Il cinema ai tempi di Sangiuliano: il ministero della cultura vuole un posto nell’Accademia che decide sui David

La settimana scorsa il capo della direzione cinema e audiovisivo Nicola Borrelli ha chiesto una modifica allo statuto che includerebbe nel direttivo della Fondazione anche "il ministro o un suo delegato". L'opposizione: "Operazione grave, vogliono controllare tutto"

Continua l’avanzata del governo sui luoghi della cultura. Questa volta, dopo il blitz al Centro Sperimentale di Cinematografia, sembra essere il turno dell’Accademia del Cinema italiano, che si occupa dell’assegnazione dei premi David di Donatello.

Secondo quanto riportato da Repubblica, la settimana scorsa il capo della direzione cinema e audiovisivo al MiC Nicola Borrelli ha inviato una lettera all’attuale presidente, ed ex direttrice di Ciak, Piera Detassis, chiedendo di inserire all’ordine del giorno una modifica allo statuto che includerebbe nel direttivo anche “il ministro della cultura o un suo delegato”.

Il protagonista della vicenda è quindi sempre il ministro Gennaro Sangiuliano, ma – si vocifera – che a essere inserita nel CdA possa essere la sottosegretaria al MiC con delega al cinema Lucia Borgonzoni.

Borrelli, che è parte del consiglio direttivo dell’Accademia in veste di funzionario di stato ma non di esponente politico, è l’ariete che il dicastero sta utilizzando per mettere piede anche all’interno delle premiazioni più importanti d’Italia. Un riconoscimento la cui indipendenza era stata messa in sicurezza dal ricatto politico nel 2015, durante il periodo di Dario Franceschini, grazie alla stabilizzazione nella legge di bilancio per i fondi destinati alla Fondazione.

I David di Donatello sono il premio più prestigioso per il cinema nazionale, e sono stati fondati dall’Accademia del Cinema Italiano nel 1956. Nell’attuale direttivo, oltre a Detassis e Borrelli, sono presenti diverse personalità dell’industria del cinema italiano, come Valeria Golino, Francesco Rutelli, Edoardo De Angelis, Francesca Cima, Francesco Giambrone, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Domenico Dinoia e Francesco Ranieri Martinotti.

“Dopo aver votato per un libro che non ha letto e dopo aver messo le mani sul centro sperimentale di cinematografia, il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano vuole dire la sua anche sui David di Donatello, puntando a insediarsi nel consiglio direttivo che candida ai premi”, commenta, parlando con l’Ansa,  il responsabile informazione e cultura del Pd Sandro Ruotolo. “È un’operazione grave, di controllo ulteriore dell’esecutivo sulla cultura. Questa destra è così ossessionata dall’egemonia culturale della sinistra, che vuole controllare tutto. Ma la cultura o è libera o non è”.