Cinque ex-dipendenti di Ubisoft sono stati arrestati tra martedì 3 ottobre e mercoledì 4, in una maxi-indagine di abusi e molestie sessuali avvenute all’interno del colosso dei videogiochi francese. Come riportato dal quotidiano Libération, tra le persone in custodia ci sono l’ex CCO Serge Hascoët, che si è dimesso nel 2020, e il suo protetto Tommy François, ex-vicepresidente della parte editoriale di Ubisoft.
A condurre l’arresto è stata la procura di Bobigny, a seguito di diverse denunce presentate nel 2021 dal sindacato Solidaires Informatique e con l’indagine aperta dalla polizia di Parigi. Secondo quanto riportato dal quotidiano, la procura avrebbe raccolto testimonianze di circa cinquanta tra dipendenti ed ex dipendenti.
L’affaire Ubisoft
Lo scandalo è emerso nell’estate del 2020, quando una serie di accuse pubblicate su Twitter denunciavano atti di violenza sessuale all’interno di Ubisoft, azienda di videogiochi che ha prodotto la saga di Assassin’s Creed e Far Cry. Libération, nella sua inchiesta, ha rivelato l’esistenza di una cultura tossica dominante nella sezione editoriale dell’azienda, con la presenza di quella che i media statunitensi hanno chiamato “bro culture”, in italiano traducibile con mascolinità tossica e cameratismo.
Tale cameratismo si è formato attorno alla figura di Tommy François, coperto dalla sua posizione di potere al fianco di Serge Hascoët. Le vittime che hanno denunciato gli abusi, secondo il quotidiano francese, si sono però scontrate con le risorse umane, che hanno difeso gli ex-dirigenti con frasi del tipo “sono creativi, è così che lavorano”, oppure “se non puoi lavorare con lui, forse è ora che tu te ne vada”.
Un sistema di abusi
Maude Beckers, avvocata dell’accusa, ha dichiarato a Libération che “Il caso è molto particolare perché al di là del semplice comportamento individuale, rivela una violenza sessuale sistemica”. “Faccio questo lavoro da ventidue anni, è la prima volta che vedo un lavoro della polizia giudiziaria così corposo su denunce di questo genere – continua l’avvocata – Nella maggior parte dei casi di aggressione e molestie, si tratta di una persona a volte coperta dal proprio superiore, non è così strutturato come lo era in Ubisoft”.
Beckers, nella sua dichiarazione, sostiene inoltre che questo sistema di abusi sembra essere diventato “qualcosa di necessario alla creatività”. E alla fine, accusa il reparto di HR di Ubisoft: “Le risorse umane sapevano tutto quanto e lo hanno nascosto. Lascia senza parole la complicità degli impiegati dell’azienda”. A una richiesta di commento da parte del giornale francese, il colosso dei videogiochi ha dichiarato di “non essere a conoscenza della vicenda e, pertanto, di non potersi esprimere”.
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