No Activity – Niente da segnalare è una serie simpatica che, però, non si fa un’importante domanda: a chi deve parlare?

Un cast divertente, da un irresistibile Luca Zingaretti al duo Signoris & Fanelli, che funziona anche in scrittura, ma lascia perplessi sulla direzione che la serialità sta prendendo per il suo futuro

Prime Video è una piattaforma streaming e, fin qui, siamo tutti d’accordo. Una fonte di prodotti originali, film e serie, che come qualsiasi finestra di produzione e distribuzione può attraversare i suoi alti e i suoi bassi, nazionali e internazionali, sia quando l’investimento è ingente o le intenzioni sono più modeste.

Metterci a tavolino a riquadrare la funzione e la fruizione possibile di Prime Video per gli spettatori non è un vezzo o un capriccio con cui cominciare a parlare di No Activity – Niente da segnalare, bensì un modo per restituire il contesto di appartenenza della comedy della piattaforma, che dovrebbe perciò avere bene a mente il luogo chiaro e definito in cui andarsi a incastrare tra le varie iconcine della sua home centrale.

Che poi è lecito, non bisogna scrivere solamente pensando alla destinazione del proprio prodotto. Un buon film o una buona serie è tale su qualsiasi dispositivo o schermo. Ma è pur vero che capire di cosa si sta parlando e dove si deve farlo può contribuire alla riuscita di un progetto, che la penna sia valida o meno.

Le firme di No Activity – Niente da segnalare sono ben quattro – Laura Grimaldi, Paolo Piccirillo, Stefano Di Santi e Pietro Seghetti – che adattano sulla comicità italiana un format australiano, suddividendo volti e personalità per una storia lineare seghettata in una serie di sketch, scenette e siparietti cuciti ad hoc.

Carla Signoris e Emanuela Fanelli in No Activity - Niente da segnalare

Carla Signoris e Emanuela Fanelli in No Activity – Niente da segnalare

E il montaggio, oltre alcune delle interpretazioni del cast, è la migliore delle trovate del progetto, una sorta di guardia e ladri in cui i poliziotti aspettano di incastrare i criminali con un importante blitz, mentre aspettano un fantomatico carico.

No Activity: essere divertenti, oggi, è abbastanza?

Uno show che pecca però nel non porsi la domanda fondamentale che, ormai, nessuna serie (e di certo qualche film) vuole farsi, avendo paura forse di sentire l’esito della risposta. E il grande quesito, l’interrogativo che fa tremare le gambe è: questa serie a chi è indirizzata? A chi sta parlando? A chi vuole e deve rivolgersi un simile genere di comedy?

No Activity – Niente da segnalare ha un’impostazione insieme vecchio stampo, come le strisce che alcuni anni fa passavano anticipando la prima serata su canali generalisti alla Italia Uno, e per assurdo molto contemporanea. Una sorta di divisione in piccoli estratti e soluzioni narrative più da condivisione social che da tipico racconto episodico, che benché sia comunque tutto appartenente al magico universo del world wide web ha un tipo di costruzione differente, e che funziona perciò diversamente quando si sposta da un media a un altro.

Detto questo, la serie non è male. Ma non ha la giusta presa sullo spettatore proprio perché non risponde ai codici della visione streaming. È leggera e dura poco (sei puntate da trenta minuti). È spigliata e i personaggi sono dettagliati. Gli attori sono tutti simpatici, maschere ritagliate e cucite sugli interpreti che duettano in sintonia tra di loro. Ma è una visione che rimane sospesa. Completamente assestante. Che non ha un piglio che va oltre a quei pochi minuti di visione e che se ti fa proseguire è più per inerzia che per vera voglia di andare avanti.

Eppure, se bisogna trovare un vero e proprio motivo per vederla, è nella variante inaspettata e ironica di Luca Zingaretti, marito lasciato dalla moglie, col collega che non lo sopporta e costretto a doversi confrontare con una commissione disciplinare. Canta Marcella Bella, si dimena sulle note di Nell’aria (seppur nello spazio ristretto di una macchina) e cerca disperatamente un amico. Oltre che riconquistare la coniuge. Anche la coppia Carla Signoris e Emanuela Fanelli è vincente.

Ma che ci si può divertire con No Activity lo abbiamo capito. Eppure nell’epoca in cui la scelta è molteplice, la competizione furiosa e il tempo è poco essere solo divertenti non è abbastanza. Anzi, si potrebbe dire: non c’è niente da segnalare.