Il mondo sembrava troppo distopico per Black Mirror. È quello che sostiene Charlie Brooker, creatore e sceneggiatore della serie antologica Netflix, il quale ha spiegato le ragioni della lunga attesa di questa sesta stagione, che torna il 15 giugno dopo una pausa di quattro anni.
Nell’annunciare la nuova stagione, Brooker ha dichiarato di essersi prefissato di reinventare ancora una volta la serie “rovesciando deliberatamente alcuni dei miei presupposti fondamentali sul cosa aspettarsi” da un episodio di Black Mirror. Il risultato sono cinque puntate: Joan è terribile (incentrato su una piattaforma streaming simile a Netflix), Loch Henry, Beyond the Sea, Mazey Day e Demone 79.
Black Mirror 6 “non sarà proprio rose e fiori”
Nonostante in passato abbia deliziato gli spettatori con episodi sorprendentemente pieni di speranza, come San Junipero, vincitore di due Emmy, Brooker afferma che le nuove puntate sono “cupe”.
“In un certo senso sono anche tornato ad alcune storie classiche alla Black Mirror“, ha dichiarato Brooker in un’intervista a GQ. E aggiunge: “Quindi non è che questa stagione sia proprio rose e fiori. Si tratta certamente di alcune delle storie più cupe che abbiamo mai realizzato”.
“La sensazione è che la distopia tocchi l’animo del momento presente. Molti dicono che è ‘come se vivessimo in un episodio di Black Mirror’, quindi c’è sicuramente un guardare indietro”, afferma Brooker. “Guardiamo a un passato alternativo. Abbiamo debellato molte malattie e in generale stanno andando bene molte cose che poi perdiamo di vista – continua lo sceneggiatore – ma è un po’ terrificante pensare che la democrazia stia per collassare. Oltre al fatto che il clima sta distruggendo tutto”.
Tra la commedia, il tragico e Chat Gpt
Tra i nuovi episodi proposti, tuttavia, c’è anche una “commedia vera e propria”, nonché un episodio ispirato alla serie The Dropout, uscita su Hulu e tratta dalla storia di Elizabeth Holmes. C’è anche una puntata che affronta la cultura dei paparazzi (l’autore non ha fatto spoiler sulla connotazione con la quale saranno affrontate le tematiche).
Uno di questi episodi è incentrato su una tecnologia avanzata simile all’intelligenza artificiale, che ha spinto Brooker ad approfondire la sua esperienza con ChatGPT. “La prima cosa che ho fatto è stata digitare ‘genera un episodio di Black Mirror‘ – aveva affermato precedentemente lo sceneggiatore – e mi è venuto fuori qualcosa che, a un primo sguardo, era plausibile da leggere, ma a un secondo sguardo, era una merda”.
“Con ChatGPT, quando ne sono venuto a conoscenza per la prima volta, ho pensato: ‘Oh mio Dio, ecco, il mio lavoro è finito’. Ma ora, dopo averci giocato un po’ di più, se ne possono vedere i limiti”, afferma. “C’è qualcosa di molto generico nell’arte che sforna. Tra cinque anni sarà innegabilmente perfetto, ma fino a che punto sostituirà l’esperienza umana? Non so se ci arriverà mai”.
C’è ancora fiducia
Nonostante le sue difficoltà, in questo periodo, Brooker rimane fiducioso. Non ha perso il suo ottimismo nella tecnologia in generale. “Ho fiducia nel fatto che la generazione più giovane sembri avere la testa a posto e sembri essere incazzata”, dice Brooker. Lo sceneggiatore sostiene da tempo che l’antagonista di Black Mirror non è la tecnologia, ma quello che ci fanno le persone.
“Di solito nella storia c’è un umano debole e imperfetto che manda tutto a puttane, non è specificamente la tecnologia a farlo”, ha dichiarato in un’altra intervista pubblicata su Wired. “Abbiamo fatto Metalhead, che parlava di cani robot con delle IA che andavano in giro a uccidere la gente, e ok, qui è colpa della tecnologia. Ma in Ricordi pericolosi, l’episodio sulla riproduzione dei ricordi, è un marito geloso e insicuro che manda a puttane la propria vita. In genere non è colpa della tecnologia all’interno delle storie”.
E continua: “In generale sono favorevole alla tecnologia. Probabilmente dovremo fare affidamento su di essa se vogliamo sopravvivere, quindi non direi che gli episodi di Black Mirror siano necessariamente degli avvertimenti, quanto piuttosto delle preoccupazioni, se capite cosa intendo. Si tratta di prefigurare gli scenari peggiori”.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma