Bryan Fuller accusato di molestie sessuali sul set di Queer for Fear

Secondo la denuncia, il produttore e showrunner avrebbe ripetutamente cercato contatti intimi e non consensuali con il co-produttore della serie, licenziato poco dopo

Il produttore e showrunner Bryan Fuller, noto per aver creato Hannibal e American Gods, è stato citato in giudizio per presunte aggressioni e molestie sessuali in una causa contro Amc Networks, Shudder e Steakhaus Productions per aver ignorato e favorito un ambiente di lavoro ostile sul set di Queer for Fear.

Il produttore della serie Samuel Wineman ha presentato mercoledì 4 ottobre una denuncia presso l’alta corte di Los Angeles contro i produttori della serie originale di Shudder, sostenendo che erano a conoscenza dei “gesti di Fuller e della sua propensione a commettere atti di discriminazione, molestie sessuali, aggressioni sessuali e ritorsioni”, ma “non hanno adottato misure correttive immediate e appropriate”.

Un portavoce della Amc ha dichiarato che la società sta esaminando la denuncia, mentre Fuller, Shudder e Steakhaus Productions non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento.

Wineman, il querelante, ha prodotto Queer for Fear. Secondo la denuncia, Wineman sarebbe stato licenziato prematuramente da Fuller, che era produttore esecutivo. Fuller avrebbe inoltre ridotto i credits di Wineman nella serie “come atto finale di ritorsione”.

La denuncia sostiene che Fuller abbia aggredito sessualmente Wineman “più volte” nel 2021 durante la produzione della serie. Con il pretesto di aiutare Wineman a scrocchiare la schiena, si legge, Fuller “ha premuto il suo pene contro le natiche del querelante” e lo ha tenuto lì in modo che “il querelante potesse sentirlo attraverso il tessuto dei suoi pantaloni”.

Wineman afferma anche che “l’ossessione di Fuller per la masturbazione permeava tutto”. Nel documento si afferma che Fuller “tirava spesso in ballo il suo pene”, che si trattasse di “letture che gli procuravano erezioni”, o di attori su cui “si masturbava tantissimo”, o di “dinamiche di potere adulto/bambino in storie su cui si masturbava”.

Il presunto ambiente di lavoro ostile si estendeva a “molestie verbali incessanti e bullismo casuale”. Wineman sostiene che Fuller spesso lo rimproverava fino a farlo piangere e si vendicava sabotando le riprese, disturbando gli intervistati e ignorandolo per settimane intere. La denuncia aggiunge che Fuller “faceva commenti discriminatori sui gruppi a cui appartenevano la troupe e gli intervistati, incluso il querelante, proclamando spesso il suo odio per tutti gli uomini gay”.

Traduzione di Nadia Cazzaniga