“La cosa divertente di quello che mi presto a fare è esercitarmi a non dire troppo perché ci sono tante sorprese e novità che è normale sia Giulio a presentare. Siamo compatti alle sue spalle, è il nostro capitano”. È il presidente del Museo Nazionale del Cinema Enzo Ghigo a dare il via alla conferenza stampa di presentazione del 42 Torino Film Festival che si terrà dal 22 al 30 novembre e vedrà come direttore artistico Giulio Base. Una sala di Villa Miani a Roma, dalle cui finestre si può scorgere una vista unica sulla città con tanto di Cupolone a svettare nello skyline, è la location scelta per svelare le prime novità dell’edizione 2025 della kermesse cinematografica torinese.
“Da quando sono direttore del Museo del Cinema, dal 2019, abbiamo visto succedersi quattro direttori: Emanuela Martini, Stefano Francia di Celle, Steve Della Casa e ora Giulio Base” gli fa eco Domenico De Gaetano. “Ogni volta è sempre una sfida. L’anima del festival è sempre la stessa, ma quello che può fare il direttore artistico è aggiungerci le proprie idee. Siamo contenti di scoprire il suo tocco”.
E allora ecco che il neo direttore prende la parola, occhiali da vista e fogli alla mano, per raccontare la sua visione, il suo Torino Film Festival. “Non sono facilmente emozionabile, ma oggi sì e vedere volti amici mi fa felice”, esordisce Base. “La nomina che ancora mi elettrizza, certo di servire e onorare il TFF come merita. La sua colonna vertebrale è cinefila e autoriale e tale rimarrà durante la mia direzione. Una rassegna di film dallo spirito libero, indipendente, graffiante, giovane. C’ero quando lo hanno fondato e si chiamava ancora Festival internazionale Cinema giovani. L’ho frequentato e amato e non intendo tradirlo”.
Il progetto artistico del Torino Film Festival 2025
Ma cosa prevede il progetto artistico di Giulio Base per il Torino Film Festival. “Parecchie novità”, sottolinea il direttore. “Delle migliorie nel rispetto della tradizione del TFF. A partire dall’apertura. Il Museo del Cinema, Torino, le autorità e i torinesi stessi sognano un’apertura con la proiezione di un film. Ci sarà quindi un opening, speriamo con un grande film magari in anteprima, al Teatro Regio la sera del 22 novembre”.
“E dovessi sintetizzare il programma direi che è caratterizzato da semplicità, anche di fruizione”, continua Base. “Frequento diversi festival, molti addetti ai lavori parlano spesso di eccesso di film, di un magma in cui è impossibile portare al pubblico un quadro preciso. Ho cercato di studiare con il team già presente un programma, per il momento virtuale, che sia chiaro e agile così che frequentatoti, giornalisti e pubblico occasionale possano goderne al meglio. Ci sarà un assottigliamento dei numeri dei titoli. Da oltre 180 a un massimo di 120 opere suddivise in un nuovo ordinamento. Quattro sezioni competitive e due non competitive”.
Le sezioni del TFF 42
Tra le maggiori novità esposte nel corso della conferenza stampa l’attenzione si è concentrata proprio sulla nuova suddivisione del programma con “il concorso principale composta da 16 film che dovranno essere in anteprima mondiale internazionale” ha dichiarato Base. “La sezione documentari di 16 titoli che non avranno distinzione tra opere italiane e internazionali e che dovranno essere in anteprima europea, la sezione cortometraggi che, allo stesso modo, non avrà distinzione di provenienza e sarà composta da 16 titoli in anteprima europea”.
“E poi una nuova sezione da 24 titoli e dal nome leopardiano, Zibaldone” annuncia il direttore artistico. “Uno spazio totalmente libero, eterogeneo, senza vincoli di durata, genere e formato che avrà un premio del pubblico. Per finire la sezione Fuori concorso di 16 titoli, un menù di film inclusivo con opere molto popolari e la retrospettiva dedicata a Marlon Brando”.
Dai selezionatori all’accessibilità, le altre novità del Torino Film Festival
“Mi auguro che sia un festival ricco e vario, facile da poter godere” chiosa alla fine del suo intervento Giulio Base prima di presentare la nuova squadra di selezionatori composta da Davide Abbatescianni, Martina Barone,Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione – “Il mio vanto” – e annunciare l’apertura alle iscrizioni delle opere che “Non vediamo l’ora di vedere. Invitiamo i filmmakers di tutto il mondo a mandarci i loro lavori”.
“Il modello nel fare sia il festival che il progetto per il bando è stato il Festival Lumière di Lione, diretto da Thierry Frémaux che lì è nato e cresciuto. Un festival bellissimo, cinefilo e popolare” risponde Base a chi gli domanda a quale kermesse ha guardato per immaginare il suo Torino Film Festival. “La chiave che mi ha ispirato. Vorrei fare esattamente questo: non rovinare la colonna vertebrale ma includere il torinese interessato a tornare alla sala. Non a caso se verrà Vittorio Storaro che abbiamo invitato per parlare di Ultimo Tango a Parigi e Apocalypse Now, la masterclass sarà prima della proiezione, in sala”.
Un festival che darà spazio “al local e all’industry, ma con un programma separato” e che “sarà sempre più sostenibile e accessibile”. In quest’ottica annuncia il direttore artistico “tre titoli della retrospettiva saranno resi disponibili alle disabilità motorie ma anche sensoriali e cognitive”.
Un unico imperativo: “Voglio restituire l’amore che ho avuto da Torino alla città”.
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