Hollywood, la carica dei 175 divi contro la messa al bando dei libri di testo “pro gender”

"È solo questione di tempo: gli ideologi regressivi e soppressivi sposteranno la loro attenzione su altre forme d’arte", avverte la lettera aperta - firmata anche da Guillermo Del Toro, Mark Ruffalo, Sharon Stone e Ariana Grande - contro la messa al bando di 50 volumi che secondo il governatore della Florida, Ron DeSantis, "incorporano temi proibiti e indottrinano i ragazzi"

Ariana Grande, Guillermo del Toro, Padma Lakshmi, Roxane Gay, Gabrielle Union, Sandra Cisneros, Amanda Gorman, Margaret Cho e Ron Perlman sono tra i firmatari di una lettera aperta che invita le comunità creative di Hollywood e non solo a far sentire la loro voce per fermare la messa al bando di libri.

175 attori, musicisti, autori, comici, star dei reality, modelli, personalità dei media, accademici, attivisti e altri ancora hanno firmato la lettera aperta del conduttore di Reading Rainbow LeVar Burton (attore e regista, già Kunta Kinte nella miniserie cult del 1977 Radici e Geordi La Forge in Star Trek), pubblicata martedì dall’organizzazione di rappressentanza pubblica e comitato di azione politica MoveOn Political Action.

La messa al bando dei libri “pro LGBTQIA+”

La lettera incoraggia i firmatari e i lettori ad affrontare le sfide a livello locale nei distretti scolastici degli Stati Uniti, definendo la messa al bando di libri un “comportamento restrittivo” che è “antitetico alla libertà di parola e di espressione”. Il documento sottolinea inoltre “l’effetto agghiacciante” che questi divieti possono avere “sul campo creativo in generale”. Un appello che nasce soprattutto dall’inquietudine del mondo LGBTQIA+.

“Non sottolineeremo mai abbastanza come questi sforzi censori non finiranno con i divieti sui libri”, continua la lettera. “È solo una questione di tempo prima che gli ideologi regressivi e soppressivi spostino la loro attenzione su altre forme d’arte e di intrattenimento, per portare avanti i loro attacchi e i loro sforzi per rendere le comunità emarginate, in particolare le persone BIPOC e LGBTQIA+, dei capri espiatori”.

La lettera si conclude affermando che i firmatari “si rifiuteranno di rimanere in silenzio mentre un campo creativo viene sottoposto a divieti oppressivi” ed esorta gli artisti a “unirsi, perché una minaccia a una forma d’arte è una minaccia per tutti noi”.

“È imbarazzante che si mettano al bando libri in questo Paese, in questa cultura, in quest’epoca. Ed è pericoloso che una manciata di individui decida che qualsiasi libro con persone nere e queer sia divisivo”, ha dichiarato Burton, produttore esecutivo del documentario 2023 The Right to Read. “Chiediamo a tutti di unirsi a noi e far sentire la proprio voce per sostenere la libertà artistica, abbracciare la storia multiculturale e mettere fine una volta per tutte ai divieti sui libri”.

I firmatari dell’appello

Mark Ruffalo, Billy Porter, Chelsea Handler, Constance Wu, John Leguizamo, Christie Brinkley, Angie Thomas, Raquel Willis, Idina Menzel, Roxane Gay, Adina Porter, Judy Blume, Busy Philipps, Garbage, Jodi Picoult, Natasha Rothwell, Andy Cohen, Sarah Paulson, Emma Roberts, Abigail Disney, Jazz Jennings, Margaret Atwood, Michael Ian Black, Sharon Stone, Judd Apatow, Nikki Giovanni, Alyssa Milano, Bill Nye, Zooey Deschanel, Patton Oswalt, Aisha Tyler, Natasha Lyonne, Maia Kobabe, Zoe Lister-Jones, Alok e Ava Max sono tra coloro che hanno sostenuto la lettera aperta, che ha iniziato a raccogliere firme quest’estate ed è disponibile integralmente su www.ArtistsAgainstBookBans.com.

“C’è un crescente consenso tra la maggioranza degli americani sul fatto che i divieti sui libri fanno regredire il nostro Paese”, ha aggiunto la direttrice esecutiva di MoveOn Rahna Epting. “Ron DeSantis e i repubblicani MAGA cercano di censurare tutti i nostri diversi background e di punire coloro che vivono, amano e pensano diversamente da loro. Non ci arrenderemo al loro estremismo. Non possono cancellarci. Siamo la maggioranza, siamo pronti alla sfida e prevarremo”.

In un’altra dichiarazione, Jennings, autrice messa al bando, sostenitrice dei diritti LGBTQIA+ e protagonista della serie TLC Io sono Jazz, ha definito “cruciale” la firma della lettera aperta e ha affermato che “parlando, posso difendere la libertà di espressione, promuovere la rappresentazione e l’inclusività, sostenere l’educazione e la comprensione, contrastare i pregiudizi e la discriminazione e dare ai giovani lettori la possibilità di abbracciare la propria identità e lottare per i propri diritti”.

L’attrice e produttrice Union ha esortato i sostenitori a non “restare senza far niente i mentre divieti sui libri diffondono odio e paura”, aggiungendo che “le nostre differenze devono essere celebrate e i nostri figli meritano di avere le risorse per esplorare appieno il nostro mondo”. La conduttrice di Taste the Nation Lakshmi ha dichiarato che “non possiamo proteggere i nostri figli dalla nostra storia, come è successo alla mia generazione. Decidere quali libri debbano essere presenti nelle biblioteche scolastiche è compito dei bibliotecari, non dei politici che vogliono continuare a fare whitewashing in questo Paese”.

Anche autrici pluripremiate come Cisneros – che ha definito i libri “una buona medicina” e ha spiegato che “se un libro non è sulla tua ricetta, lo rimetti sullo scaffale per qualcuno che ne ha bisogno” – e Jodi Picoult, che ha avvertito che i divieti iniziati “sugli scaffali delle scuole si stanno già trasformando in sfide ai contenuti” nelle biblioteche pubbliche, nelle librerie e nei teatri, hanno espresso la loro posizione contro la censura, insieme alle co-fondatrici della comunità di lettura online Belletrist, Emma Roberts e Karah Preiss, e alla star di Broadway Idina Menzel, che scrive libri per bambini insieme alla sorella insegnante Cara Mentzel.

“Mettere al bando i libri toglie risorse ai bambini che stanno cercando di trovare se stessi e di scoprire il mondo”, hanno detto Roberts e Preiss. “Dobbiamo alzare tutti la voce per combattere questi divieti, perché non si può permettere ai politici di soffocare la nostra crescita, la nostra creatività o le nostre identità”.

Menzel e Mentzel hanno aggiunto: “È compito di tutti noi sostenere tutti i bambini contro i divieti dei libri. Dobbiamo unirci e continuare a difendere i bambini di ogni provenienza, etnia, genere e orientamento sessuale, in modo che sappiano di essere amati, apprezzati e che non ci fermeremo davanti a nulla per proteggere i loro diritti”. Non solo tematiche LGBTQIA+, quindi, ma una visione più ampia di questa censura che vuole riaffermare uno strapotere di classe e di razza.

Le forme della protesta

La pubblicazione della lettera coincide con il National Banned Books Month ed è accompagnata da una corrispondente petizione pubblica di MoveOn, che metterà in contatto i firmatari con future opportunità di attivismo sul tema della messa al bando. Tali opportunità includono vari modi per sostenere la causa o eventi legati alla Banned Bookmobile di MoveOn, che quest’estate ha lanciato un tour in varie città dopo che le misure propagandate e sostenute dal governatore Ron DeSantis hanno portato a un aumento dei libri vietati e limitati nelle scuole della Florida, secondo l’Associated Press. Desantis noto, peraltro, per la sua feroce e restrittiva legge contro l’aborto e per le sue posizioni estremamente conservatrici su tutto ciò che riguarda il mondo LGBTQIA+.

A ottobre, la bookmobile distribuirà di nuovo libri vietati gratuitamente, oltre a ospitare eventi in collaborazione con i podcast Pod Save America e Lovett or Leave It di Crooked Media, e letture di autori in Georgia, Virginia e South Carolina, nell’ambito dell’iniziativa generale “Read Banned Books”.

Secondo Education Week, nel 2022 i divieti sui libri hanno raggiunto il massimo storico in 21 anni di osservazione; PEN America, un’organizzazione di ricerca che si occupa di monitorare le minacce alla libertà di espressione, ha segnalato oltre 4.000 contestazioni e divieti nei distretti scolastici da giugno 2021.

Traduzione di Nadia Cazzaniga