Futurama, la recensione: i nuovi episodi sono un omaggio ai fan, ma niente di più (e va bene così)

La serie comica animata di fantascienza, inventata da Matt Groening e David X. Cohen, arriva per la prima volta in streaming su Disney+, con sei nuovi episodi, distribuiti dal 24 luglio

Nel mondo delle tournée musicali ci sono artisti che se ne vanno in giro a promuovere nuove canzoni, e “i grandi vecchi” che continuano a riempire i locali suonando un catalogo di popolarissimi cavalli di battaglia. Anche se i musicisti, in genere, non amano sentirsi definire “grandi vecchi”, ciò non significa che i veterani non possano fare buona musica. Semplicemente, sanno cosa vogliono i fan e li accontentano.

I primi sei episodi della nuova stagione di Futurama presentano l’adorata serie comica proprio nella luce del “grande classico”. E chi può biasimarli? Se c’è uno show che deve al suo pubblico del buon fan service, è proprio questa serie, cancellata dalla Fox nel 2003 e poi resuscitata prima con una manciata di episodi lunghi, e poi come serie regolare su Comedy Central, dove si è conclusa nel 2013.

Ma anche in quel caso, morta non significava davvero “morta”, tanto che le richieste dei fan hanno portato Hulu (Disney+ in Italia, ndt) a rilanciare la serie ancora una volta. Ma Hulu avrebbe potuto forse produrre dei nuovi episodi senza riarruolare  l’intera squadra di doppiatori originali? Probabilmente no. E comunque la rumorosa indignazione online per lo stallo delle trattative contrattuali ha fatto sì che tutte le star venissero riportate all’ovile per quest’ultimo revival.

Quindi, se all’inizio di questa stagione di Futurama si prova una sensazione di “siamo qui per suonarvi i nostri classici”, ciò non incide sul piacere di vedere dei nuovi episodi. Né significa che quelli successivi – Hulu ne ha ordinati 20 finora – non riusciranno a raccontare anche qualcosa di nuovo. La serie è consapevole che, senza il supporto dei fan, sarebbe probabilmente rimasta in naftalina per 20 anni. Se la ricompensa per l’entusiasmo degli ammiratori è una buona dose di ruffianeria, che male c’è?

Un piccolo ostacolo al ritorno in gloria di Futurama è stato il fatto che, intenzionalmente o meno, la serie si fosse conclusa con un episodio molto forte trasmesso da Comedy Central. In quella puntata Fry (Billy West) e Leela (Katey Sagal) hanno sperimentato una solitaria felicità coniugale grazie a un pulsante difettoso capace di alterare il tempo, e quando il Professore (sempre West) ha riparato lo strumento, sono tornati a vivere le loro vite, circondati dalle persone amate. Non proprio l’episodio più divertente di Futurama – anche se il loop temporale che riduceva puntualmente in poltiglia Fry era piuttosto gustoso – ma sicuramente era una puntata dolce e romantica, capace di chiarire molti degli interrogativi sollevati dalla serie sulle possibilità e i limiti del viaggio nel tempo. Dal punto di vista emotivo, era esattamente il momento giusto per abbandonare Futurama… e ora bisogna ricominciare da capo.

La nuova stagione – mi rifiuto categoricamente di provare a calcolarne il numero, dato che le numerose stagioni troncate e i film hanno reso insignificante il conteggio tradizionale – ritorna con il tipico format di questo genere di operazioni. The Impossible Stream, scritto dal veterano della serie Patric M. Verrone, è un episodio del tipo “ci hanno cancellato e ora hanno fatto il reboot, scherziamoci su”. Per Will & Grace è andata così. Lo stesso per Tiny Tunes. Idem per Party Down. L’ammiccamento e la strizzata d’occhio sono carini, ma è difficile ricordarsi l’ultima volta che uno di questi episodi ci sia sembrato davvero originale. Forse dovrei tornare indietro fino alla gag de I Griffin quando Peter Griffin elenca tutte le altre serie che hanno fallito su Fox tra cancellazioni e resurrezioni. Ma è l’ultima volta che dirò qualcosa di carino su I Griffin, in questa recensione o altrove.

Dai commenti sul reboot si passa a quelli sull’universo dello streaming, quando Fry annuncia, nell’orrore generale, la decisione di dare uno scopo alla sua vita: guardare ogni episodio disponibile di ogni serie tv mai realizzata, iniziando con un abbonamento a Fulu, “il quarto servizio di streaming più popolare al mondo”. Capito il mood? L’episodio è pieno di giochi di parole e riferimenti divertenti e meno rivolti ai critici televisivi, ma la comicità che ne deriva è geniale. Mi è sembrato che ci fosse più una critica involontaria ai due scioperi in corso – uno degli ultimi programmi visti da Fry è una sitcom con protagonisti dei robot – che non all’universo dello streaming.

Gli episodi successivi, che ripercorrono la storia di Fry/Leela nella crescita della loro storia – che il finale della stagione precedente aveva di gran lunga risolto – danno la sensazione di essere stati scritti in base alle aspettative dei fan. Pensate che Mordicchio sia carino? Ecco un episodio con Mordicchio! Vi ricordate di Babbao Natale Robot? Ecco un episodio con Babbo Natale Robot!

La quantità di tributi, omaggi e personaggi ricorrenti è un ottimo modo per adulare gli spettatori e non è necessariamente un segno di pigrizia creativa. La seconda puntata della stagione – “Ricordate Kif? Ecco un episodio su Kif!” – è un richiamo diretto ad Aliena vita da alieno, che si concludeva con Kif che diceva ad Amy (Lauren Tom) che i loro strani girini non sarebbero stati in grado di vivere fuori dall’acqua per 20 anni. Posso solo immaginare l’eccitazione degli sceneggiatori quando hanno capito di poter riprendere quella battuta 20 anni dopo. Questa gioia netta e contagiosa permea quello che è probabilmente il mio episodio preferito.

Lo show non esaurisce il materiale a disposizione. Solo, non resta poi tanto da dire. C’è un episodio-parodia dei BitCoin che immagina la corsa alle criptovalute come un’estensione della corsa all’oro del XIX secolo. Occhei. Poi c’è un episodio sulla fiorente attività commerciale online di Mamma (“Vi ricordate Mamma? Ecco un episodio su Mamma!”). Si chiama Momazon e i loro magazzini sfruttano lavoratori robot. Occhei.

Non c’è un episodio veramente venuto male, e ogni puntata mi ha divertito e fatto ridere. Allo stesso tempo, in queste sei puntate, non c’è un nuovo personaggio memorabile, o una struttura narrativa particolarmente stravagante. Del tutto accettabile, certo. Ma un pizzico deludente.

(Traduzione di Nadia Cazzaniga)