Riforma Tusma, Cgil: “Chiediamo al governo di tutelare la produzione indipendente”

Il sindacato ha pubblicato una nota in cui chiede ai ministri Giorgetti e Sangiuliano di rivedere le modifiche al testo unico sui servizi media audiovisivi, che è in corso di approvazione a Palazzo Chigi

Di THR ROMA

Sulla riforma del Tusma, che dovrà essere approvata a Palazzo Chigi nel pomeriggio del 20 marzo, il sindacato Slc Cgil si appella al governo. “Ci rivolgiamo al governo e ai ministri Giorgetti e Sangiuliano perché, a partire dall’approvazione della riforma del Testo unico sui servizi media audiovisivi (Tusma), sia tutelata la produzione indipendente e si attui al più presto la ripresa dell’erogazione dei sostegni per la ripartenza del cine-audiovisivo perché molti lavoratori del settore versano in gravi difficoltà”.

In una nota diffusa nel pomeriggio, la Cgil chiede al governo di tutelare il lavoro e le produzioni in cui sono coinvolti oltre 160mila lavoratrici e lavoratori del settore audiovisivo. “La valutazione positiva sull’impatto occupazionale degli investimenti sul cineaudiovisivo negli ultimi anni, e in particolare sull’attività di produzione, si sta scontrando con la presente congiuntura dovuta alla mancata apertura della finestra del tax credit”, spiega una nota del sindacato.

“Essa sta provocando un fermo preoccupante delle produzioni nazionali ed internazionali sia cinematografiche che televisive, con lavori programmati che non partono, altri che si interrompono, causando retribuzioni mancate, disagi ai fornitori, oltre che mettere in gravissima situazione economica molti produttori indipendenti”.

“Necessario sostegno pubblico”

“Il sostegno pubblico è decisivo per la ripresa e per la stabilità e certezza delle risorse necessarie al settore,” sostiene la segretaria nazionale di Slc Sabina Di Marco. “Utili anche a una giusta conclusione delle trattative contrattuali in corso proprio in questa fase congiunturale, per il rinnovo di contratti fermi da circa vent’anni che, se siglati, porteranno con sé innovazioni considerevoli, sia sul piano delle regole e dei diritti, sia sul versante degli incrementi salariali”.

Secondo Slc, la ricaduta occupazionale negativa di questo fermo produttivo è molto preoccupante, perché “si sta verificando una contrazione delle occasioni di lavoro che – spiega il sindacato – contrasta enormemente con i periodi precedenti, insieme a un importante ricorso agli ammortizzatori sociali, sia per i lavoratori discontinui (Naspi) sia per i dipendenti subordinati fissi (Fis, Cig)”.