In anteprima esclusiva Traslochi, il nuovo video di Nicolò Cavalchini realizzato da Claudio Zagarini con l’intelligenza artificiale. “Una favola surreale”

Protagonisti del video del cantautore milanese sono due post-it animati. "L'idea della canzone - e quindi anche del videoclip - nasce perché tutti i testi della canzone li ho scritti su quei blocchetti gialli di carta"

Traslochi, il nuovo video di Nicolò Cavalchini, musicista, compositore e cantautore milanese, è girato interamente con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Diretto da Claudio Zagarini, regista di alcuni videoclip di Timbaland, Missy Elliott, Snoop Dogg e Pitbull, tra i massimi esperti di intelligenza artificiale in Italia, con alcuni amici ha formato un AI team, il primo del genere nel nostro Paese. “Stiamo iniziando ad avere tantissime proposte, anche da case di produzione importanti di cinema” ci ha raccontato Zagarini.

Il videoclip, in anteprima esclusiva su THR Roma, si apre con vedute aeree di Milano di grande effetto e post-it animati, protagonisti dello storytelling, che come due innamorati si perdono durante un trasloco per le vie della città meneghina riconoscibile grazie ad un enorme flusso di immagini che caratterizzano questo viaggio nell’alta tecnologia.

L’idea del video di Traslochi a chi è venuta?

Direi che ci è venuta insieme. Ho chiesto a Claudio Zagarini di darmi una mano. Abbiamo tirato fuori 7.000 cose finché ad un certo punto non mi è venuta fuori l’idea di riprendere questi post-it e Claudio ha subito detto: “Facciamolo con l’intelligenza artificiale”.

Perché proprio i post-it?

L’idea della canzone – e quindi anche del video – nasce perché tutti i testi li ho scritti su dei post-it. Ne sono pieno. Ne ho trovato uno che mi avevano lasciato in un cassetto, di fianco c’era un anche un blocchettino nuovo dove ho iniziato a scrivere appunti di testo per una canzone. Li appiccicavo, non mi piacevano e li buttavo via. Questa idea è stata poi trasferita nel video. Abbiamo realizzato una storia tra due post-it che in un trasloco si perdono e si cercano nella città per poi ritrovarsi con l’aiuto degli altri piccoli post-it.

Una travolgente storia d’amore.

È una favola, una stupidaggine. Però l’idea secondo me è carina, un po’ perché è surreale, quasi un cartone animato, un po’ perché ha a che fare anche con la scrittura della canzone.

Come è nato il brano?

È una canzone che ho scritto un po’ sulla scia della mia esperienza di alcune situazioni autobiografiche. Da un dettaglio nascono storie, e questa non è altro che il racconto di un distacco che parte da un trasloco.

Hai fatto tanti traslochi?

In realtà ne ho fatto uno solo, però ne ho fatto molti per gli altri. Ad una vecchia fidanzata ho fatto il trasloco completo. Anche a qualche amico avendo un mezzo molto capiente, che serve per andare in giro a fare concerti. È un grande classico quando fai il musicista e hai una macchina capiente per trasportare gli strumenti. Appena c’è qualcosa da trasportare, gli amici ti chiamano:  “Senti vieni un attimo?”.

Che significato ha il trasloco per te?

Vuol dire un sacco di cose. È un nuovo inizio, è una porta che si chiude, ma è anche una porta nuova che si apre. È un grande cambiamento. Il trasloco può essere visto in mille modi, anche in positivo per esempio. Costruire una casa nuova è emozionante, è bello, vuol dire ripartire da zero, magari insieme a qualcuno. Ha mille sfaccettature, contiene tante emozioni.

Nel video ci sono Milano e lo stadio, due luoghi a te cari.

Milano perché a me piace molto avere una connotazione geografica in quasi tutti i miei brani. Anche da utente mi piace sentirlo quando ascolto un pezzo. Venditti che parla di Roma a me piace moltissimo, perché lo individuo in quell’immagine, in quei colori e in quell’atmosfera lì. De Gregori quando canta Caterina che parla dei tetti di Firenze. Lo stadio perché  sono appassionatissimo di calcio, sono juventino. Non l’ho scritto ma ho prodotto e realizzato tutta la parte dei cori dell’inno della Juve. Sono molto tifoso, gioco a calcio da sempre. Il mio sogno è giocare nella Nazionale cantanti.

Di solito il videoclip per gli artisti è anche un momento autocelebrativo, tu invece hai deciso di non apparire. Perchè?

Sono co-regista di quasi tutti i miei video dove di solito non compaio quasi mai, generalmente un piccolo “spazietto”, perché credo di non avere quella roba lì. Non mi manca l’apparire. Mi piace più raccontare qualcosa, che ci sia un’idea dietro. Il video precedente, Serie A, era la fine di un ipotetico film dei Vanzina. Racconta che fine fanno i protagonisti mentre scorrono i titoli di coda che non sono altro che il testo della canzone. Lì compaio in sella ad una Vespa in giro per la Toscana, ma ho il casco, non mi si vede e quindi non ho un ruolo recitativo.

Quanto c’è di tuo e quanto di Claudio in quel video?

Lo dividerei abbastanza a metà. Lui è quello che si è fatto tecnicamente più il “mazzo” perché per fare una scena che stia in piedi devi generare centinaia di immagini.

Claudio Zagarini

Claudio Zagarini

La parola al regista Claudio Zagarini

Perché la regia di Traslochi è a doppia firma?

Perché ho detto a Nicolò “Sii creativo anche tu” e l’idea gli è piaciuta.

Perché usare l’intelligenza artificiale?

Perché sono pioniere di intelligenza artificiale in Italia. Sto già lavorando su dei progetti – anche grandi – con artisti molto famosi. Con alcuni amici abbiamo formato questo AI team di registi e art director. Stiamo iniziando ad avere tantissime proposte, anche da case di produzione di cinema.

L’idea del video di Traslochi?

Cercavamo l’idea giusta per fare questo video però puntualmente venivano bocciate, non gli piacevano. Lui scriveva i post-it e ho detto:”Ma perché non facciamo un video con un post-it che se ne va in giro per Milano?”. Gli ho proposto di farlo con l’intelligenza artificiale. Avevo fatto un test a Capodanno su un video dei Negramaro. L’ultimo dell’anno me lo sono passato davanti al computer a fare una sorta di tributo a Giuliano Sangiorgi. Mi sono esercitato a fare il video con degli strumenti nuovi di AI per vedere se funzionavano.

Come è stato il processo creativo?

Ho seguito un processo temporale lavorando sulla “storiellina” tra questi due post-it che vivono insieme. Poi uno si perde e l’altro rimane per strada. Il post-it rosa se ne gira per la città e viene catturato da queste frecce gialle che ho preso seguendo il percorso del cammino di Santiago che ho fatto tempo fa. Nel girovagare per la città il post-it incontra degli amici che si appiccicano in tutta Milano fino a quando non a arriva in Duomo. Lì c’è questa enorme freccia gialla che punta in giù e fa ritrovare i due post-it.

Perché Milano?

Mi affascinava l’idea del Duomo fatto di post-it.

Quanto tempo hai impiegato per realizzarlo?

Tanto, un mese. Il processo è molto lungo. Ho utilizzato un software di AI tramite Discord. Ho generato tantissime immagini. Una volta selezionate bisognava aumentarle di qualità, passarle su un altro software che le animava e capire se le animazioni andavano bene. Poi abbiamo utilizzato la tecnica di RunwayML in modo che potesse essere un video.

Sarà il futuro?

Assolutamente sì. Sarà di più del futuro. In tante comunità di artisti AI nel mondo vedo ogni giorno una crescita continua su nuove tecniche, semplici ma anche molto più realistiche. Se voglio adesso un cartone animato me lo posso fare a casa con molto meno tempo di quello che impiegherei con gli animatori. Anche per gli storyboard molte agenzia stanno iniziando a usare AI.

Soddisfatto del risultato?

Sì, però se l’avessi fatto oggi, sarebbe stato ancora più figo. Perché comunque quel video è già vecchio, avrà un mese e mezzo, e la AI è già cambiata. Quando ho generato quelle immagini mancava la coerenza sui personaggi, che è stata inserita da dei nuovi software usciti due settimane fa.