Al via in Francia il processo per diffamazione a Roman Polanski

Il regista 90enne è accusato di aver diffamato l’attrice britannica Charlotte Lewis definendo le sue accuse di violenza sessuale contro di lui una “menzogna atroce”

Roman Polanski sarà processato martedì 5 marzo in Francia con l’accusa di aver diffamato l’attrice britannica Charlotte Lewis dopo che lei lo aveva accusato di averla violentata negli anni Ottanta.

Polanski, che per la giustizia statunitense è ancora latitante per un caso di stupro avvenuto nel 1977 ai danni di una tredicenne, deve affrontare molteplici accuse relative ad altre presunte violenze sessuali risalenti a decenni fa, tutte negate dal regista.

Nel 2010, Lewis aveva accusato Polanski di averla aggredita sessualmente “nel peggior modo possibile” nel 1983, quando aveva 16 anni e si trovava a Parigi per un casting. Lewis era apparsa nel film di Polanski Pirati del 1986. L’attrice aveva dichiarato di aver deciso di parlare per controbattere alle insinuazioni del team legale di Polanski, secondo cui il caso del 1977 sarebbe stato un incidente isolato.

Da allora, altre quattro donne si erano fatte avanti dicendo che Polanski aveva abusato di loro negli anni Settanta, quando tre di loro erano minorenni. Il regista novantenne ha negato tutte le accuse.

Interrogato sulle accuse di Lewis in un’intervista del 2019 con la rivista Paris Match, Polanski le aveva definite “un’atroce menzogna” e aveva corroborato la sua affermazione con citazioni di un articolo del 1999 del tabloid britannico The News of the World, in cui Lewis avrebbe detto a proposito di Polanski: “Ero affascinata da lui e volevo essere la sua amante”.

Lewis ha dichiarato che le citazioni a lei attribuite non erano accurate e ha presentato una denuncia per diffamazione, facendo sì che Polanski venisse accusato automaticamente secondo la legge francese.

Parlando con l’AFP, l’avvocato di Lewis, Benjamin Chouai, ha dichiarato che “screditare e diffamare le persone è parte integrante del sistema Polanski, e questo è ciò che Charlotte Lewis sta coraggiosamente denunciando”.

L’avvocato di Polanski, Delphine Meillet, sostiene che l’articolo di Paris Match non costituisce diffamazione e che Polanski “ha il diritto di difendersi pubblicamente, così come la donna che lo accusa”.

Polanski non si presenterà di persona al processo.

Il regista franco-polacco, autore di film come Chinatown, Rosemary’s Baby e Il pianista, è rimasto attivo e produttivo nonostante sia fuggito dalla giustizia statunitense per oltre 40 anni. La Francia non concede l’estradizione dei propri cittadini e sia la Svizzera che la Polonia hanno rifiutato le richieste statunitensi di rimandare indietro il regista per il processo.

In Francia, Polanski ha subito crescenti pressioni negli ultimi anni. Doveva presiedere i premi César, l’equivalente francese degli Oscar, ma all’inizio del 2017 ha rinunciato per le pressioni dei gruppi femministi. Pur continuando a girare film, Polanski ha mantenuto un profilo basso negli ultimi anni. Il suo ultimo film, The Palace, è stato proiettato fuori concorso a Venezia l’anno scorso, ma senza la presenza di Polanski.

Traduzione di Nadia Cazzaniga