Il Muro del Canto: dopo Giancane, lasciano anche Alessandro Pieravanti e Alessandro Marinelli. Confermato il nuovo album

Lasciano la band folk amatissima a Roma e conosciuta in tutto il mondo per il feat. con Piotta in 7 vizi capitale che divenne la sigla finale della serie tv Suburra su Netflix, due dei membri più importanti e storici. Lo fanno, a sorpresa, prima di tre date importanti, ora annullate (Milano, Genova e Terracina).

Un piccolo grande terremoto scuote la musica italiana e in particolare il folk romano. Una scossa che colpisce Il Muro del Canto, già orfano di Giancane dal 2018: se ne vanno il percussionista e la voce narrante, roca e profonda, iconica, Alessandro Pieravanti, e Alessandro Marinelli, alla fisarmonica e al pianoforte. Per identità vocale e sonora, insomma, un duro colpo.

Dal comunicato, empatico e partecipato, non si ravvisano screzi o rotture, ma la normale conclusione di un rapporto artistico di quasi 15 anni, di un sodalizio che ha spazzato via una maschera polverosa dalla canzone romana, per portarla a una nuova vitalità e modernità, un punto di riferimento non solo creativo ma anche politico del folk capitolino, con pezzi che hanno colonizzato l’Italia, come le loro tournée, da L’amore mio non more a Figli come noi, da Il canto degli affamati a Madonna delle lame, da Reggime er gioco a L’anima de li mejo.

Nasce nel 2010 Il Muro del Canto – (e curiosamente anche L’Orchestraccia, altra faccia di questo movimento musical-popolare) – e da allora ha cambiato la colonna sonora di questa città. Coinvolgendola, proteggendola (pensiamo al pezzo Il lago che combatte in feat. con un altro pezzo di storia musipolitica della città, gli Assalti Frontali con cui si combatte una battaglia clamorosa per il verde cittadino contro i palazzina e la si vince), raccontandola, ritrovandone le radici e proiettandola nel mondo, ad esempio, con 7 vizi capitale, pezzo cantato col Piotta, che diventa la sigla della serie tv Suburra, nel 2017. E Netflix la farà rimbalzare, nell’anno forse più fortunato anche a livello di popolarità de Il Muro del Canto, in più di 190 paesi.

Del 2022 invece la collaborazione con Ben Harper, di cui hanno aperto quattro concerti.

Ora, subito dopo il comunicato con cui si commemorava il grande Ernesto Assante, in un lunedì più triste degli altri è arrivato l’annuncio sui social del gruppo. Annullati i prossimi concerti (Milano, Genova e Terracina), confermato il prossimo album per l’autunno del 2024.

Il comunicato de Il Muro del Canto

In attesa di possibili e prossime integrazioni, rimangono Daniele Coccia Paifelman (voce), già frontman dei Surgery (band mitica capitolina dai live molto suggestivi), Ludovico Lamarra al basso, Eric Calderoni alla chitarra acustica e pianoforte, Franco Pietropaoli alla chitarra elettrica e ai cori.

Il fulmine a ciel sereno, comunque, è arrivato quasi con una lettera aperta. Su Facebook e Instagram.

“Ci sono pagine più difficili da scrivere di altre e oggi è uno di quei giorni in cui la penna pesa nel darvi due notizie importanti.

La prima notizia è che Alessandro Pieravanti e Alessandro Marinelli lasciano il gruppo. Questa scelta non intacca il percorso fatto insieme, il loro ruolo fondamentale per l’identità della band, le emozioni vissute sul palco e un affetto che solo la musica sa saldare.

Le circostanze ci obbligano, di conseguenza, a fermarci: i concerti di Milano, Genova e Terracina sono annullati. Ci scusiamo per il disagio, certi della vostra comprensione.

Ma Il Muro del Canto non crolla, Il Muro del Canto è solido.

La seconda notizia, infatti, è che stiamo lavorando al nuovo disco, in uscita il prossimo autunno. Possiamo già anticiparvi le prime due date di presentazione:

7 NOVEMBRE 2024, ROMA, MONK
27 NOVEMBRE 2024, MILANO, ARCI BELLEZZA

Più avanti vi forniremo maggiori dettagli sulle prevendite. Siamo molto felici della forma che stanno prendendo le nuove canzoni e non vediamo l’ora di ritrovarvi, abbracciarvi e di tornare a suonare.

Un ringraziamento sentito va a FioriRari, Flamingo Management, Barley Arts e Big Time per il supporto e il sostegno in un momento così delicato. Infine, il nostro pensiero va a tutti e tutte voi, parte integrante de Il Muro del Canto: oggi più di ieri abbiamo bisogno del vostro calore”.

Il comunicato di Alessandro Pieravanti

Pieravanti ha salutato con un lungo status su Facebook, mentre Marinelli, per ora si è chiuso nel silenzio.

“Come si conclude una storia durata 14 anni? Era il 2010 quando nasceva l’idea del Muro e di cose in questi anni ne sono successe tante, centinaia e centinaia di concerti, migliaia di chilometri percorsi, 5 dischi, tante collaborazioni. Per anni mi sono identificato con qualcosa che contribuivo a creare scrivendo i testi dei brani che recitavo, e nell’ultimo disco un paio li ho anche cantati, lavorando agli arrangiamenti e alla scrittura di tutte le musiche in maniera corale e condivisa con il resto della band, sono stato portavoce nelle interviste, spesso la percezione della band si è sovrapposta e mescolata con quella della persona fino a diventare un tutt’uno.

Tutto questo resterà come un periodo di vita intenso, stimolante e ricco di bei ricordi. Mi sentirò per sempre parte di un qualcosa, a mio avviso, di bello che il Muro ha creato. Il primo embrione della band durò poco e ci ritrovammo io e Daniele in una stradina di San Lorenzo a decidere cosa fare, lui coinvolse Il Fisa, io ebbi l’idea di coinvolgere Giancarlo e Ludovico, poi Ludovico propose Eric e li si formò il Muro, tutto il resto funzionò e si alimentò grazie all’entusiasmo crescente del pubblico che si avvicinava a noi e non si staccava più creando una vera e propria comunità.

Il resto è venuto tutto di getto in una corsa durata 14 anni. Il mio pensiero va a tutti quelli che ho conosciuto grazie a questa esperienza, alle chiacchiere dopo i concerti, il mio pensiero va agli addetti ai lavori con cui abbiamo collaborato negli anni, ci siamo sempre contornati di persone con una spiccata umanità e tutti hanno contribuito a creare questa bella avventura chiamata Muro. Quando poi quello che facevamo è diventato un megafono per dare voce a chi non ne aveva o a chi aveva bisogno di aiuto il tutto è diventato ancora più importante perché quando sei in grado di aiutare qualcuno hai la responsabilità di farlo al meglio.

Voglio ringraziare tutti i territori, le lotte, le comunità e le esperienze fatte nell’ambito sociale che mi hanno arricchito più di quanto io ho fatto con loro. Le pagine belle scritte, impossibile nominarle tutte, tanti i posti in Italia visitati e vissuti così come gli artisti e i musicisti con cui abbiamo condiviso esperienze intense. E allora perché smettere? Perché comunicare ai compagni di viaggio che sentivo che il mio percorso finiva lì? Ho deciso di lasciare il Muro perché dentro di me sentivo di aver dato tutto quello che potevo dare. Sentivo che per rispetto di un percorso così bello volevo fermarmi prima che per me diventasse un’abitudine un qualcosa a cui si è legati in maniera nostalgica ma in cui non si ha più qualcosa da raccontare.

Penso che nel Muro debbano continuare ad esserci persone entusiaste e coinvolte, piene di idee e di voglia di fare, cosa che sono sicuro sapranno continuare a fare alla grande cogliendo questo momento come un’opportunità per prendere strade nuove. Gli auguro tutto il meglio e sarò sempre dalla loro parte. Continuerò a raccontare storie perché fa parte di me, lo facevo prima del Muro e continuerò dopo, non so in che forma e come, ma il bello sarà scoprirlo insieme a tutti quelli che mi hanno sostenuto negli anni e che ringrazio.

Concludo dicendo che questo sentimento che mi ha portato alla decisione cresceva in me già da un po’ e l’avevo espresso in Cometa, la mia eterna volontà di andare via, ecco ho sentito che questo era il momento di salire su quella Cometa alimentata dalla malinconia per farmi portare via passando tra i palazzi alti della periferia romana in cui quella storia è ambienta, con la tristezza di lasciare qualcosa di bello e l’entusiasmo di scoprire cosa ci sarà in futuro, con quel brivido di quando si fa un passo verso qualcosa di nuovo e sconosciuto, e come sono arrivato, ringraziando tutti e con il sorriso, me ne vado”.

Il saluto più poetico

Giusto però chiudere il pezzo con le parole del gruppo. Le più azzeccate.

«Saremo ancora tutti insieme, sempre più in alto sulle altalene». Così si firmano, con uno dei versi più belli di uno dei loro pezzi più potenti.

La vita è una. Mai titolo fu più azzeccato.

Certo, non ci sarebbe dispiaciuto neanche Ciao core.