Muore a 93 anni Isa Barzizza, attrice feticcio di Mario Mattoli e soprattutto musa di Totò, da cui imparò tutto e con cui recitò in 11 film e diversi spettacoli teatrali. Attrice modernissima che fu per lui, e non solo, davvero una spalla di alto livello: per verve comica, interpretativa e capacità di tener testa ai mattatori della sua generazione di fenomeni. Oltre al Principe Antonio De Curtis, Nino Taranto (per cui fu una straordinaria Zazà in un film in cui recitava, nella parte del domestico del protagonista, il grande regista Francesco Rosi), Walter Chiari, Carlo Dapporto. Ha recitato in teatro anche per Eduardo De Filippo. Fu scoperta da Erminio Macario che al padre, il musicista Pippo Barzizza, fece una corta spietata perché la figlia, appena uscita dal liceo, diventasse soubrette nel suo teatro di rivista. Accettò, il gelosissimo genitore, mettendo una sola condizione: che fosse sempre seguita da una governante.
Isa Barzizza, la soubrette diventata attrice
Un’interprete eclettica e straordinaria Luisita detta Isa, nella storia anche per essere il primo viso visto dagli italiani nella prima giornata di trasmissione della Rai, allora Eri, il 3 gennaio del 1954, quando andò in onda l’atto unico goldoniano Osteria della posta di cui era protagonista – a teatro sarà spesso la primadonna, anche per opere di Shakespeare – ruolo che al cinema ricoprirà invece solo per il lungometraggio del 1953 Viva la Rivista!.
Ad annunciare la dipartita è stato Don Paolo Pala, parroco di Palau, località sarda in cui l’artista si era ritirata a vita privata da 40 anni (e di cui era cittadina onoraria). La sua vita è stata bella ma anche molto dolorosa, così come quella carriera interrotta bruscamente a 31 anni, in seguito alla morte del marito Carlo Alberto Chiesa a causa di un incidente stradale sulla via Aurelia il 3 giugno 1960, e ripresa poi negli anni ’90, prima a teatro e poi per alcune efficaci caratterizzazioni al cinema: l’ultima per Fausto Brizzi, fu Nonna Emma in Indovina chi viene a Natale?, ma irresistibile fu anche nella parte di Marisa, anziana ricoverata in ospedale nel feroce e divertentissimo Viva l’Italia! di Massimiliano Bruno.
Donna straordinaria, seppe ricostruirsi dopo la tragedia di quella traumatica vedovanza ricostruendosi sia attraverso una nuova storia d’amore del costruttore Villoresi ma soprattutto diventando imprenditrice, fondando una società di doppiaggio. Rimarrà per noi il simbolo della comicità grazie alla gag del vagone letto in Totò a colori, che nasce nel loro spettacolo teatrale del 1949 Bada che ti mangio, e che ebbe un tale successo sul palco che dall’iniziale durata di sette minuti, superò dal vivo i tre quarti d’ora e che al cinema diventa famosa per il demenziale e surreale dialogo tra Totò e Mario Castellani (l’Onorevole Cosimo Trombetta) e lei nella parte di una “signora” (in realtà ladra) terza incomoda.
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