La fine dello sciopero potrebbe essere vicina. Ma solo se gli Studios trattano singolarmente

Il comitato di negoziazione del sindacato degli sceneggiatori ha inviato un messaggio agli iscritti in cui si ipotizza una "lotta intestina" in seno alle major: alcune di loro sarebbero intenzionate a sganciarsi dall'associazione degli Studios e stipulare accordi in autonomia

Si intravede una fine di questo sciopero che ha scombussolato Hollywood. Nel suo ultimo aggiornamento ai membri, il sindacato degli sceneggiatori e degli autori Writers Guild of America (WGA) suggerisce che le aziende associate all’associazione di categoria di Studios e Major (Alliance of Motion Picture and Television Producers) potrebbero sganciarsi dall’organizzazione, cominciando a negoziare accordi individuali con il sindacato.

Mentre le trattative sembrano essere ancora a un punto morto, venerdì il comitato di negoziazione della WGA ha comunicato agli iscritti che le conversazioni dietro le quinte con i dirigenti dei singoli studi cinematografici, durante lo sciopero, hanno mostrato il “desiderio e la volontà di negoziare un accordo che affronti adeguatamente i problemi degli sceneggiatori”.

Il comitato ha inoltre aggiunto che “quegli stessi dirigenti – e altri – si sono detti disposti a negoziare su proposte che l’AMPTP ha presentato all’opinione pubblica come punti critici dell’accordo. Su ogni singola questione che presentiamo abbiamo avuto almeno un dirigente di uno studio storico che ci ha detto di poterci accontentare”.

Lotte intestine agli Studios?

I leader del sindacato hanno quindi ventilato l’idea che le aziende associate comincino a staccarsi dall’AMPTP, che conta tra i suoi membri le filiali di produzione di Netflix, Amazon, Apple, Disney, Warner Bros. Discovery e altri, cominciando quindi a negoziare i propri accordi con la WGA.

“Abbiamo chiarito che negozieremo con uno o più dei principali Studios, al di fuori dei confini dell’AMPTP, per stabilire il nuovo accordo WGA”, scrive il comitato. E continua: “Non c’è alcun obbligo per le compagnie di negoziare attraverso l’AMPTP”. Nel comunicato, è suggerito anche che la “destabilizzazione economica” dovuta allo sciopero – o “Wall Street” – potrebbero convincere le compagnie a perseguire questa strategia.

Il comitato di negoziazione ha inoltre avvertito i membri che “finché non ci sarà una svolta”, l’AMPTP “cercherà di seminare dubbi e dissensi interni al sindacato”. I leader della WGA hanno sostenuto che, invece, le aziende associate dovrebbero “prendere il controllo dell’ AMPTP stesso, o decidere di concludere separatamente un accordo. A quel punto, la risoluzione dello sciopero sarà a portata di mano”.

La risposta dell’AMPTP

In una risposta di venerdì sera, l’AMPTP ha affermato che le aziende associate sono “allineate” e stanno “negoziando insieme per raggiungere una risoluzione”. L’organizzazione ha aggiunto: “Qualsiasi suggerimento contrario è falso”.

L’AMPTP ha inoltre affermato di aver compiuto importanti passi avanti nella sua proposta sull’IA, e che la WGA è rimasta “arroccata” sulla sua posizione in materia di personale obbligatorio. L’AMPTP ha continuato: “La WGA ha ottenuto guadagni sostanziali per i suoi membri durante questo processo di negoziazione e ha il potere di far procedere il negoziato rispondendo alle offerte più recenti dell’AMPTP su questioni chiave”.

Circa 11.500 membri della WGA sono in sciopero contro le aziende associate all’AMPTP da 130 giorni. Secondo i recenti dati dell’Ufficio statistico del lavoro degli Stati Uniti, il settore dell’intrattenimento ha visto la perdita di circa 17mila posti di lavoro a causa dello sciopero degli sceneggiatori, combinato con lo sciopero in corso della SAG-AFTRA che interessa gli interpreti.

“I lavoratori del settore stanno affrontando avvisi di sfratto e in alcuni casi vivono in auto o con le loro famiglie mentre le interruzioni del lavoro si trascinano”, ha dichiarato recentemente a THR il direttore esecutivo dell’Entertainment Community Fund della regione occidentale Keith McNutt.

Il comunicato della WGA

The Hollywood Reporter pubblica di seguito il comunicato integrale del comitato di negoziazione della WGA.

Cari membri,

Sappiamo che siete ansiosi di ricevere informazioni sullo stato delle trattative – e sappiamo quanto sia difficile rimanere saldi durante i periodi di silenzio – cosa che è solo esacerbata dai recenti tentativi delle aziende di aggirare la commissione di negoziazione e di confondere la narrazione. Quello che segue è un aggiornamento su dove siamo e come ci siamo arrivati. Riportiamo elementi che non abbiamo condiviso fino ad ora, tra cui conversazioni con singoli dirigenti che illustrano come alcune compagnie riescano già a vedere un percorso verso la conclusione di un accordo, mentre altri membri dell’AMPTP non ci sono ancora arrivati.

Nei 130 giorni trascorsi dall’inizio dello sciopero della WGA, l’AMPTP ha presentato una sola proposta alla WGA, l’11 agosto. Da allora, le aziende non si sono discostate da quella soluzione, anche se la WGA ha presentato a sua volta la propria controproposta all’AMPTP il 15 agosto. L’attuale stallo non è un segno del potere delle aziende, ma della paralisi dell’AMPTP.

Gli Studios e gli streamer che contrattano insieme attraverso l’AMPTP hanno modelli di business e interessi diversi, nonché storie e rapporti diversi con i sindacati. Sono concorrenti a tutti gli effetti, tranne quando si uniscono per trattare con i lavoratori di Hollywood. Attraverso l’AMPTP, gli Studios e gli streamer negoziano come un fronte unito, permettendo a coloro che fanno la voce grossa di dettare la linea d’azione per tutte le società. L’AMPTP pretende di rappresentare tutti questi disparati interessi aziendali, ma in pratica amministra un sistema che favorisce l’inflessibilità rispetto al compromesso e sacrifica gli interessi delle singole aziende nel raggiungimento di un accordo. Questo regresso verso la linea più dura ha portato al primo sciopero simultaneo dal 1960.

Per contro, nelle settimane successive allo sciopero della SAG-AFTRA, durante i colloqui individuali con i dirigenti degli studi cinematografici, abbiamo sentito il desiderio e la volontà di negoziare un accordo che affronti adeguatamente i problemi degli sceneggiatori. Un dirigente ha detto di aver esaminato le nostre proposte e, pur non impegnandosi in un accordo specifico, ha affermato che queste non avrebbero inciso sui profitti della sua azienda e che riconosceva di dover concedere molto più del solito per risolvere questa disputa. Un altro ha detto di aver bisogno di un accordo. Questi stessi dirigenti – e altri – si sono detti disposti a negoziare sulle proposte che l’AMPTP ha presentato all’opinione pubblica come “deal breaker”. Su ogni singola questione che presentiamo abbiamo avuto almeno un dirigente di uno studio tradizionale che ci ha detto di essere in grado di accontentarci.

Quindi, sebbene l’intransigenza della struttura dell’AMPTP stia ostacolando il progresso, queste conversazioni dietro le quinte dimostrano che è possibile trovare un accordo equo che affronti i nostri problemi. Considerato l’enorme impatto economico degli scioperi sulle compagnie tradizionali, non sorprende l’interesse dei singoli studios a trovare un accordo. La Warner Bros. lo ha confermato in un documento finanziario pubblico proprio questa settimana.

Abbiamo chiarito che negozieremo con uno o più dei principali studios, al di fuori dei vincoli dell’AMPTP, per definire il nuovo accordo WGA. Non c’è alcun obbligo per le compagnie di negoziare attraverso l’AMPTP. Quindi, se la destabilizzazione economica delle loro stesse società non è sufficiente a indurre uno o due o tre Studios ad affermare il proprio interesse personale all’interno dell’AMPTP, o a staccarsi dal modello AMPTP, forse sarà Wall Street a costringerli a farlo.

Finché non ci sarà una svolta, le aziende e l’AMPTP cercheranno di seminare dubbi e dissensi interni in seno al sindacato. Mantenete alta l’attenzione. Quando le aziende inviano messaggi attraverso surrogati o la stampa sull’irragionevolezza della vostra leadership, prendeteli come parte di uno sforzo in malafede per influenzare i negoziati e non come la verità oggettiva.

Le aziende conoscono la verità: devono negoziare se vogliono porre fine allo sciopero. Possono non gradirla, possono cercare di nasconderla, ma la conoscono. Mentre lottano con questo fatto e tra di loro, continueranno a cercare di convincere gli sceneggiatori ad accontentarsi di meno di quello di cui abbiamo bisogno e che meritiamo, incoraggiandoci a negoziare con noi stessi. Ma noi non lo faremo.

Invece, le aziende che fanno parte dell’AMPTP e che vogliono un accordo equo con gli autori devono prendere il controllo del processo dell’AMPTP stessa, o decidere di fare un accordo separatamente. A quel punto, la risoluzione dello sciopero sarà a portata di mano.

Comprendiamo quanto sia doloroso questo momento per tutti. Siamo tutti stanchi, feriti e spaventati. Non c’è nulla di sbagliato nel dirlo. L’ottimismo per il ritorno alla negoziazione si è scontrato con il duro ricordo di quanto possa essere difficile questo processo. Condividiamo la frustrazione per il prolungamento dello sciopero da parte delle aziende e rimaniamo impegnati a negoziare una risoluzione equa il più rapidamente possibile.

Nel frattempo, come sempre, potete trovare la vostra Commissione di negoziazione e i membri del Consiglio e della Giunta ai picchetti. Quando ci sarà qualcosa di significativo da riferire, vi scriveremo di nuovo.

In solidarietà,
Comitato di negoziazione WGA

Traduzione di Pietro Cecioni