Flash mob degli studenti del Centro Sperimentale a Venezia. “La nostra protesta continua”

"Vogliamo allargare il discorso a una riflessione sullo stato di salute della cultura in Italia", ha dichiarato la portavoce del Comitato Sarah Narducci, mentre si attende la nomina del nuovo presidente della scuola

Manifestazioni in Mostra. Nel pomeriggio del 2 settembre, davanti al red carpet della Mostra del Cinema di Venezia, gli studenti e le studentesse del Centro Sperimentale di Cinematografia hanno realizzato un flash mob,per attirare l’attenzione sulla situazione della loro scuola, dopo le recenti dimissioni della presidente Marta Donzelli.

I ragazzi si sono messi in fila tenendo ciascuno un cartello con la scritta “Emergenze in Mostra”, che è anche il titolo della loro serie di incontri a Isola di Edipo in Riva di Corinto, cominciati nella giornata di ieri 1 settembre e che si concluderanno il 3. “La nostra protesta continua anche a Venezia”, dichiara la portavoce del Comitato delle studentesse e degli studenti del CSC Sarah Narducci.

“Nonostante l’emendamento della Lega (quello al dl Giubileo, ndr) sia passato, la nostra lotta non si ferma e anzi – continua Narducci – vogliamo allargare il discorso a una riflessione sullo stato di salute della cultura in Italia”.

“Il ministro Sangiuliano, a quanto pare, non ritiene che il nostro luogo di formazione sia così importante se ha dichiarato ‘ora c’è Venezia, ce ne occuperemo più avanti'”, continua la portavoce. ”

“Noi riteniamo sia centrale, ad oggi siamo al 2 settembre non abbiamo un presidente del Centro”, aggiunge Narducci, “Siamo  preoccupati, secondo gli ordini del giorno parlamentari ci spetta di diritto una rappresentanza sia nel comitato scientifico che nel consiglio d’amministrazione. E non sappiamo se questi due organi ci verranno garantiti”.

Il Centro ancora senza presidente

In un’intervista pubblicata su Repubblica nella giornata di ieri, il regista Pupi Avati ha dichiarato di stare “lavorando per il Centro Sperimentale”, ma “senza alcun mandato”. Il regista de La casa delle finestre che ridono ha dichiarato inoltre di non “non essere scandalizzato” del cambio dei vertici dell’istituto di via Tuscolana.

“Tuttavia sto lavorando, senza nessun mandato, affinché il Centro torni ad essere il cuore del cinema europeo. Voglio vedere delle persone con dei curricula da paura. E la calma piatta che c’è adesso non va bene”, ha detto ancora Pupi Avati. Le sue dichiarazioni arrivano dopo una serie di indiscrezioni secondo cui il prossimo presidente del CSC sarebbe l’attore Sergio Castellitto, al cinema il 7 settembre con Valerio Lundini nel film Il più bel secolo della mia vita.

Il caso Centro Sperimentale

L’11 luglio il governo ha presentato un emendamento al dl Giubileo che prevede una sostanziale “ristrutturazione” del Csc, come segnalato nell’inchiesta di THR Roma. La proposta di quattro deputati della Lega prevede de facto una lottizzazione del Centro Sperimentale di cinematografia, storica scuola in via Tuscolana e con diverse sedi in tutta Italia. Ma anche la soppressione del ruolo di direttore generale, e quindi la fine anticipata del mandato dell’attuale amministrazione.

Il comitato scientifico dell’istituto, che si occupa della scelta didattica e dei docenti, passerebbe sotto il controllo diretto dell’esecutivo, con nomine delegate a quattro ministeri diversi: tre espressi dal ministero della cultura, uno dal ministero dell’istruzione e del merito, uno dal ministero dell’economia e delle finanze e uno dal ministero dell’università.

La lottizzazione – in una prima bozza – prevedeva nomine da tre dicasteri, aumentate poi a quattro nel corso di un “blitz” notturno di Lega e Fratelli d’Italia, che alla vigilia dell’incontro degli studenti con il presidente della commissione cultura Federico Mollicone hanno riformulato l’emendamento, aggiungendo un ministero assegnato a Forza Italia, con il proposito di assicurarsi una solida maggioranza in aula – ossia scongiurando una loro eventuale astensione.

Gli studenti della scuola, ancora in presidio permanente della sede romana della scuola, hanno poi organizzato lo scorso 25 luglio un sit-in davanti a Montecitorio, chiedendo di avere un incontro con Mollicone e con il ministro della cultura Sangiuliano, senza ricevere alcuna risposta.