I Don’t Know Who You Are: un cinema-verità che vuole educare, fra i fantasmi e le paure dell’Hiv

Al Riviera International Film Festival, dal 7 al 12 maggio a Sestri Levante, Mathew Hubert Murray presenta in concorso il suo esordio alla regia. Un dramma personale e semi-autobiografico che gioca con il thriller

I Don’t Know Who You Are, non so chi sei: il titolo del debutto alla regia di M. H. Murray è tutt’altro che una frase semplice. Nasconde il terrore di una storia in parte vera, accaduta al regista stesso, che il film cerca di restituire al pubblico in un esperimento a metà fra il delicato studio di un personaggio e l’informazione documentaristica.

È la storia di Benjamin, musicista di origine giamaicana che vive a Toronto e sopravvive come può della sua arte e grazie a qualche lezione privata. La sua relazione, da poco iniziata, con Malcolm non è ancora arrivata al tipo di intimità che desidera, così, frustrato dall’ennesimo rifiuto del fidanzato, un venerdì sera Benjamin cede al desiderio di una notte con uno sconosciuto. Ubriaco e fuori di sé, però, cambia idea e prova ad allontanare l’uomo incontrato per strada. È in quel momento che, invece, subisce una violenza sessuale. Inizia così anche il suo incubo, lungo un intero fine settimana, alla ricerca dei mille dollari necessari (per chi è senza assicurazione, come lui) alla PrEp, la profilassi pre-esposizione all’Hiv.

Una struttura circolare, dalla tragedia personale al thriller

È un preciso conto alla rovescia, quello che costruisce Murray, evidenziando fin da subito le coordinate temporali: venerdì sera lo stupro, domenica sera un importante spettacolo, in mezzo le 48 ore entro cui assumere i farmaci prima che sia troppo tardi.

Da questa continua consapevolezza del tempo, come una minaccia, emerge la sensazione di aver di fronte un thriller. Sensazione poi facilitata e amplificata dalla scelta della colonna sonora, mai casuale, considerando anche che l’attore protagonista, Mark Clennon, è un vero musicista.

Lo stesso climax di I Don’t Know Who You Are, una scena violenta e cupa, ricolma di pensieri di vendetta, rientra a pieno titolo nel cinema di genere, anche per lo stile e la fotografia utilizzata, in una Toronto che diventa quasi Gotham. Il film, tuttavia, vuole essere altro, un’indagine sul dramma vissuto da Benjamin, senza comunque indugiarvi in modo eccessivo.

Una scena di I Don't Know Who You Are di M.H. Murray, in concorso al Riviera International Film Festival

Mark Clennon in una scena di I Don’t Know Who You Are di M.H. Murray, in concorso al Riviera International Film Festival

Uno sguardo reale sulla sanità canadese e l’Hiv

Più che le conseguenze psicologiche dello stupro o le implicazioni sociali della violenza sessuale nella comunità Lgbtqia+, centrale in I Don’t Know Who You Are diventa così il sistema sanitario. Tutte le scene girate in clinica o in farmacia hanno come protagonisti veri operatori sanitari che, recitando, spiegano in realtà esattamente cosa fare nel caso di un rapporto non protetto e con il rischio di esposizione all’Hiv.

In queste scene il film di Murray devia verso il cinema-verità, verso il cinema indipendente radicale che quasi si trasforma in documentario, anche se lo fa in modo coerente, senza mai tradire la sua estetica di fondo. Come faceva pochi anni fa anche Mai raramente a volte sempre di Eliza Hittman, parlando invece di aborto.

Un guerrilla-movie con un messaggio

A incrinare quello che avrebbe potuto essere un inappuntabile esordio è la vistosa mancanza di budget, anche se proprio alla luce dei ristrettissimi mezzi di produzione, il film acquista persino più valore. Ci sono scelte da “guerrilla-movie” dettate necessariamente dal poco che Murray aveva a disposizione per realizzarlo. Dalla base di partenza, il regista riesce comunque a sviluppare un personaggio molto vero (anche perché semi-autobiografico) e molto comprensibile anche nei suoi difetti.

La spirale da incubo del suo fine settimana sarebbe stata infatti molto diversa se solo Benjamin avesse avuto il coraggio o la capacità di parlare meglio e di più con gli amici e le persone intorno a lui. Sceglie invece di affrontare quasi tutto da solo, come spesso accade nella realtà. Allora, forse, I Don’t Know Who You Are è anche un monito per l’intero pubblico, a non lasciare soli e a non isolarsi, ancora, di fronte all’Hiv.

Dopo aver attirato l’attenzione del pubblico canadese durante il Toronto Film Festival 2023, I Don’t Know Who You Are arriva in anteprima in Italia e in concorso al Riviera International Film Festival 2024.