Verso il Codice dello spettacolo: il circo equestre, il made in Italy. E poi il lavoro

Francesco Giambrone, presidente Agis, ha presentato il documento al ministro Sangiuliano. Ai punti 7 e 9 le vere chicche: circo e made in Italy. Nel testo proposte anche sull'equo compenso e le indennità di discontinuità

Una delegazione dell’Agis guidata dal presidente Francesco Giambrone ha incontrato, venerdì 23 giugno, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Gli ha consegnato il documento contenente le proposte per la redazione del Codice dello spettacolo.

Una manciata di punti per stimolare lo sviluppo del settore, dalla semplificazione burocratica alla formazione di pubblici nuovi e politiche per i giovani, passando dalla “certezza” di risorse adeguate al cosiddetto riequilibrio territoriale e le politiche per le aree più svantaggiate. “Tante riflessioni che in Europa sono normali e qui no. Non dimentichiamo il tema del lavoro, siamo imprese che danno lavoro altamente qualificato”,  ha detto Giambrone.

The Hollywood Reporter Roma ha avuto modo di leggere l’intero documento presentato a Sangiuliano. Le proposte per un Codice dello spettacolo sono divise in nove punti e contengono le richieste elencate da Giambrone. Compreso quel “tema del lavoro” che invece di non essere dimenticato, dovrebbe essere la bussola di questo nuovo codice.

Le chicche ai punti 7 e 9

Ma al punto 7 e 9 si trovano delle vere indicazioni preziose. Il settimo punto si intitola “Made in Italy e internazionalizzazione, contemporaneità” e come richiesta riporta: “Sostegno per tutti i settori di spettacolo dal vivo all’attività internazionale con particolare attenzione alla diffusione della cultura italiana e la valorizzazione degli interpreti italiani di repertorio e contemporanei, collaborazione e programmazione comune con i ministeri del Turismo e degli Affari Esteri per promuovere e valorizzare la cultura italiana nel mondo”.

Forse un passaggio necessario per simpatizzare col nuovo governo e il suo ministero ribattezzato del Made in Italy, dato che il percorso per la redazione del nuovo codice parte almeno dal luglio 2022, quando la legge delega in materia di Spettacolo veniva approvata appena dieci giorni prima delle dimissioni dell’ex premier Mario Draghi. Potrebbe inoltre essere utile capire quali sono i criteri per cui qualcuno viene categorizzato come promotore del Made in Italy. Sperando non rispondano a quelli per ottenere la cittadinanza, basati su un test di domande impossibili che mettono in difficoltà anche i nativi.

Vedi alla voce “ambito circense”

Al punto numero 9 invece l’attenzione è al “Circo e lo spettacolo viaggiante”. Qui si chiedono due imprescindibili riforme: quella della norma che impone ai comuni di individuare aree disponibili per le attività dello spettacolo viaggiante e circhi equestri e quella della disciplina della detenzione degli animali nell’ambito circense e dei parchi faunistici”.

Made in Italy e circo a parte, gli altri punti del documento presentato riprendono le istanze di lungo corso che hanno portato ai decreti legge del 2017 e del 2022. Soprattutto al punto tre, intitolato “Politiche del lavoro”. “Revisione di alcuni criteri inclusi nel DL. 06/2022 con relativa salvaguardia economica per le imprese, occupazione e tutela dei lavoratori del settore, adozione di un quadro normativo comune per tutte le imprese dello spettacolo dal vivo”, si legge.

Equo compenso e indennità di discontinuità

Questo è l’ambito della definizione di nuove norme in materia di contratti di lavoro nel settore dello spettacolo e di equo compenso per i lavoratori autonomi, il riconoscimento del ruolo professionale degli attori, l’introduzione dell’indennità di discontinuità e altri benefici previdenziali. Tenendo conto che in Italia, come in nessun altro paese d’Europa, i lavoratori dello spettacolo non hanno un contratto collettivo nazionale.

Nel nuovo codice dello spettacolo, come previsto dalla legge delega, dovranno anche essere aggiornati i requisiti di accesso agli strumenti di sostegno e definito il nuovo registro nazionale dei professionisti operanti nel settore dello spettacolo.

Nel documento dell’Agis si chiede poi il consolidamento della triennalità e la semplificazione degli attuali criteri di finanziamento tramite Fnsv (Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo). E tempi brevi e certi per le assegnazioni dei contributi e l’alternativa per gli operatori privati di un sistema contributivo attraverso finanziamento indiretto, come il modello del tax credit usato nel settore cinematografico.

Nel quarto punto del documento si parla di formazione del pubblico giovanile con una dotazione economica specifica (il 3% del Fnsv). Il punto cinque è sulla semplificazione burocratico-amministrativa e sulla sostenibilità. Il sesto sul riequilibrio territoriale e l’ottavo sulla formazione della danza.