Sydney Sibilia: “Il Centro sperimentale deve restare indipendente. Quest’attacco alla scuola è una follia”

"Il CSC deve formare delle persone che con la loro testa creeranno cultura per il futuro. L'idea è di appropriarsi della cultura come se fosse di qualcuno: siamo di fronte ad una classe dirigente inadatta": così dice a THR Roma il regista, ospite al Giffoni Film Fest, attualmente impegnato nelle riprese di una serie sugli 883

“Posso?”. Sydney Sibilia si alza e si avvicina a un tavolino su cui è appoggiato un caffè. La ragazza che gliel’ha portato lo “ricatta”. “Solo se ci facciamo una foto insieme”. Il regista è al Giffoni Film Festival dove è stato protagonista di un workshop con giovani aspiranti registi e attori. Fuori la sala allestita per le interviste una fila di colleghi scherza per stemperare l’attesa del loro turno. “Chi è il prossimo dal medico?”.

Solo qualche giorno prima Sibilia, accompagnato dalla sua troupe, era sullo stesso marciapiede della redazione di THR Roma per girare una scena di Hanno ucciso l’uomo ragno – “Stavamo fingendo di essere in un negozio di dischi a Pavia. Ma in realtà è via Merulana” – la serie sulla vera storia degli 883 che arriverà prossimamente su Sky e Now. Regista, produttore e sceneggiatore tra i più innovativi in Italia, Sibilia ha le idee molto chiare sull’ondata unanime di indignazione seguita all’emendamento al DL Giubileo che vorrebbe cambiare faccia al Centro Sperimentale di Cinematografia ipotizzando un comitato scientifico di nomina politica.

Sydney Sibilia e i ragazzi del Giffoni Film Festival

Sydney Sibilia e i ragazzi del Giffoni Film Festival

 Molti suoi colleghi hanno firmato un appello in sostegno al CSC. Cosa pensa di tutto quello che sta accadendo?

Uno tende sempre ad utilizzare mezzi termini. Ma è una cosa ridicola. E quindi bisogna dire le cose come stanno. È tutta una follia. L’idea di appropriarsi della cultura, come se fosse di qualcuno, è una cosa che mi fa impazzire. Non ho mai fatto scuole di cinema. Non sono titolatissimo per parlare del Centro Sperimentale di Cinematografia. Ma molte persone con cui lavoro l’hanno fatto. È una delle migliori scuole di cinema del mondo. Ma l’idea di tentare di prendersela è folle oltre che sintomo di una politica tremenda.

A cosa dovrebbero interessarsi, invece?

C’è il surriscaldamento globale. Ce ne vogliamo occupare? Invece di pensare che fanno cinquantamila gradi te li immagini i politici? “No, però aspetta! Hai saputo del Centro Sperimentale? Ce lo dobbiamo prendere noi!”. Ma poi noi chi? Cosa stanno facendo? È una cosa tremenda. È una classe dirigente inadatta a fare la classe dirigente. Il CSC deve rimanere indipendente così com’è e formare delle persone che con la loro testa creeranno cultura per il futuro. Persone che sono parte del nostro futuro ed è giusto prendersene cura in maniera indipendente. Quello che il governo vuol fare è assurdo.

Oltre ad essere regista, lei è anche produttore e sceneggiatore. Due figure che in questo momento si stanno scontrando oltreoceano, a Hollywood. Crede che i motivi dello scontro possano estendersi al nostro paese?

Penso che ognuno abbia i suoi problemi. Noi abbiamo i nostri, più peculiari. Gli Stati Uniti sono talmente all’avanguardia che certe volte non si capisce neanche perché scioperano. Ho un’età per la quale mi ricordo quello del 2007/2008. Sui giornali c’era scritto che volevano capire che cosa sarebbe successo con i film su internet. In realtà si parlava delle piattaforme. Loro sono molto bravi a tutelarsi e a tutelare i loro diritti. Non hanno bisogno del mio consiglio. “A proposito, hai saputo che ha detto Sibilia?” (ride, ndr). I loro problemi, a volte, arrivano da noi con la soluzione già impacchettata. Proprio grazie alle loro proteste.

La facciata del Centro Sperimentale di Cinematografia

Lo striscione di protesta contro l’emendamento al dl Giubileo, comparso sulla facciata del Centro Sperimentale di Cinematografia

C’è chi dice che con Groenlandia insieme a Matteo Rovere abbiate rivoluzionato il cinema italiano. Con Lynn, la divisione nata nel 2021 interamente dedicata alla produzione di progetti a regia femminile, come sta andando?

Molto bene. Siamo molto soddisfatti. Non so se facciamo la rivoluzione. Non è un termine che mi piace tanto. Cerchiamo di essere sinceri e rispettare i nostri sogni di quando eravamo piccoli. Con Matteo ci conosciamo da una ventina d’anni. E da una ventina d’anni proviamo a fare delle cose. Con Lynn abbiamo tutta una serie di progetti in uscita molto interessanti. Sono molto contento di Groenlandia. È proprio una bella cosa quella che abbiamo fatto. E ho un po’ di nostalgia a pensare che, ormai, è inizata quasi dieci anni fa.

Ha annunciato Hanno ucciso l’uomo ragno, la serie sugli 883 in un video con Max Pezzali: che tipo di reazioni ha ricevuto? E a che punto siete della produzione?

Tutti a chiedermi: “Ma quando mi presenti Max Pezzali?”. Da quel video è passato quasi un anno, la stavamo scrivendo. Ora stiamo girando da un mese. Staremo un po’ in giro tra Pavia e Roma. C’è molto hype perché una cosa sugli 883, che toccano l’infanzia e l’adolescenza di un sacco di gente. Sento molto la responsabilità. Ho fatto altre storie vere (L’incredibile storia dell’isola delle rose e Mixed by Erry, ndr) ma nessuno di loro aveva dei fan. Ora c’è una responsabilità in più.