Verso i Golden Globes / 10 – Miglior film non in lingua inglese: Io capitano di Matteo Garrrone

Il film, su cui l'Italia ha puntato per gli Oscar, se la dovrà vedere con Anatomia di una caduta, Past Lives, La società della neve, La zona d'interesse e Foglie al vento. All'interno dell'articolo le interviste e i nostri approfondimenti. Lo speciale di THR Roma

Io Capitano di Matteo Garrone (qui la nostra recensione) è tra i sei titoli candidati come Miglior Film non in lingua inglese ai Golden Globes 2024. Il film, su cui l’Italia ha puntato per gli Oscar, se la dovrà vedere con Anatomia di una caduta di Justine Triet, Past Lives di Celine Song, La società della neve di Juan Antonio Bayona, La zona d’interesse di Jonathan Glazer e Foglie al vento di Aki Kaurismäki. “Continua la meravigliosa avventura di Io Capitano, dalle dune del deserto dell’Africa a Los Angeles, in un viaggio che è sempre più tra il sogno e la realtà”, così ha commentato la candidatura Paolo Del Brocco, l’amministratore delegato di Rai Cinema che ha coprodotto il film.

Quest’anno, dopo lo scioglimento della Hollywood Foreign Press Association avvenuto nel 2023, il premio verrà organizzato dalla nuova Golden Globe Foundation. Non sarà dunque più l’Hfpa a supervisionare la cerimonia ora presieduta dai produttori Dick Clark Productions, che appartengono a Penske Media Eldridge (la joint venture tra Penske Media Corporation e Eldridge che possiede anche The Hollywood Reporter). Il prossimo 7 gennaio sulla Cbs andrà in onda lo show che, come da tradizione, anticipa la notte degli Oscar.

Una scena di Io capitano di Matteo Garrone

Una scena di Io capitano di Matteo Garrone

Io capitano, la trama

Io Capitano, produzione Archimede con Rai Cinema e Tarantula con Pathé, Logical Content Ventures, è una storia di migrazione.

Seydou e Moussa, due giovani avventurosi, intraprendono un viaggio da Dakar verso l’Europa. Ma ciò che li attende è un’epica odissea moderna, tra le insidie del deserto, i rischi dei campi di detenzione in Libia e la pericolosa traversata del mare. Il loro obiettivo di raggiungere il suolo europeo si trasforma nell’impresa più difficile e rischiosa che abbiano mai affrontato. Tuttavia, la fiamma del desiderio di una vita migliore brucia dentro di loro, superando ogni limite e sfida che il destino possa presentare.

Una scena dal trailer di Io Capitano, in concorso a Venezia 80

Una scena dal trailer di Io Capitano, in concorso a Venezia 80

La storia è ispirata in parte alle vite dei due migranti Mamadou Kouassi e Fofana Amara – il primo accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e finito in carcere per sei mesi dopo aver portato in salvo centinaia di persone su un’imbarcazione salpata dalla Libia, e alle testimonianze di altri migranti.

Il film al Parlamento Europeo

I due giovani attori senegalesi hanno dichiarato di sperare che Io capitano “sia un modo per farci comprendere dai nostri coetanei europei. Le sofferenze per arrivare in Europa sono grandissime. L’unico modo per evitarle è avere canali d’ingresso sicuri, senza dare più soldi a Libia e Tunisia che calpestano i diritti umani”.

Il 15 novembre, Matteo Garrone ha presentato il film nella sala 3G2 dedicata ad Aldo Moro nell’edificio intitolato ad Altiero Spinelli del parlamento europeo, alla presenza di oltre seicento spettatori per l’evento L’Europa vista dagli altri, ricevendo una grande standing ovation da parte dei presenti.

Una foto di scena del film di Matteo Garrone Io Capitano, in concorso alla Mostra di Venezia, sul dramma dei migranti

Una foto di scena del film di Matteo Garrone Io Capitano, in concorso alla Mostra di Venezia, sul dramma dei migranti

Un’iniziativa non scontata. Si contano sulle dita di una mano ogni anno le opere presentate in questo contesto e solitamente sono circoscritte al Lux Audience Award presentato ogni anno dal Parlamento europeo e dalla European Film Academy, in collaborazione con la Commissione europea e con Europa Cinemas, premio che rende omaggio al cinema europeo ed è inteso a sensibilizzare sulle questioni sociali, politiche e culturali in Europa.

Qui invece la proiezione si è imposta grazie all’iniziativa di alcuni eurodeputati e si è dovuta organizzare in una delle sale più grandi del Parlamento, perché normalmente non si superano i 250 spettatori. In questo caso si è arrivati a 1000 richieste di accesso e così 400 persone sono rimaste fuori. Secondo la memoria dei decani del parlamento UE, un record.