Giacomo Bevilacqua: “Il mio fumetto è una guida su come sconfiggere l’ansia. Panda? È il mio alter ego”

Il fumettista romano, classe '83, è al Salone del Libro di Torino con la sua graphic novel A Panda Piace... Capirsi: un'opera per parlare, con umorismo, di salute mentale. "Non è un sostituto della terapia, ma un punto di partenza"

“A Panda piace fermarsi, chiudere gli occhi, guardarsi dentro, leggersi, per conoscersi, capirsi, volersi bene, e tornare finalmente a respirare”. Così la quarta di copertina della nuova graphic novel A Panda Piace…Capirsi: una piccola guida contro ansia, stress e pensieri intrusivi firmata dall’illustratore romano, classe ’83, Giacomo Keison Bevilacqua. L’autore, presente al Salone del Libro di Torino, ha pubblicato opere a fumetti come Attica (Sergio Bonelli), Il suono del mondo a memoria e Troppo facile amarti in vacanza (Bao). Da un anno si è anche imbarcato in una nuova avventura editoriale chiamata Gigaciao, con i fumettisti Simone Albrigi, in arte Sio, Davide “Dado” Caporali e Francesca “Fraffrog” Presentini.

Il personaggio di Panda, racconta l’illustratore a The Hollywood Reporter Roma, nasce il 22 maggio del 2008, “come meccanismo di protezione”. “Panda è nato in un momento di forte stress, avevo appena realizzato un fumetto per editoriale Aurea e avevo una consegna imminente. Ho creato questo panda per fuggire mentalmente e ritrovare il me bambino”.

Da allora, Panda ha ricevuto una serie dedicata edita da Panini Comics, ed è comparso come protagonista di tanti fumetti realizzati da Bevilacqua. Ha avuto anche, nel 2013, una sua piccola serie di corti animati, pubblicata su YouTube. E sul possibile ritorno del personaggio all’animazione, Giacomo Bevilacqua a THR Roma risponde solo “no comment”.

In A Panda Piace… Capirsi, il personaggio è l’alter ego delle esperienze vissute in prima persona dall’autore, che afferma di aver sofferto di depressione in più fasi della sua vita. “È più facile che i lettori e le lettrici si immedesimino in Panda. Io nel libro sono comunque narratore e lui il personaggio. Ma Panda sono io”.

Lato Gigaciao, la casa editrice ha da poco annunciato l’uscita, in ottobre, del volume Tutto un altro Lupo Alberto dedicato, in occasione dei suoi cinquant’anni, al personaggio di Silver. “Noi siamo fan del personaggio, io sono anche fan delle caramelle di Lupo Alberto”, racconta ridendo Bevilacqua. “Puntiamo sui lettori giovani, e volevamo fare una nuova lettura di un personaggio iconico del fumetto italiano”, aggiunge l’artista, sottolineando che le storie presenti nell’albo – in uscita l’11 ottobre – “sono scritte e disegnate da giovani per giovani”.

Nell’intervista di THR Roma, Giacomo Keison Bevilacqua parla di A Panda Piace… Capirsi, di salute mentale, neuroplasticità e di fare divulgazione con i fumetti.

A Panda Piace... Capirsi

A Panda Piace… Capirsi. (Courtesy of Gigaciao)

In questo nuovo libro A Panda Piace… Capirsi parla di salute mentale e si rivolge soprattutto ai giovani, giusto?

I giovani, oggi, percepiscono con maggiore intensità tutte le sensazioni e problematiche. Perché sono aumentati gli stimoli che il sistema nervoso riceve proprio mentre si sta sviluppando. Ansia, depressione, pensieri intrusivi sono tutti percorsi neuronali: più li hai – e li senti – e più scavi solchi da cui è difficile uscire. Questo libro si rivolge a chiunque abbia condizionamenti nella vita talmente forti che sono difficili da scardinare, ma vorrebbe.

Come si è avvicinato al tema?

Il tema della sanità mentale mi ha sempre affascinato, perché io in primis ho sempre cercato risposte. Ho sofferto di depressione in più fasi della mia vita, e l’anno scorso ero proprio in una di quelle. Dopo due settimane che applicavo gli esercizi mentali di neuroplastica, 20 secondi prima ero depresso e 20 secondi dopo no. Mi rendo conto che se dici questa cosa a una persona depressa, come minimo ti tira una testata (ride, ndr).

Chiaro che c’è un percorso psicologico da affrontare. Io ne ho cominciato uno terapeutico ad agosto del 2020, che ti aiuta a trovare i motivi per cui ti succedono determinate cose. Quello che offro nel libro sono esercizi che ti portano a stare meglio, che ti portano a calmare il tuo sistema nervoso.

Io sono una persona scettica per carattere, ma il tema della neuroplasticità è impressionante. I neuroscienziati, essendo tutti psicologi o psichiatri, ti dicono che il sintomo è una manifestazione della tua personalità, del tuo carattere. È spaventoso notare quante delle cose che succedono al nostro corpo siano dovute al cervello.

Poi, il libro non vuole sostituirsi a un percorso di terapia, ma vuole essere un punto di partenza. Ad esempio, se sai di avere problemi e sensazioni che vuoi scardinare, ma non hai idea da dove cominciare e sai che la terapia è un percorso lungo, sicuramente questo libro insegna qualcosa in più su di te, se vuoi ascoltare. E, se hai costanza, aiuta a risolvere. Dopodiché, i motivi, li cerchi professionalmente.

A Panda Piace... Capirsi. (Courtesy of Gigaciao)

A Panda Piace… Capirsi. (Courtesy of Gigaciao)

Ha lavorato con esperti per scrivere questa graphic novel?

Sì, il libro è stato scritto insieme a un neuroscienziato e ricercatore dell’università “La Sapienza” di Roma, Stefano Lasaponara. Tutto quello che c’è nel fumetto è scientificamente verificato, anche gli esercizi che consiglio.

Il personaggio di Panda è legato a doppio filo con il tema della salute mentale?

I fumetti mi sono sempre serviti come terapia. Nei miei lavori ho sempre riversato tutto. Soltanto che, per quanto io inconsciamente scrivessi cose giuste, non avevo idea di come funzionasse la mia testa. Ho letto avidamente molti libri di illustri neuroscienziati, che mi hanno sì confermato che quanto dicevo era giusto, ma anche il perché, cosa che io ignoravo. E li ho letti molto avidamente, perché mi stavano spiegando come funzionava la mia vita.

A Panda Piace... Capirsi. (Courtesy of Gigaciao)

A Panda Piace… Capirsi. (Courtesy of Gigaciao)

Il fumetto è un grande strumento per la divulgazione?

Quando parli di politica o fai divulgazione sui social, la gente ti dice sempre: “Pensa a fare i fumetti”. Le persone non si rendono conto che i fumetti sono anche politica. Io sento il bisogno di parlare di salute mentale, essendoci passato, perché potrebbe aiutare tante persone. I fumetti sono il medium più completo al mondo. Noi con un determinato budget facciamo delle cose che a Hollywood devono spendere miliardi. Inoltre, con i lettori e le lettrici, non c’è possibilità di fraintendimento. Perché ti sto dando delle immagini, oltre alle parole. Questo è un dialogo. Le mie parole, quando ti arrivano, sono complete. E chi legge è attivamente coinvolto.

Giacomo Keison Bevilacqua e Panda. (Foto di Nicola Russo)

Giacomo Keison Bevilacqua e Panda. (Foto di Nicola Russo)