Fran Drescher: “Meryl Streep mi ha detto di candidarmi alla Casa Bianca. Mamma mia, non voglio quel lavoro”

La presidente del sindacato degli attori discute di intelligenza artificiale, di un nuovo meccanismo di compensazione delle piattaforme di streaming, del perché ritiene che il sindacato stia entrando nella sua età dell'oro: "Continueremo a monitorare le tutele per l'IA". La sua ricetta negoziale? "Tempo e pazienza". L'intervista di THR

Con lo sciopero della SAG-AFTRA alle spalle, presto Fran Drescher avrà più tempo a disposizione per valutare le sue possibilità di carriera al di fuori delle trattative sindacali. Ma sa per certo che c’è un lavoro che non vuole.

“Meryl Streep mi ha detto: ‘È fantastico, ora vai a candidarti alla presidenza degli Stati Uniti'”, ride al telefono la presidente del più grande sindacato di Hollywood giovedì 9 novembre, appena un giorno dopo che il comitato negoziale del sindacato – guidato appunto da Drescher – ha annunciato di aver raggiunto un accordo provvisorio sul contratto triennale con gli Studios di Hollywood, dopo 118 giorni di sciopero. “Non voglio quel lavoro. Oh, mamma mia!”

Drescher dichiara invece di essere ansiosa di trovare “qualcosa che mi permetta di sfruttare tutto questo per il bene comune”. Si riferisce alla nuova notorietà e alla posizione che la donna, un tempo associata solo a La Tata, ha acquisito dopo aver guidato i 160.000 membri della SAG-AFTRA nella lotta contro i cambiamenti che le piattaforme di streaming hanno apportato all’industria e la promessa-minaccia dell’IA. Nel corso dello sciopero ha suscitato spesso perplessità – chiedendo se il magnate di Hollywood Bob Iger fosse un “ignorante” in un’intervista con il senatore Bernie Sanders, portando un peluche a forma di cuore alle trattative con gli amministratori delegati dell’industria, facendo un’apparizione a un evento di Dolce & Gabbana Italia nel bel mezzo delle trattative – e ha anche conquistato molti nuovi fan con la sua appassionata lotta per un’industria più accogliente per gli attori che ci lavorano.

In questa lunga intervista rilasciata giovedì 9 novembre,

ha parlato dell’accordo provvisorio che ha finalmente posto fine all’era del doppio sciopero a Hollywood, del discorso infuocato e virale che ha improvvisato durante una conferenza stampa, dei suoi progetti futuri e del motivo per cui la SAG-AFTRA potrebbe entrare nella sua “età dell’oro”.

Fran Drescher, ora l’accordo c’è. Cosa la rende più entusiasta di quel che l’intesa ha raggiunto?

Il nuovo flusso di entrate per i membri sui contenuti SVOD (Subscription Video on Demand, ndr) è molto importante e rappresenta un grande risultato. E credo che le tutele nei confronti dell’IA rimangano un aspetto che dovremo costantemente monitorare e su cui dovremo lottare per mantenere un livello di protezione che impedisca ai nostri membri di essere duplicati o sintetizzati in qualsiasi modo senza consenso e senza compenso. Si tratta quindi di punti molto importanti, che dovevano assolutamente essere raggiunti, altrimenti non ci sarebbe stato l’accordo.

Per cosa ha lottato di più in questo accordo?

Ritengo che i nostri membri meno pagati, che fanno parte della comunità delle comparse, abbiano ottenuto grandi risultati e si sentano più rappresentati che mai in questo contratto. E alla fine hanno ottenuto l’aumento minimo più alto rispetto a tutti noi, ben l’11%. Questo mi rende molto felice.

Quale percentuale di aumento hanno ottenuto gli altri attori, che non sono comparse?

Hanno superato la media, stabilendo anche un nuovo precedente, perché alla fine abbiamo ottenuto più della Writers Guild (il sindacato degli sceneggiatori, ndr) o della Directors Guild (il sindacato dei registi, ndr) con il 7%. I contributi saranno più elevati, i massimali sulla quantità di contributi che un datore di lavoro può versare saranno più alti, abbiamo spianato una nuova strada per le entrate derivanti dalle piattaforme di streaming e abbiamo fatto il meglio che potevamo. Abbiamo ottenuto tutto ciò che volevamo con le tutele sull’IA, il che è stato fondamentale. Inoltre, ci incontreremo con l’AMPTP (l’associazione degli Studios, ndr) due volte l’anno per assicurarci di mantenere il polso della situazione e per allinearci alle normative federali e alle tutele contro la pirateria.

Un cappello con delle spille inneggianti allo sciopero degli attori di Hollywood: in primo piano quello con il volto della presidente del sindacato SAG-AFTRA, Fran Drescher(Los Angeles, 8 novembre 2023)

Un cappello con delle spille inneggianti allo sciopero degli attori di Hollywood: in primo piano quello con il volto della presidente del sindacato SAG-AFTRA, Fran Drescher
(Los Angeles, 8 novembre 2023)

C’è qualcosa che non avete ottenuto in questo accordo e per cui vorreste lottare la prossima volta?

Ci sono cose a cui stiamo già pensando e che stiamo pianificando. La performance capture per la prima volta è nel contratto, sono 20 anni che ci si batte per questo e ora è nel contratto.

Ma vogliamo includere anche motion performance e facial performance. Ci sono anche le persone che si occupano di audiodescrizione: questo non è mai stato considerato dall’AMPTP come qualcosa che rientra nel contratto dei performer SAG-AFTRA e che deve essere riconosciuto come tale. Quindi è un aspetto su cui vorremmo assolutamente tornare. Ci sono aspetti delle audizioni e dei colloqui in cui il self-tape è il modo in cui avviene la selezione. Vogliamo continuare a proteggere le persone da un tipo di processo di casting che scarica sull’interprete un grosso peso che un tempo era responsabilità dei direttori di casting.

Abbiamo già qualcosa, ma vogliamo di più. Penso che ora che abbiamo ottenuto questo flusso di entrate per gli artisti sulle piattaforme di streaming, che non era mai esistito prima, vorremo di più, qualcosa di più da distribuire a tutti i membri della piattaforma. Al momento la ripartizione di questo nuovo flusso di denaro è 75/25: 75 per le persone coinvolte negli show che ottengono il 20% dell’audience e che meritano di guadagnare di più, senza alcun dubbio, perché questi show nella TV tradizionale sarebbero stati messi in syndication, ma nello streaming non c’è syndication, sono nel vuoto. In questo momento il 25% sarà distribuito agli altri; molto probabilmente andrà in un fondo. E come per tutti i fondi, metà degli amministratori fiduciari saranno rappresentanti della SAG-AFTRA e metà saranno rappresentanti dell’AMPTP.

C’è stato un momento specifico durante questo sciopero in cui si è resa conto dell’importanza del suo ruolo?

Vede, è da molto tempo che ci occupiamo di questo tema, perché inizia con le riunioni sui salari e le condizioni di lavoro nelle sedi locali di tutto il Paese, dove i membri possono esprimere ciò che ritengono sia necessario inserire nel contratto. Tutto questo viene vagliato e alla fine finisce nella cosiddetta plenaria, dove io e la mia commissione negoziale esaminiamo tutto questo materiale e ne discutiamo. Un tempo si trattava di un processo da un giorno e mezzo o due giorni. Con me al timone, il processo è durato otto giorni e ogni comunità di questo contratto è stata davvero ascoltata e ha parlato con gli esperti che la rappresentano. Niente di tutto ciò era mai stato fatto prima. E quindi questo ci ha unito come comitato negoziale nella solidarietà, perché avevamo una maggiore capacità di comprensione reciproca e una maggiore compassione. Questa è la ricetta Fran, e l’ingrediente segreto è il tempo e la pazienza. Nessuno era abituato a questo, ma ci sono venuti dietro molto rapidamente perché a) agli attori piace parlare, e b) quando ci si sente pressati, quando ci si sente emarginati e quando non si pensa che le proprie esigenze o sentimenti siano pienamente ascoltati, si creano solo meccanismi disfunzionali all’interno della stanza.

Quindi, quello che facciamo è ascoltare, spesso leggo le preghiere buddiste, i testi della saggezza buddista, e siamo diventati una famiglia di persone che, due anni prima che diventassi presidente, si odiavano a vicenda. Così siamo passati da una totale disfunzione faziosa a persone che hanno combattuto per un ticket unitario alle ultime elezioni. Stava funzionando, stavamo entrando in una nuova sensibilità del nostro sindacato e credo che il comitato negoziale sia diventato un’improbabile famiglia e il nucleo di quella che sarà l’età dell’oro della SAG-AFTRA. Questo è continuato anche durante lo sciopero, il fatto di parlare con tutti e di analizzare davvero tutto. Ecco perché alla fine, quando abbiamo impostato gli ultimi due punti del nuovo contratto, il fondo per le nuove entrate e l’ultima parte del pacchetto sull’IA, sapevamo di aver fatto il nostro lavoro e di averlo fatto bene. Quando ho detto: “Posso approvare questa mozione senza obiezioni?”, la sala è rimasta in silenzio. E questo è già di per sé storico e un trionfo.

Quindi è stato quello il momento in cui si è davvero resa conto dell’importanza di tutto questo?

Direi che è stato quando ho fatto quel discorso, il giorno in cui abbiamo detto che avremmo scioperato. Siamo andati in sala stampa e ho fatto quel discorso che ha fatto il giro del mondo e ha scatenato un movimento di lavoratori: è stato allora che ho capito che si trattava di un momento storico. Ho sempre saputo che questo negoziato era fondamentale. Ma quel discorso e la risonanza che ha avuto tra la gente mi hanno fatto capire che tutto questo era più grande della somma delle sue parti. Quello che stavamo facendo era importante non solo per noi, perché i lavoratori di tutto il mondo ci stavano guardando, erano con noi e si ispiravano a noi. Potete vedere voi stessi quanti scioperi e grandi vittorie sono arrivati in seguito al nostro sciopero.

Abbiamo sentito dire che lei ha improvvisato quel discorso…

Non avevo nessun discorso pronto. Non sapevo nemmeno che avrei fatto un discorso quando sono entrata. Pensavo che avremmo risposto alle domande e avevano preparato qualcosa per me sul podio. L’ho guardato subito e ho detto a Pamela Greenwalt, il mio capo della comunicazione: “Non posso proprio leggerlo. Parlerò con il cuore”. E lei mi ha risposto: “Fai quello che senti di dover fare”. E quello è ciò che mi è uscito dalla mia bocca. Vi dico che gli dei erano con me.

Attori di primo piano come George Clooney, Ben Affleck, Reese Witherspoon e altri hanno cercato di contribuire con nuove idee quando le trattative erano ferme. Quanto sono state produttive queste conversazioni? E accetterete la loro offerta di pagare quote maggiori in un secondo momento?

Non so quanto tempo ci vorrà. Molte di queste star hanno prima contribuito con un’enorme quantità di denaro alla Fondazione della SAG-AFTRA per aiutare i membri che avevano bisogno di assistenza finanziaria durante lo sciopero, quindi è stata una cosa davvero meravigliosa. E poi la loro offerta di eliminare il tetto massimo di guadagno in relazione alle quote versate è stata presa in considerazione. Ho spiegato loro che, quando si tratta di benefit come quelli sanitari e pensionistici, per legge i contributi possono essere versati solo dal datore di lavoro. Quindi il denaro di cui beneficeremmo aumentando le loro quote, lo metteremo a frutto. Ho già un’idea di come utilizzarlo, ma non risolverà i problemi del contratto. Ma possiamo avviare un programma indipendente, per esempio per aiutare le persone che non hanno i requisiti per accedere al piano sanitario. Vorrei ideare un’assicurazione sanitaria privata, una polizza sanitaria privata, con un premio più basso, e forse con quel denaro potremmo contribuire a pagare i premi. Una cosa del genere sarebbe straordinaria.

George Clooney mi ha detto: “Avrei scommesso la mia casa e l’avrei persa, che non saresti mai riuscita a ottenere più di un miliardo di dollari con questo accordo”. E ognuna di queste star, a modo suo, mi ha aiutato: hanno attivato un sacco di canali di comunicazione, chiamando i loro contatti a livello di CEO dell’AMPTP, e credo che anche nelle ultimissime ore si stesse facendo un lavoro sui canali di comunicazione su quell’ultimo passaggio sull’IA. Ed è stato proprio quando abbiamo sciolto la riunione e abbiamo detto: “Riprendiamo domattina”, che Duncan Crabtree-Ireland, il capo negoziatore della SAG-AFTRA, ha ricevuto una telefonata da Carol Lombardini, la presidente dell’AMPTP, che lo informava che avrebbero inserito l’ultima parte. E tra l’ottenimento del fondo e l’ottenimento di quell’ultimo pezzo, questo ha fatto la differenza.

Abbiamo scritto che gli Studios sembravano presi alla sprovvista dal suo stile di negoziazione, con tanto di peluche e citazioni ispirate. Pensa di essersi distaccata dagli schemi di negoziazione tradizionali e pensa che questo abbia aiutato la SAG?

Sono una persona molto autentica e credo che siano stati disarmati dal fatto che non stavo facendo un gioco delle parti e non stavo cercando di emulare l’energia maschile. E credo che i soliti tentativi di screditare una donna leader non abbiano funzionato, perché ho trasformato il tutto in un movimento di emancipazione femminile che diceva: “Non devo emulare l’energia maschile”. Posso essere leader con l’intelletto, l’empatia, la compassione e la moralità, posso essere me stessa e posso comunque sfoggiare il rossetto. E penso che questo sia molto liberatorio per le donne, perché è la cosa più semplice, screditare la donna leader. Si pensa sempre che sia troppo o non abbastanza. E nessuno ha mai parlato di Duncan in questi termini. Così ho dovuto capovolgere la situazione e farne una questione di empowerment. E in quel momento mi hanno fatto un regalo, perché mi sono resa conto che c’era qualcos’altro in ballo e che dovevo riconoscerlo e ribaltarlo e farlo diventare una questione di empowerment femminile. E spero di mostrare, con il mio esempio, alle donne e alle ragazze che sono mie fan che possono essere leader e che possono comunque essere esattamente ciò che sono, senza doversi scusare per questo.

Una volta terminato lo sciopero e se l’accordo sarà ratificato, quali sono le sue principali priorità per il sindacato mentre Hollywood si rimette in moto?

Prima dello sciopero, avevo spronato il Green Council [dellaSAG-AFTRA], che comprende la Motion Picture Association e i nostri sindacati gemelli, a riunirsi per la prima volta con un unico obiettivo: sviluppare un intrattenimento eco-responsabile scegliendo una missione che rispondesse ai criteri di essere dimostrativa sullo schermo, fattibile sul set e praticabile nelle case degli spettatori di tutto il mondo. Quindi continueremo ad andare avanti con questo obiettivo ora che ci siamo lasciati tutto alle spalle. Abbiamo molte star del nostro organico che sono impegnate in questo senso, che sono ambientaliste, e la missione numero uno sarà cercare di eliminare la plastica monouso e sostituirla con materiali riutilizzabili, sullo schermo, dietro le quinte e nelle case degli spettatori di tutto il mondo.

Inoltre, voglio restituire ai membri senior i loro diritti residuali. E mi è stato detto che con questo accordo fondamentale che abbiamo appena chiuso saremo in grado di farlo, perché ci saranno più soldi che confluiranno nei fondi.

Al di là del suo lavoro alla SAG-AFTRA, vuole continuare a recitare in futuro o ha altre aspirazioni in altri campi, come la politica?

L’estate scorsa dovevo fare due piccoli film, che ovviamente sono stati rimandati. Uno era con Adam Sandler, l’altro era This Is Spinal Tap di Rob Reiner, e quindi alla fine non li ho fatti. Probabilmente li farò quando si ripresenterà l’occasione. Non sto considerando la politica di per sé, ma mi vedo a fare qualcosa in cui posso sfruttare tutto questo per il bene comune e usare la mia sensibilità. Quindi non lo so. Ora che è finita, posso pensare a tutto questo e capire a cosa era destinato. Perché la vita va avanti e sono sicura che il significato di questo mi si presenterà. Meryl Streep mi ha detto: “È fantastico, ora vai a candidarti alla presidenza” (ride).

Ci sta pensando?

No, non voglio quel lavoro (ride). Oh, mamma mia. Ma vedremo, credo. Il tempo ce lo dirà.

L’intervista è stata editata per ragioni di lunghezza e chiarezza.

Traduzione di Nadia Cazzaniga