John Turturro: “Il mio Rigoletto è umano e minimale. E nel mio prossimo film Giuseppe Verdi sarà centrale”

L'opera di Giuseppe Verdi diretta dall'attore e regista americano di origini italiane sarà in scena al teatro Petruzzelli di Bari fino al 13 giugno. "Mi piacerebbe stare sempre nella buca dell'orchestra perché è affascinante vedere le continue vibrazioni tra il direttore d'orchestra e chi è in scena"

Dalle nebbie della Mantova del 16esimo secolo, mentre il gobbo cerca di farsi luce con una lanterna rossa, sul palcoscenico del Petruzzelli si fanno strada i dettagli di un Rigoletto in cui ogni elemento sembra ricalcato, quasi ad alta definizione, in quel perfetto equilibrio che si crea quando teatro e cinema s’incontrano.

È andato in scena ieri sera nel politeama barese il Rigoletto di Giuseppe Verdi, che porta la prestigiosa regia di John Turturro.

“È sempre bello imparare qualcosa di nuovo. In questo caso la mia intenzione è stata quella di essere al servizio della musica. Non ho cercato di reinventare niente ma solo di interpretare con la mia sensibilità, con l’immagine e con le luci, quello che veniva fuori dalla storia. Io sono cresciuto con l’opera e come sapete ho lavorato molto con la musica nei miei film. Mi piacerebbe stare sempre nella buca dell’orchestra perché è affascinante vedere le continue vibrazioni tra il direttore d’orchestra e chi è in scena” racconta l’attore e regista americano di origini italiane che dirige l’opera allestita in coproduzione dal Teatro Massimo di Palermo, dalla Shaanxi Opera House (Xi’an, Cina) e dall’ Opéra Royal de Wallonie-Liège.

Rigoletto per la regia di John Turturro

Rigoletto per la regia di John Turturro

John Turturro e la musica

“Come molti sapranno sono un appassionato di musica. Il suono della musica ci trasporta emotivamente, è una fuga dalla realtà, sogno, articolazione dei sentimenti e verosimilmente una primitiva forma di preghiera. Io sono cresciuto in una casa dov’ero circondato dalla musica d’ogni tipo: jazz, opera, R&B, soul, pop, folk, italiana, spagnola” spiega Turturro facendo riferimento anche ad alcuni suo lavori come il film musicale  Romance & Cigarettes con un cast stellare composto da James Gandolfini, Susan Sarandon, Kate Winslet e Christopher Walken.

Per non parlare di quel capolavoro che è Passione, presentato alla 67ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Un film-doc-musical sulla relazione ardente, amorosa, imprescindibile tra Napoli e le sue intramontabili canzoni classiche che si apre con Carmela cantata da Mina e si chiude con la Napul’è di Pino Daniele.

Rigoletto per la regia di John Turturro

Rigoletto per la regia di John Turturro

“Per una strana coincidenza, quando sono stato contattato per questa opera – continua Turturro durante la conferenza stampa – stavo lavorando a una nuova sceneggiatura per un progetto in cui la musica di Verdi era di fondamentale importanza. Dirigere Rigoletto mi sembrava un nuovo passo molto naturale nella mia educazione, o se vogliamo avventura, musicale italiana. Rigoletto è un capolavoro fantastico e ho tentato di rendere giustizia al materiale privilegiando i dettagli umani, senza tentare di reinventare qualcosa che non esiste o di portare un punto di vista moderno senz’altro scopo che la ricerca della novità. Ho preferito invece scandagliare le profondità del dramma. Abbiamo lavorato moltissimo sulle scene per ottenere un risultato il più possibile spoglio, minimale, privo di barocchismi sia interpretativi, sia di realizzazione. La storia si svolge verso la fine del XVI secolo, l’epoca di Cagliostro, della massoneria e dell’occultismo, in un palazzo rinascimentale in rovina. Marco Piemontese ha creato dei costumi che paiono usciti da un’oscura storia gotica. I personaggi sono rappresentati in modo semplice ma non semplicistico, con l’obiettivo di renderli più facilmente identificabili dal pubblico. L’unico colore che appare sempre in primo piano è il rosso” ha concluso il regista