Mentre la lotta per le deleghe nel consiglio di amministrazione della Disney si avvicina al giorno decisivo, l’investitore Nelson Peltz prende di mira quella che definisce la strategia cinematografica “woke” della società, in particolare per quanto riguarda i film Black Panther e The Marvels.
In una recente intervista al Financial Times, Peltz infatti ha criticato la leadership del capo della Marvel Kevin Feige e il più ampio approccio del Ceo della Disney Bob Iger. Pur affermando di non volere che nessuno dei due venga destituito (Peltz sta facendo campagna per conquistare i posti nel cda degli attuali membri Michael B.G. Froman e Maria Elena Lagomasino), ha messo in dubbio la durata della permanenza di Feige e la strategia da adottare per il futuro.
“La gente vede un film o una serie per divertirsi”, sostiene Peltz. “Non per ricevere un messaggio”.
“Perché devo avere una Marvel tutta al femminile? Non che io abbia qualcosa contro le donne, ma perché devo farlo? Perché non posso avere una Marvel che sia entrambe le cose? Perché ho bisogno di un cast tutto nero?”.
Questi commenti si allineano a quelli dell’ex-presidente e amministratore delegato della Marvel Entertainment Ike Perlmutter, amico di Peltz e sostenitore della sua battaglia per la delega.
La diversità sotto Bob Iger
Nel memoir del 2019, Lezioni di leadership creativa. I segreti che ho imparato come Ceo di Walt Disney, Iger ha raccontato di aver ricevuto delle reazioni negative alla sua idea di diversità e inclusione. Soprattutto quando si trattava dei film Marvel e di smettere di presentare solo personaggi maschi e bianchi. Quando presentò l’idea, scrive Iger, uno dei leader del team Marvel di New York, diretto da Perlmutter, gli disse che “le supereroine non fanno mai grandi incassi”. Ma Iger decise di andare avanti.
“Ho chiamato Ike e gli ho detto di dire al suo team di non creare ostacoli e ho ordinato di mettere in produzione sia Black Panther che Captain Marvel“, ha scritto.
La Disney continua a difendere questa decisione. In una lettera agli azionisti di lunedì 25 marzo, intitolata Oh, Nelson, la società ha fatto specifico riferimento ai suoi commenti su The Marvels e alla sua dichiarazione nell’articolo: “Che senso ha essere un miliardario se non sei un bullo? Immaginate il danno che Peltz causerebbe al consiglio di amministrazione della Disney con queste prospettive”, si legge nella lettera.
Disney vs Nelson Peltz
Oltre a difendere Feige, che secondo la Disney ha un “curriculum senza precedenti alla Marvel”, e che ha generato circa 30 miliardi di dollari di incassi globali, il conglomerato dell’intrattenimento ha ribadito che Peltz non capisce il business, non creerebbe valore per gli azionisti e “non apporta alcun valore aggiunto al consiglio”.
“Peltz, e il suo partner silenzioso Ike Perlmutter, danneggerebbero la Disney e metterebbero a rischio la nostra trasformazione strategica”, si legge nella lettera.
Entrambe le parti hanno fatto campagna in vista della riunione del consiglio di amministrazione del 3 aprile. Iger e il suo consiglio di amministrazione hanno ricevuto il sostegno dell’ex-CEO Michael Eisner, del creatore di Star Wars George Lucas, di Laurene Powell Jobs e dei nipoti di Walt Disney e Roy Disney.
Tuttavia, la Trian Partners di Peltz ha ricevuto il sostegno dell’influente società di consulenza Institutional Shareholder Services, che raccomanda ai suoi clienti di votare per l’aggiunta di Peltz al consiglio di amministrazione della Disney (la società non ha consigliato di votare per l’aggiunta dell’ex-direttore finanziario della Disney Jay Rasulo al consiglio, richiesta anch’essa da Peltz).
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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