Oppenheimer: il topless di Florence Pugh censurato con la CGI in India e in Medio Oriente

Secondo le fonti, le modifiche sarebbero state apportate "secondo la normale pratica commerciale" prevista per l'uscita del film in determinati territori. Non è la prima volta che un abito nero generato dal computer viene utilizzato per coprire la pelle nuda di qualche star di Hollywood.

È risaputo: Christopher Nolan non è un amante dei ritocchi fatti al computer. Ma quando si tratta di accondiscendere la sensibilità di alcuni paesi, la sua avversione diventa poco rilevante. Nel nuovo Oppenheimer, una scena di Florence Pugh in topless integrale è caduta nelle mani della censura in Medio Oriente e in India. L’attrice – che interpreta Jean Tatlock, la quale ha una relazione con il J. Robert Oppenheimer di Cillian Murphy – è stata coperta con un abito nero creato in CGI, ovvero con immagini generate al computer.

Piuttosto che tagliare la scena in questione, fonti vicine al film affermano che una versione “più soft”, con Pugh vestita digitalmente, è stata utilizzata per garantire un’uscita in tutto il Medio Oriente, dove la nudità è vietata al cinema, e in India, dove il film ha una classificazione UA (visione da parte dei minori di 12 anni consigliata con la presenza di un adulto).

Secondo le fonti, le modifiche sarebbero state apportate “secondo la normale pratica commerciale” prevista per l’uscita del film in determinati territori. Quella di Oppenheimer non è la prima volta che un abito generato dal computer viene utilizzato per coprire la pelle nuda di qualche star di Hollywood.

La vittoria agli Oscar 2017 di Asghar Farhahi per Il cliente è stata un grande trionfo trasmesso dalla tv di stato iraniana. Tuttavia, la trasmissione dell’agenzia di stampa laburista dello Stato ha deciso di modificare un vestito di lamé dorato Christian Dior. L’outfit è stato dotato di maniche nere create con la CGI e di un colletto per nascondere braccia e scollatura. Sfortunatamente, gli spettatori hanno notato che le aggiunte digitali risultavano piuttosto sfocate e non si adattavano in maniera naturale con i movimenti dell’attrice.