“Buonasera Roma, buonasera romani. Finalmente sono qui, nella città dove il mio cuore batte più forte”.
Russell Crowe ama Roma e Roma ama Russell Crowe. Non a caso ne è diventato ambasciatore e sostiene la candidatura della città per l’Expo 2030. Un’equazione molto semplice stando anche alla folla di fan presenti sulle gradinate del Teatro Romano di Cinecittà che ha ospitato il concerto della star neozelandese accompagnato dalla sua band, gli Indoor Garden Party. Un concerto gratuito, organizzato da Alice nella città, che l’ha visto esibirsi affiancato dai The Gentlemen Barbers e dalla cantante irlandese Lorrain O’Reilly.
Tre postazioni rialzate – per tastiere, batteria e coriste -, due bassi elettrici, una tromba e un contrabbasso. Ogni membro della band è in total black, compreso il frontman che sale sul palco senza dire una parola per esibirsi subito in un paio di brani dal sapore blues. Postura e tonalità da crooner vero, occupa il palco con la disinvoltura e lo charme con cui sa farlo anche da attore.
Dietro il gruppo un gioco di luci che illumina la struttura mentre il sole tramonta e uno spicchio di luna prende la scena.
Il blues di Russell Crowe
Sulle gradinate l’amico e regista Gabriele Muccino che, nel 2015, l’ha diretto in Padri e figlie, Francesco Panella, il sindaco Roberto Gualtieri, Laura Luchetti, Andrea Bosca e Matteo Salvini con Francesca Verdini. Oltre a tantissimi fan che hanno potuto vederlo in una veste inedita. Tra un brano e l’altro (e qualche sorso al suo drink) Crowe mischia italiano e inglese così come i generi – folk, rock, country – scherza e racconta di come sono nati i brani della sua band, parla del suo amico e collega Lennie Loftin “che tende a scrivere canzoni in cui qualcuno nel bel mezzo muore”, presenta un’esibizione del figlio Charlie – “Quando ho fatto Il gladiatore non era ancora vivo” – e regala al pubblico una cover (all’altezza dell’originale) di Take This Waltz di Leonard Cohen.
“Non abbiamo un’etichetta musicale, facciamo uscire musica quando ci va” racconta Crowe prima di attaccare un nuovo singolo ed incitare il pubblico a scendere dalle gradinate. “Come on, what the fuck”. Ecco allora che gli spalti del Teatro Antico degli studi di Cinecittà si svuotano e un flusso di persone si sposta per ballare sotto il palco e lasciarsi riprendere dalle telecamere che immortalano il concerto. “Let your light shine” cantano Russell Crowe e gli Indoor Garden Party illuminati dalle torce dei telefoni. Un tempo sarebbero stati accendini. Ma i tempi cambiano e può succedere davvero di tutto.
Anche che un gladiatore deponga spada e scudo per impugnare un microfono e fare blues.
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma