responsabilità” è la frase della presentazione della sua canzone che già dovrebbe valerle i live. Anzi, varrebbe la pena fondarci un partito politico su questo assioma.
Un incrocio tra Gaber e Federico Salvatore, con un flow da rapper francese e qualche spicchio di Stromae in nuce, più che un’artista è un corto circuito intellettuale. “Sono una vittima eclettica” è una frase da tatuarsi sull’avambraccio, la canzone Ghali è come i suoi occhiali: non dovrebbero piacerci, ma sono sexy e pieni di personalità. Come Anna, che dovrebbe raccontarsi e raccontarci per tante altre puntate. E poi fa dire e dare il più bel giudizio di Fedez di sempre “l’ironia è il privé dell’intelligenza”. In più ha 23 anni, beata lei. Abbastanza giovane da fare quello che le pare, abbastanza matura da farlo bene.

Anna Castiglia, un corto circuito tra Gaber e Federico Salvatore

Anna Castiglia, un corto circuito tra Gaber e Federico Salvatore

Lorenzo Bonfanti 9,5

Ho Hey! Che fenomeno! Lo sguardo obliquo e pieno di paura di chi si è giocato tutto per amore. Della musica e di chi ha creduto in lui e lo ha convinto a licenziarsi da metalmeccanico solo una settimana fa per dedicarsi alla sua passione.
Una paura bella, che tira fuori un timbro vocale che ti fa girare la testa per capire da dove viene. E come.
Non provate a cambiarlo Lorenzo, che dentro ha un mondo e gli va tirato fuori senza corromperlo neanche un po’. È bello, vissuto, deciso e garbato, come la sua chitarra.

La frase di Dargen 9

Ambra, riferito al concorrente Rocco Dipalma. “È proprio una brava persona”. Dargen, riferito al tavolo dei giudici. “A differenza nostra”. Si è svegliato dopo due puntate e tre quarti. Ma alla grande.

Samuele arriva, canta un pezzo di Cremonini, e alla fine pensi sia un suo inedito. Talento e understatement, diverremo pazzi di lui

Samuele arriva, canta un pezzo di Cremonini, e alla fine pensi sia un suo inedito. Talento e understatement, diverremo pazzi di lui

Gaetano De Caro e Samuele Barracco 8,5

Una voce clamorosa. Un personaggio che ha qualcosa dentro, anche di potente, ma pure di fragilissimo. Si crede Marilyn Manson, ma ha lo sguardo perso di Amy Winehouse. Difficile capire cosa augurarsi per lui: il sospetto è che se andrà ai live  lui darà a noi più di quanto noi daremo a lui.
L’altro canta Nessuno vuole essere Robin. Fare bene Cremonini, se non sei lui, è impossibile. Ma non per questo ragazzo, che fa sembrare normale l’eccezionale, ma pure il contrario. E che è rivoluzionario nel suo voler essere Robin.
Portiamolo in semifinale per farli cantare insieme. Cremonini e Barracco intendiamo, sebbene pure con Gaetano non sarebbe male.

Gaetano De Caro, il concorrente di Bari che vorrebbe essere Marilyn Manson, ma pure Lana Del Rey. E ci riesce

Gaetano De Caro, il concorrente di Bari che vorrebbe essere Marilyn Manson, ma pure Lana Del Rey. E ci riesce

Niccolò Selmi 8

Che strano (s)oggetto musicale. Il suo sembra un inedito di Amici, poi quel ritornello dolente va sotto pelle, lo sguardo dimesso diventa fiero e ferito, senti che fa tanto male quello che ha passato e sta passando ma anche che lo combatte alla grande. E hai voglia di stargli accanto. Pure a quel papà che lo capisce più di quanto entrambi credano, ma non se lo sono mai detto. Ma in quell’abbraccio rubato dalla regia, c’è tutto.

Francesca Spennato 7,5

Fa Nina Simone alla grande, poi dice che però il suo idolo è Beyoncé. E tu trovi una coerenza con questo strano tipo che sembra una fricchettona fuori tempo massimo, tra chakra e espressioni suicide tipo “Morgan cucciolo”, una faccia da Beanie Boos e quella voce che da urticante e bamboleggiante diventa solenne e profonda al solo partire di una nota. Irresistibile almeno quanto è irritante.

Francesca Michielin 7

A volte anche se ti relegano a fare la Lodovica Comello a Italia’s Got Talent, a fare il training autogeno manga dei concorrenti e il sostegno morale ai parenti, puoi mettere la firma su una puntata solo con due parole. “Da oggi comincerà un percorso duro, faticoso, impervio. Come dicono i saggi: saranno cazzi amari”. Come non amarla.

Jacopo Carosi 6,5

Sembra Quentin40 che canta la sigla di Carletto Principe dei Mostri. Il suo pezzo forse è migliore come soggetto di un cortometraggio horror che come pezzo rap, ma hai 16 anni e sembri, sei un fumetto che ha un flow derivativo ma ironico e giocoso. Se i giudici si fossero presi meno sul serio, ci saremmo divertiti con lui. Il problema è che la leggerezza fa paura.

Jacopo ha 16 anni. E un'immaginazione "spaventosa"

Jacopo ha 16 anni. E un’immaginazione “spaventosa”

Filippo Guidoboni 6

Di quelli a cui accendere il microfono dopo 30 secondi. Prima sbaglia gli accordi, canta che sembra avere l’ovatta in bocca, sembra quasi caricaturale, si cuce addosso un pezzo non adattabile eppure risulta credibile. L’impressione è che sia dolce o furbissimo. O entrambe le cose. Perché uno davvero timido non urla D0n’t let me down con quella carica.

Alice Barbara Tombola e Melmosa 5,5

A loro modo, recitano una parte, portano una maschera. Bella, per carità, ma pur sempre una maschera. Con quelle voci, piene di carattere e di profondità, è un gran peccato però nascondersi dietro virtuosismi triti e ritriti e andare sul sicuro. Se escono dalla comfort zone, però, potrebbero sorprenderci. E tanto. Se dobbiamo fare una scommessa, puntiamo su Melissa.

Giovie e Micke e Revenant 5

Detto che Il cantante di Rovigo è il nome che devono prendere prima di subito – Morgan è un genio – hanno tutto per piacere: facce pulite, violoncello pop, virtuosismi da karaoke d’alto bordo. Ma sembrano continuamente scimmiottare qualcun altro e qualcosa altro e si sentono i live già in tasca. Il bagno d’umiltà che impongono loro i giudici, con frasi sferzanti, insieme alla seconda opportunità ottenuta, potrebbe far loro un gran bene.

I Revenant suonano bene e hanno un frontman con un difetto di pronuncia. Sono cloni dei Måneskin e finiscono per farti sentire vecchio. Inevitabile: quando dai un voto a qualcuno che fa una cover di una band a cui hai già dato il voto a X Factor, capisci che loro hanno avuto successo. E tu sei irrimediabilmente decrepito.

Valentina De Rosa 4,5

Avesse fatto la falsa modesta e avesse puntato meno sulla sua folgorante bellezza ora la vedremmo dei boot camp, la voce c’è, la personalità pure, ma invece che onorare Pino Daniele si specchia. Quella sicumera funziona sui social, per avere un like o tante visualizzazioni (solo i boomer credono ancora siano un segnale di successo, spesso ti likano o ti seguono solo per capire quanto a fondo puoi andare, quante stupidaggini puoi dire).

Vittoria Gado 4

Per un momento pensi che si sia fumata una senza filtro all’elio, per la tonalità vocale abbastanza assurda, poi dici che in qualche modo è una Giusy Ferreri sotto acido che ha ascoltato troppi dischi di Amy Winehouse con il testo arrabbiato che scriveresti in un diario del liceo e la metrica rispettata quanto quando inventi una poesia per Natale a 8 anni. Vorresti risentirla, ma allo stesso tempo hai paura di farlo. E non solo tu, visto che pure il padre la definisce un caso clinico. E la madre prega perché stia zitta. Però è una di quelle concorrenti su cui facilmente cambierai idea.

Sedeyp 3,5

Band da occupazione del liceo, ultima sera, sballo totale, i penultimi a salire sul palco. Il pubblico a quel punto non è più lucido, si accontenta di un sound elementare e ben fatto, il cantante incerto non lo noti perché stai facendo troppo casino tu e ti dai la colpa. Se X Factor durasse due anni, potresti dar loro una chance. Così, devono fare un miracolo.

Ragazze Punk 3

Intendiamoci, a 16 anni la metà di noi ha fatto cose ben peggiori, di cui vergognarsi ben di più di Stella di Hollywood. Il testo, imbarazzante, è la cosa migliore, poi lo spiegano e si cade in un abisso di vacuità che sembra disegnato da un’intelligenza artificiale imbeccata dai pregiudizi dei boomer di cui sopra. E l’IA sembra metter lo zampino pure nell’apparato musicale, che sembra una base da pianola, e nella contaminazione tra genere (pop e trap rauco), ma di quelle free, non implementate. Però il liceo svizzero che frequentano, fatto di artisti e sportivi, deve essere una figata clamorosa.

Hanno 16 anni, vengono da Lugano e vorrebbero baciare il loro uomo nel suo privé

Hanno 16 anni, vengono da Lugano e vorrebbero baciare il loro uomo nel suo privé

Alessandro Conti 2,5

L’Avvelenata stonata e fuori tempo, potrebbe essere un genere teatrale sperimentale. La sua è stata una performance in cui quando è colato a picco ha trovato persino un suo fascino. Il punto è che la musica non è il suo mestiere: non va a tempo, ha una voce squilibrata, se è davvero un producer le sue basi sono da arresto in flagranza di reato.

Fuso Orario 2

Il nome ha senso solo se sta a dire che neanche un jet lag assassino può giustificare un pezzo così oggettivamente, oceanicamente, brutalmente brutto. Lui la chiama “tormentone estivo”, noi “tortura estrema”.
Non sa spiegarsi perché non sia piaciuto. E il problema sta tutto lì.

Alessandro Amazzini e Christian Nubukpo 1,5

Mirtilli Rossi Pandemia è il titolo. Basta solo che me la dai, solo così mi guarirai è il ritornello. Bora è il nome dell’artista. Stroncarlo oltre a quello che ha fatto lui stesso alla sua “arte” è impossibile, oltre che ingeneroso. L’altro canta Feliz Navidad a X Factor, riscritta da lui. Male male male. “Come mangiare il panettone a Ferragosto” dice Fedez. Magari, diciamo noi, che all’ultima serata del Festival di Locarno lo mangiamo sempre. Con tanto di risotto. Una delle cose buone che ci ha regalato la Svizzera, altro che le Ragazze Punk.

Rocco Dipalma 1

Quando anche Francesca Michielin fa la faccia di Corrado e del maestro Pregadio alla Corrida, vuol dire che gli autori del programma ti hanno voluto fare del male permettendoti di finire su quel palco. Ma se tu hai l’animo puro del bambino, canti Mango perché se devi fallire meglio farlo alla grande e alla fine lì ci vai come Cattelan all’X Factor ungherese. Ma almeno quel look da parodia de Il Padrino poteva evitarlo.

Bonus Track: Ken la Fen.

Il calvo è un inno di libertà e bellezza, di inadeguatezza poetica, di meraviglia romantica come quell’angelo biondo muto e mezzo nudo al centro della scena. E far ridere scompostamente Fedez è un merito umanitario. Dovremmo inventare una categoria per loro: non vinceranno mai, ma devono suonare tutti i loro pezzi ai live. TUTTI.
La demenzialità scorretta ha bisogno di loro. Con o senza piastra. Apriamo un fan club, subito.