Come in Fauda, peggio di Fauda. Israele in guerra, produzioni ferme e star al fronte. L’attore Guy Shalom: “Ho visto i missili dalla mia finestra”

L'intera industria cinematografica e tv si è mobilitata in seguito all'attacco di Hamas, i cinema sono chiusi e le produzioni di film e serie sono sospese. Compresa Fauda, di cui molti membri del cast sono al fronte. L'interprete di The Stronghold a THR Roma: "Ho interpretato un soldato durante la guerra dello Yom Kippur, oggi sono davvero il mio personaggio"

Guy Shalom, 27 anni di Tel Aviv, professione attore, la mattina di sabato 7 ottobre 2023 si è svegliato guardando i missili dalla finestra della sua casa. Studia alla scuola di teatro Seminar Hakibutzim e ha recitato in The Stronghold del regista Lior Chefetz. “Ho interpretato un soldato di guardia in un avamposto israeliano che subisce un attacco egiziano a sorpresa durante la guerra dello Yom Kippur”, racconta a THR Roma. “Chi avrebbe mai pensato che cinquant’anni dopo, Guy, il civile, si sarebbe sentito proprio come il mio personaggio, Yaron, il soldato? Sabato mattina sono stato svegliato dalle sirene e questa volta insieme al suono erano già arrivati i combattenti di Hamas”.

Questa volta i missili sopra le teste degli attori che in molti film e serie tv israeliani hanno interpretato soldati o forze speciali sono veri. E per alcuni è un ritorno alla vita fuori dal set. Come per l’ufficiale Doron Kabilio (Lior Raz) di Fauda, produttore della serie ed ex soldato di un’unità d’élite delle forze speciali israeliane, che ora si trova nella città di Sderot, nel sud di Israele, colpita dai razzi di Hamas. L’attore, che sarà anche il protagonista di Gladiator 2 di Ridley Scott, ci è andato insieme al co-creatore della serie Avi Issacharov e con Yohanan Plesner, capo del think tank Israeli Democracy Institute, per unirsi agli sforzi di “Brothers in Arms”, il gruppo contro la riforma giudiziaria del primo ministro Benjamin Netanyahu. Ora che migliaia di soldati sono al confine con la Striscia di Gaza, dove manca l’elettricità, più di 1.200 sono le vittime israeliane e oltre 2.700 i feriti, come riportato dall’esercito israeliano, 900 sono i morti palestinesi e più di 4.500 i feriti, secondo le autorità locali.

“Insieme a Yohanan Plesner @yplesner e Avi @issacharoff, mi sono diretto a Sud per unirmi a centinaia di coraggiosi volontari di Brothers Arms”, ha scritto sul suo profilo X (Twitter). In servizio sono tornati anche altri interpreti della serie, Tomer Capone, Yaakov Zada Daniel, Tzachi Halevi e Idan Amedi.

Una scelta quasi scontata per loro dato che Fauda racconta di un’unità antiterrorismo che opera sotto copertura in Cisgiordania e si è rivelata di una preveggenza drammatica. Soprattutto se si ricorda il finale della terza stagione e poi l’inizio della quarta, in cui l’azione finisce e poi ricomincia col rapimento di due ragazzi israeliani portati a Gaza.

Come in Fauda, ma non solo

Le dinamiche di Fauda (parola araba per “caos” che serve ad avvertire di una missione compromessa) non sono certo le stesse, anche se sembra che la realtà imiti la fiction. Il regista di Fauda Rotem Shamir ha detto che quando ha iniziato a guardare video e notizie online gli sembrava una scena della serie tv e non la realtà. Quello che di certo è uguale tra realtà e finzione è la violenza, accesa da anni ed esplosa negli ultimi giorni, che Fauda ha mostrato sul piccolo schermo, distinguendo Hamas dal resto della popolazione di Gaza e della Cisgiordania e senza fare sconti a nessuno.

L’intera industria cinematografica e televisiva israeliana si è mobilitata in seguito all’attacco di Hamas. Tutti i cinema sono chiusi e le produzioni di film e serie tv (compresa quella della stessa Fauda, di cui il mese scorso è stata annunciata a sorpresa la quinta stagione) sono interrotte, come ordinato dal comando delle Forze di Difesa Israeliane (IDF). Intanto attori, registi e intere troupe del settore stanno prestando aiuto sul campo e si impegnano attraverso i social media a diffondere notizie in diretta.

Anche perché solo in un paese come Israele le persone che recitano in film e serie tv di azione, che traggono ispirazione da drammatici eventi reali, sono così pronte a prendere un fucile e recarsi alle basi militari o così addestrate a mettersi in guardia al suono delle sirene.

Guy Shalom non riesce a pensare ad altro, dice di voler trovare un modo per aiutare il suo Paese. “Ho pianto e sicuramente piangerò a lungo”, dice. “Ma il nostro spirito non si spezzerà, mi commuove l’unità degli israeliani che si aiutano l’un l’altro in ogni modo possibile: doniamo sangue, denaro e provviste”.

Il settore è fermo

“L’intero settore è chiuso”, ha dichiarato a Screen Adar Shafran, regista e produttore israeliano, presidente dell’Associazione israeliana dei produttori televisivi e cinematografici (IPAC). “Siamo ancora sotto shock. Dopo questa guerra niente sarà più come prima, ma per ora ci concentriamo solo sulla sopravvivenza”. Oltre a cucinare e organizzare donazioni di cibo, i produttori stanno utilizzando le loro competenze e attrezzature per fornire provviste alle aree colpite. Il primo lungometraggio di Shafran, Running On Sand, sarebbe dovuto uscire in Israele alla fine del mese con United King Films. “Tutta la pubblicità era pianificata, ma ora tutto è fermo e non ho idea di cosa accadrà”, ha detto.

Shafran è anche produttore della prima serie originale in lingua ebraica di Netflix, Bros. Ma sabato la persona del team che doveva consegnare la serie a Netflix è stato uccisa durante l’attacco di Hamas.

Rotem Shamir, il regista di Fauda (Hostages e No Man’s Land) ha fatto sapere che le produzioni a cui sta lavorando si sono fermate perché non solo è impossibile pensare al lavoro ma anche girare in luoghi dove ci sono persone disperse e ferite ovunque. Il regista israeliano Yahav Winner, che era stato dato per disperso sabato, è stato trovato morto tre giorni dopo, secondo un post su Facebook di uno dei suoi familiari.

Tra le distribuzioni rimandate c’è quella della serie prodotta e interpretata da Sean Penn C*A*U*G*H*T. Fremantle ha rilasciato una dichiarazione in cui annuncia che non porterà la serie australiana a Cannes. La serie parla di soldati in un paese devastato dalla guerra che vengono presi in ostaggio e diventano delle celebrità con dei video online. Menemsha Films e FireGlory Pictures hanno deciso di posticipare l’uscita del film Kiss Me Kosher a causa del conflitto.

Il Festival Internazionale del Cinema di Haifa, che avrebbe dovuto continuare fino a sabato, è stato interrotto. Sono assenti i partecipanti israeliani accreditati al MIA di Roma e al BFI London Film Festival, e mancheranno ai prossimi eventi, incluso il Mipcom (16-19 ottobre). L’El Gouna Film Festival in Egitto è stato riprogrammato dal 13-20 ottobre al 27 ottobre-2 novembre.

Star internazionali hanno espresso il loro sostegno a Israele sui social media, tra cui l’attrice israeliana Gal Gadot, Natalie Portman, nata in Israele, Edgar Ramirez, Jessica Chastain, Naomi Watts, Jamie Lee Curtis, Erin Moriarty e Josh Gad.