Elizabeth Olsen e il bisogno di altri ruoli oltre a quelli Marvel: “Non c’è longevità in un solo personaggio”

L'attrice di WandaVision ha anche parlato dell'importanza della privacy e del desiderio di avere figli (ma non vuole che questi si diano alla recitazione prima dei 18 anni)

Elizabeth Olsen vuole esplorare altri personaggi, oltre a Wanda Maximoff/Scarlet Witch della Marvel. La star di Love & Death ha parlato apertamente con il London Times dei suoi sentimenti riguardo al suo storico personaggio del Marvel Cinematic Universe, apparso di recente in Doctor Strange nel Multiverso della Follia.

Mentre parlava del suo ruolo più famoso, Olsen è apparsa combattuta. Ha detto: “Sto cercando di capire perché, in particolare negli ultimi quattro anni, la mia produzione è stata tutta Marvel. Non è che non voglio essere associata solo a questo personaggio…”. A detta dell’attrice di WandaVision, “sento davvero di dover ricostruire altre parti per avere un equilibrio. Ho tanta voglia di fare film in questo momento. E spero che alcuni di essi si realizzino nel modo in cui penso. Ma sì, è qualcosa di cui ho bisogno. Ho bisogno di altri personaggi nella mia vita. Non c’è longevità in un solo personaggio”.

Prima di entrare nel MCU, l’attrice sentiva di aver trovato le “condizioni ideali” nei ruoli che aveva accettato. Un paio di film di cui è “molto orgogliosa” sono I segreti di Wind River e Ingrid va a ovest. “Erano così diversi e non si possono paragonare”, ha detto Olsen. “Quindi, voglio più cose del genere nella mia vita, perché la variazione mi gratifica”.

Olsen ha anche parlato del fatto che cerca di tenere privata la sua vita al di fuori del lavoro, spiegando che non vuole essere vista come una celebrità, ma solo come un’attrice. Ha anche detto che spera di formare una famiglia con il marito Robbie Arnett. Se i sue dovessero avere dei figli, però, Olsen ha detto che non permetterebbe loro di lavorare a Hollywood prima di aver compiuto 18 anni.

“Assolutamente no. Le mie sorelle sono uniche nel loro genere, quindi non è una riflessione su di loro quando dico di no, penso che sia più una riflessione sulla cultura odierna”, ha detto. “Essere giovani oggi è già così complicato. Amplificare le difficoltà facendo l’attore bambino e poi ingigantire il tutto con i social media, penso che sia molto pesante per lo sviluppo di un bambino”.

Traduzione di Nadia Cazzaniga