Il regista spagnolo Carlos Vermut è stato accusato di stupro da tre donne

La vicenda è stata riportata da El País e comprende le interviste delle presunte vittime, rimaste nell'anonimato, oltre a svariate interviste a trenta persone

Di THR ROMA

Negli ambienti del cinema spagnolo c’è un caso che sta tenendo banco ormai da alcuni giorni: si tratta delle accuse di stupro mosse da tre donne, attraverso un articolo de El País, in cui hanno mantenuto l’anonimato, contro il regista Carlos Vermut (al secolo Carlos López del Rey), vincitore nel 2014 del premio Concha de Oro al Festival di San Sebastián con uno dei suoi film, Magic Girl.

Testimonianze seguite da reazioni a cascata di autorità e personalità pubbliche in favore della protezione delle donne e dei loro diritti, in una vicenda in cui molti riconoscono gli echi di quanto avvenuto con il movimento MeToo negli Usa.

In un lungo articolo d’inchiesta, El País ha ricostruito i casi delle tre donne che hanno deciso di denunciare i comportamenti di Vermut pubblicamente — una studentessa di cinema, una ex collaboratrice del regista e una lavoratrice nel settore culturale —, sia con loro dichiarazioni giurate, sia con interviste a oltre trenta persone a conoscenza di quanto denunciato o di informazioni di contesto.

Oltre a Carlos Vermut: il caso di Armando Ravelo

Tutte e tre le vittime hanno accusato il cineasta di atti sessuali violenti e non consentiti a loro discapito, in circostanze diverse avvenute tra il 2014 e il 2022. Contattato dal giornale, Vermut si è detto non consapevole “di aver mai commesso violenza sessuale contro qualsiasi donna”, e ha aggiunto di aver “praticato sesso violento” nel corso della sua vita sempre “in modo consensuale”.

In seguito allo scalpore suscitato da questo caso, anche un secondo regista, Armando Ravelo, è finito al centro di accuse di una donna: l’artista Koset Quintana gli ha infatti attribuito atteggiamenti di abuso psicologico, come quello di averla incitata ad avere rapporti sessuali con lui quando lei aveva solo 14 anni e lui 32, oltre che a consumare droga e porno.

Parlando a Efe, il regista ha riconosciuto tali fatti, ammettendo di “aver fatto male a molte donne” a causa di una dipendenza dal sesso, poi trattata e superata attraverso una terapia, negando però di aver mai commesso violenze sessuali.