Dall’alto di una fredda torre, il regista Francesco Frangipane: “Una tragedia moderna che si fonda sugli archetipi di quella greca”

Il film con Vanessa Scalera e Edoardo Pesce sarà in sala a partire dal 12 giugno. Nel cast anche Anna Bonaiuto, Giorgio Colangeli, Massimiliano Benvenuto ed Elena Radonicich

“È la domanda più banale del mondo, vuoi più bene a mamma o a papà?”, riflette Vanessa Scalera nel presentare Dall’alto di una fredda torre. Il film, diretto da Francesco Frangipane in cui Scalera è co-protagonista con Edoardo Pesce, uscirà nelle sale il 12 giugno. Tratto dall’omonimo spettacolo teatrale scritto da Filippo Gili, il dramma mette i suoi protagonisti di fronte a una scelta terribile: poter salvare solo uno dei due genitori da una malattia mortale.

Entrambi, infatti, sono affetti da una patologia rarissima, fulminante e senza apparenti sintomi, che richiede un trapianto di midollo in tempi brevi. I protagonisti, Elena e Antonio, sono gemelli: dovrebbero essere compatibili entrambi, in modo da poter salvare sia la madre (Anna Bonaiuto) che il padre (Giorgio Colangeli). Antonio, però, presenta un’anomalia genetica per cui non può sottoporsi all’intervento. E resta, allora, soltanto la scelta tra chi salvare e chi sacrificare dei genitori, scelta che manderà i due gemelli in una spirale infernale di pensieri terribili.

“La notizia fa tornare Elena e Antonio quasi adolescenti”, spiega Frangipane. “Ma con la consapevolezza di trovarsi di fronte a una montagna non scalabile”. Aggiunge Pesce: “Recitando, ho avuto la sensazione che fossero un po’ irrisolti, magari in senso anche positivo. Due bambinoni che di colpo diventano adulti. È anche un film sulle dipendenze affettive, in una famiglia non disfunzionale”.

Gli attori di Dall’alto di una fredda torre, tra ritorni e new entry

Scalera torna al personaggio di Elena dopo averla portata in scena a lungo sul palcoscenico. La sua Elena è un personaggio tormentato, arrabbiato, forte, pensato su misura per lei e a cui Scalera dona “gran parte” di sé: “Non sono un’acqua cheta”, specifica l’attrice. “Insomma, me devo calma’ – devo pensare, per stare calma”. E alla domanda se ci sia un fil rouge che lega tutti i suoi personaggi forti, Scalera scuote le spalle: “Ad oggi, non mi è mai stato offerto un ruolo in minore. Ma sarei ben felice di fare un film in cui sono una donna mite, tranquilla”.

Pesce, invece è una new entry nella storia: in teatro, Antonio era recitato da Massimiliano Benvenuto, che nella versione cinematografica è invece uno dei medici che effettuano la diagnosi mortale insieme con Elena Radonicich. “Mi sono trovato subito bene con Vanessa”, racconta Pesce. “Siamo due persone viscerali, anche se questa volta faccio un personaggio più tenero. Antonio mi ha dato la possibilità di aprirmi. Nella realtà, in genere, sono anaffettivo, o prendo atteggiamenti da guascone, qui invece tiro fuori cose di me che in genere non mostro mai”.

Vuoi più bene alla mamma o al papà, quindi? Secondo Frangipane, la cosa più entusiasmante è “proprio questa: l’idea è che ogni spettatore esca dalla sala chiedendosi cosa farebbe al posto loro”. Il film, del resto, è impostato proprio sulla ricerca di quella risposta, sull’esplorazione “nell’animo più profondo dei personaggi di questa assurda vicenda”. E conclude: “Tutto ciò fa di Dall’alto di una fredda torre una vera e propria tragedia moderna che si fonda sugli archetipi di quella greca”.