Elon Musk mette una croce su Twitter. Si chiamerà X e punta ad essere una super-app come We Chat

Non è la prima volta che la lettera torna nelle idee del miliardario sudafricano e nei suoi progetti. Ma ora con il social network acquisito a ottobre vuole realizzare un'applicazione come quella di Tencent in Cina

Elon Musk ha messo una croce su Twitter. Letteralmente. Domenica 23 luglio ha annunciato il rebranding del noto social network di microblogging, che ha acquisito per 44 miliardi di dollari nell’ottobre del 2022, alla fine di una confusionaria compravendita. Ora il social si chiamerà, per l’appunto, X e la ristrutturazione è in corso, con in previsione un cambio strutturale del servizio.

La proposta, annunciata da un tweet e già in funzione, è quella di sostituire il logo dell’uccellino blu, il nome e il dominio del sito con una X. A rilanciare l’iniziativa è stata anche la nuova CEO di Twitter Linda Yaccarino, ex responsabile della pubblicità di NBCUniversal e diventata amministratrice delegata del social a inizio maggio. Già all’epoca, Elon Musk aveva comunicato che voleva trasformare Twitter – assieme all’aiuto di Yaccarino – in X, la “app tutto”.

“Non vedo l’ora di lavorare con Linda per trasformare questa piattaforma in X, l’app tutto”, aveva dichiarato il 12 maggio. A marzo di quest’anno l’azienda che possiede Twitter era già stata rinominata da Musk come X Corp, e secondo la giornalista Zoe Schiffer di Platformer, potrebbe trattarsi semplicemente di un cambio di logo, disegnato – al momento – da un utente di nome Sawyer Meritt. Anche le intenzioni di Twitter sul lungo periodo sono abbastanza delineate.

X, il ritorno

Non è la prima volta che la lettera X torna nelle idee del miliardario di Twitter. Basti pensare alla sua azienda aerospaziale, SpaceX, e alla sua azienda di prossima creazione sull’intelligenza artificiale dal nome X.AI. La X, quindi, col conseguente nuovo dominio web X.com – che riporta già al social di Musk – è un’idea che arriva dal passato, più precisamente dal 1999.

Come riportato dal giornalista tecnologico Paris Marx su Disconnect, dopo un’esperienza alla Scotiabank in Canada all’inizio degli anni Novanta, Elon Musk ha fondato una banca online chiamata proprio X.com, che è fallita un anno dopo e che ha successivamente portato alla nascita di PayPal.

X.com è sempre stata un’ossessione per il miliardario sudafricano, che ne ha riacquistato il dominio direttamente da PayPal nel 2017. Essendo la seconda startup di Musk, dopo il fallimento di Zip2 (azienda che forniva licenze per le guide cittadine ai giornali), l’imprenditore ha dichiarato in un Tweet che l’url aveva un “valore sentimentale”.

Twitter vuole essere super-app

L’imprenditore non ha mai nascosto il suo interesse per le cosiddette super-app, ovvero delle applicazioni che comprendono al loro interno sia social che pagamenti, diventando – in sostanza – un servizio digitale onnicomprensivo. Un esempio di queste super-app è WeChat di Tencent per la Cina.

Nel caso del nuovo volto di Twitter, Elon Musk aveva già dichiarato durante un meeting con i dipendenti che “Non esiste un equivalente di WeChat al di fuori della Cina”. E ha continuato: “Fondamentalmente lì vivi su WeChat. Se riusciamo a ricrearlo con Twitter, avremo un grande successo”.

Ma questo modello ha avuto diverse critiche. Ci sono infatti perplessità riguardo la salvaguardia dei dati degli utenti, la velocità stessa delle applicazioni e, infine, questioni di competitività e antitrust. Le autorità di regolamentazione del mercato in questi ultimi anni sono molto attente al settore delle big tech sia in Unione Europea che negli Stati Uniti. Ma anche nel Regno Unito, in cui la Competitions and Market Authority (CMA) sta scrutinando il mercato delle intelligenze artificiali, nel tentativo di riacquisire autorevolezza dopo la Brexit.